Immagini di donne dalla Primavera araba

'Il progetto Herstory documenta le donne ribelli. E'' diretto da Leil-Zahra Mortada, che ha condiviso su Facebook foto che hanno fatto il giro del mondo. [Carla Fronteddu]'

Immagini di donne dalla Primavera araba
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27 Dicembre 2011 - 16.13


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Alcuni mesi dopo l”inizio della cosiddetta Primavera Araba, lo storico Rashid Khalidi ha osservato che le voci di tante persone comuni che si sono levate per chiedere libertà, dignità, democrazia, giustizia sociale, trasparenza e rispetto sono state una rivelazione inattesa solo per chi si era lasciato illudere dalla propaganda di regime e per i media occidentali che, quando hanno a che fare con il Medio Oriente, sono ossessivamente concentrati sul fondamentalismo islamico”.

L”osservazione di Khalidi è particolarmente pertinente nel caso delle donne arabe. Infatti, mentre noi ci accaloravamo sull”uso del velo, rafforzando l”abusato adagio delle donne musulmane vittime passive della loro religione; milioni di loro, da Tunisi al Cairo ed oltre, erano in prima linea nelle proteste contro i regimi autoritari.

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Le rivoluzioni che si sono accese nel mondo arabo hanno sconfessato con forza lo stereotipo occidentale, col quale evidentemente le donne arabe, e in particolare le ragazze, non hanno nulla in comune, mostrando la loro capacità di giocare il ruolo di agenti di cambiamento delle proprie società.
Sebbene i media occidentali, in un primo e lungo momento, abbiano ignorato questo significativo aspetto della Primavera Araba, nominando le donne solo per il loro ruolo ancillare di madri, mogli e sorelle, che aspettano e curano gli uomini impegnati nelle mobilitazioni, col passare dei mesi non è più stato possibile ignorare il fatto che le donne erano diventate il simbolo di questo cruciale momento storico.

A dispetto dello stupore eurocentrico di fronte alla massiccia presenza di donne nelle proteste, le donne arabe avevano già avuto un ruolo propulsivo, ad esempio, nelle rivolte in Algeria per ottenere l”indipendenza dalla Francia. Tuttavia, in quell”occasione, come ricorda la nota femminista americana Robin Morgan, “una volta ottenuta l”indipendenza, i loro fratelli rivoluzionari le rispedirono in cucina”.

Quest”esperienza, ancora viva nella mente delle attiviste arabe, rafforza l”urgenza di documentare il ruolo svolto delle donne nella Primavera Araba; è fondamentale, infatti, evitare che, una volta conclusa la fase rivoluzionaria, le sue protagoniste vengano cortesemente riaccompagnate a casa e che la loro voce esca dalla storia. Perché la storia si sa, viene scritta da chi gestisce il potere.

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È in questa direzione che nasce il progetto Herstory: Words of Women for Egyptian Revolution diretto da Leil-Zahra Mortada la giovane egiziana che, all”inizio delle rivolte in Egitto, ha condiviso su Facebook un album fotografico che ha fatto il giro del mondo e che celebra la partecipazione delle donne alla rivoluzione, testimoniando una massiccia e diversificata affluenza.
Il progetto che Leil-Zahra Mortada sta conducendo da alcuni mesi intende documentare in maniera approfondita, attraverso una serie di interviste, il contributo delle donne alla Primavera egiziana. La loro partecipazione alle rivolte, spiega la giovane attivista sul suo sito, “non ci ha stupite, né ci è apparso un fenomeno straordinario, le donne, infatti, sono parte della società, della politica e dell”economia. È la storia, al contrario, che tende ad ostracizzare il loro contributo, condannandole nell”ombra e attribuendo un ruolo attivo esclusivamente agli uomini”.

Il gruppo di film-makers che con Leil-Zahra Mortada lavorano a Herstory: Words of Women for Egyptian Revolution è deciso ad impedire che la rivoluzione egiziana venga raccontata “come un”avventura virile di eroi e di martiri”, rendendo mute le voci delle donne ribelli.

Per adesso su internet sono disponibili tre video ognuno dei quali descrive il profilo di una donna, la sua vita e il suo lavoro prima della rivoluzione, il suo contributo alle proteste e la sua condizione attuale.

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La produzione procede al passo dei finanziamenti che vengono offerti per sostenere il progetto. L”equipe di Herstory, infatti, deve coprire le spese per la ricerca, le riprese, i viaggi in diverse aree dell”Egitto, i lavori di post-produzione, di amministrazione e manutenzione web. Dopo un primo tentativo di raccolta fondi su internet, che ha maturato una cifra ancora insufficiente per proseguire le riprese e portare a termine il progetto, il team sta cercando contatti con organizzazioni e gruppi interessati a finanziare l”iniziativa.
È possibile seguire l”evoluzione di Herstory: Words of Women for Egyptian Revolution attraverso facebook e su http://www.leilzahra.net dove sono disponibili i riferimenti per sostenere questo progetto politico.

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