Comprata e torturata a 15 anni: non voleva prostituirsi

Una ragazzina afghana venduta per matrimonio, torturata dai suoceri per farla prostituire. Una storia orribile che il governo vuole punire in modo esemplare. [Luisa Betti]

Comprata e torturata a 15 anni: non voleva prostituirsi
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4 Gennaio 2012 - 15.05


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Sahar Gul è una ragazzina afghana di 15 anni venduta a maggio del 2011 per un matrimonio forzato al prezzo di 5.000 dollari dalla famiglia che non ha più rivisto dalla data del matrimonio. Rinchiusa nella cantina dai suoceri, che volevano costringerla a prostituirsi, Sahar Gul è stata torturata per cinque mesi: i suoi parenti l’hanno picchiata selvaggiamente, strappato le unghie, rotto le dita delle mani, spento sigarette sul corpo, lasciandola deperire nello scantinato.
A denunciare la scomparsa della giovane sono stati gli stessi genitori che l’avevano data in sposa, preoccupati del fatto di non aver avuto più notizie della figlia. Il 27 dicembre, quando la polizia è intervenuta, ha trovato Sahar in condizioni disperate e l’ha liberata portandola immediatamente all’ospedale di Kabul dove la piccola è stata soccorso e ha ricevuto le visite di rappresentati di governo afghano.
Il ministro della Sanità, Suraya Dalil, esprimendosi in merito a questo caso, ha dichiarato che “chi è responsabile delle violenze contro questa ragazza deve essere perseguito dal governo afghano in modo che altri imparino la lezione”, mentre Sediq Sediqi, portavoce del ministero dell’Interno, ha aggiunto che la suocera e la cognata della ragazza sono state arrestate, e che il marito della giovane è ricercato.
Secondo il rapporto Oxfam di ottobre 2011, in Afghanistan l’87% delle donne subiscono diverse forme di violenza e molte sono ancora costrette a matrimoni forzati.

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