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In questi giorni i tram di Ginevra, dove ho trascorso diversi giorni per lavoro, solcano le strade della città non solo per portare passeggeri, ma anche un messaggio risoluto ed inequivocabile. Un messaggio contro la violenza sulle donne.
E’ una campagna sociale contro il femminicidio non finta, quella organizzata dalla amministrazione ginevrina. Una miriade di mezzi pubblici sono letteralmente avvolti negli slogan e nelle frasi della campagna, non puoi pretendere di ignorarla. Te ne puoi perdere uno di tram, ma l’altro passa a ricordartelo, che la questione delle violenza sulle donne riguarda anche te, uomo o donna che tu sia.
E la cosa bella è che le donne non sono più vittime, sono soprattutto protagoniste. Con la forza della ripetitività, alle fermate dei mezzi pubblici, si fermano nella mente le brevi testimonianze delle donne appiccicate sui mezzi di trasporto. Le donne hanno prima di tutto un nome ed un’età, così che alla fine te le senti amiche, modelli credibili, compagne di un cammino lacerante che non puoi lasciare sole. Raccontano il loro riscatto dall”accecamento, la loro difficile uscita dall’equivoco sull’amore, l’esperienza di liberazione dal male domestico che le assediava. E così facendo, parlano a tutte noi. Parlano alle donne che non sanno trovare la forza di quella redenzione. Alle donne che sentono la fendente solitudine di una vita impossibile che le terrorizza e le paralizza. A quante vorrebbero fare qualcosa ma non sanno come e dove cominciare.
Parlano anche agli uomini, quei tram. Stanano i violenti che considerano la loro brutalità un fatto naturale, un tratto indiscutibile dell’ordine gerarchico fra i due sessi. Parlano ai maestri della violenza sottile, coloro che la esercitano con invisibile sofisticatezza di abitudini e di parole, chiudendo varchi, eliminando possibilità di scelta alle donne. Ma la campagna che i tram portano insieme ai passeggeri interloquisce anche con gli indifferenti, la grande massa che considera il feminicidio una questione minore, una “non priorità” a fronte delle sfide globali di questo tempo che marca disuguaglianze.
La iniziativa di Ginevra, dunque, ha una parola contro la violenza per tutti noi. Impossibile far finta di nulla.
Mi sono chiesta a Ginevra, mi chiedo oggi, se una delle iniziative da intraprendere subito e con senso di priorità – badate bene, si tratta davvero solo di una delle molte cose da mettere in pista per ridare dignità ad un paese come l’Italia che uccide le donne – non debba essere un”azione pubblica di questa natura. Prima che il numero delle vittime continui a salire.
Ministro Fornero, con questo messaggio intendo interpellarla.
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