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Quella violenza dimenticata

Abusi su minore prescritti dopo 16 anni. Tra le anomalie i tre anni per fissare l'udienza. La Corte d'Appello di Torino: "Accerteremo il motivo"

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27 Settembre 2017 - 21.10


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TORINO – Sono emerse “alcune anomalie”, a Torino, nell’iter del processo per abusi sessuali su una minorenne terminato giovedì sera in Cassazione con l’annullamento senza rinvio della sentenza per la prescrizione dei reati. E’ quanto rivela Arturo Soprano, presidente della Corte d’appello di Torino, che, a Palazzo di Giustizia, ha cominciato ad acquisire informazioni e a svolgere accertamenti.
“Se dovessero ravvisarsi delle responsabilità – aggiunge il magistrato – prenderemo dei provvedimenti”.
La storia inizia nel 2001 quando una ragazza, allora sedicenne, abusata del padre viene affidata a una comunità, a Torino, dove la giovane è a sua volta vittima di abusi da parte di un’operatrice che la costringe anche a partecipare a orge.
“Per ora – osserva Soprano – abbiamo avuto un pubblico ministero solerte, che ha chiuso in fretta le indagini preliminari, un processo di primo grado con tempistiche da lumaca, un periodo di vuoto fra il 2007 e il 2013, tre anni per fissare l’udienza. Accerteremo il motivo”.

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