Adesso il re è nudo, speriamo resti tale | Giulia
Top

Adesso il re è nudo, speriamo resti tale

La questione più interessante non è perché si denuncia solo dopo 20, 10 o 5 anni. Il punto di svolta è non ritenere più normale che questo accada [di Paola Rizzi]

Adesso il re è nudo, speriamo resti tale
Preroll

Redazione Modifica articolo

8 Novembre 2017 - 13.55


ATF

Quando arrestarono Mario Chiesa per una mazzetta, nessuno si stupì della mazzetta, ma del fatto che l’avessero arrestato. Un costume noto e tollerato in 24 ore divenne inaccettabile, grazie ad alcuni magistrati e ad un clima politico favorevole che avevano concesso di dire il Re è nudo. Si aprì una stagione promettente, un po’ forcaiola, Mani pulite divenne un marchio internazionale e molti si illusero che si fosse voltato pagina. Non era vero. Tutto è tornato come prima, solo con attori diversi.

Ecco, mi sono venuti in mente quei tempi a proposito della furia antimolestie che si è diffusa da Hollywood a Cinecittà passando per il Gabinetto dei Ministri della signora May.  Stiamo assistendo alla demolizione di  carriere di maschi predatori che hanno usato il luogo di lavoro come terreno di caccia nell’indifferenza generale, perché “era normale”. La questione più interessante non è perché si denuncia solo dopo 20, 10 o 5 anni  (ci sono mille ragioni per non averlo fatto allora: paura, debolezza,  solitudine, omertà dell’ambiente e perché no, opportunismo). Il punto di svolta è non ritenere più normale che questo accada.

Qualcuno ha scritto: ora gli uomini hanno paura.  Non è un bell’obiettivo, ma se serve uno shock per dire, è il caso di dirlo, che il Re è nudo, magari è utile: la normalità, nel luoghi di lavoro è stata ed è salvo tutte le fortunate eccezioni del caso, la convinzione piuttosto diffusa di chi detiene il potere, di solito maschio, di poter disporre anche dei corpi delle donne (per lo più) sottoposte. Tutte le donne lo sanno, anche quelle a cui non è successo, perché magari più forti, che però lo hanno visto accadere ad altre più deboli, o diciamolo pure anche loro attrici del gioco, dove però il timone sta da una parte sola. Ecco, senza giustizialismi, con un po’ più di garantismo e senza eccedere con il senno di poi, una scossa non può che farci bene, donne e uomini, gay e etero che convivono negli uffici o sui set. Basta che non sia  una fiammata, con due o tre vittime eccellenti, e poi amici come prima.

 

[articolo pubblicato il 7 novembre 2017 su Metronews.it]

Native

Articoli correlati