Prostituta e nera, se ti ammazzano non sei notizia

"Napoli, donna di colore trovata cadavere in auto". A Palermo, per la morte di "Nike e Loveth", le prostitute vanno a protestare dal questore. [Onofrio Dispenza]

Prostituta e nera, se ti ammazzano non sei notizia
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10 Febbraio 2012 - 13.11


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Una agenzia di poche righe: Napoli, donna di colore trovata cadavere in auto a Napoli. Ad un primo esame, omicidio. Primo pomeriggio di un 8 febbraio 2012 con il freddo ancora in prima pagina, in attesa delle prime pagine dedicate al freddo, il prossimo fine settimana.

Una donna di colore, dunque, quella di Napoli, di 25 anni circa. La zona del ritrovamento, nei pressi di piazza Garibaldi. Strangolamento o un colpo che le ha spezzato il collo. Venticinque anni, poco più che una ragazza. Lei non ci potrà raccontare questo suo quarto di secolo, noi ne possiamo indovinare le difficoltà, i passaggi drammatici, il bisogno e le umiliazioni, il viaggio, e poi ancora nuove indicibili difficoltà e nuove e più oscene umiliazioni. E la strada. Dura, pericolosa.

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Della ragazza uccisa a Napoli l”agenzia non ci da il nome, e forse quel corpo col collo spezzato non avrà mai un nome. Quando si arriva in Italia come sarà arrivata la ragazza di piazza Garibaldi, e quando in Italia si lavora in strada, un nome non serve, anzi è pesante. Meglio darsene dieci, cento, mille. Uno per ogni giorno, uno per ogni cliente.

Da Napoli a Palermo. Qui Nike e Loveth probabilmente avevano avuto una storia come la ragazza di Napoli. Anche loro morte misteriosamente, Loweth Eward, nigeriana, è stata trovata morta domenica mattina vicino ad un cassonetto della spazzatura, tra sacchetti di spazzatura, in via Filippo Juvara, vicino al Palazzo di Giustizia. Nike, altra ragazza nigeriana, era scomparsa a dicembre, poi trovata carbonizzata nelle campagne di Misilmeri, alle porte di Palermo. L”una e l”altra si prostituivano.

Alla morte di Loveth è successo qualcosa di straordinario. Le compagne della ragazza trovata davanti ad un cassonetto sono scese in piazza a protestare, a chiedere verità sui due omicidi. In corteo fino in Questura, hanno bussato e hanno chiesto aiuto: “Ci dovete proteggere, non siamo carne da macello!”. Non hanno avuto paura d”essere identificate, non hanno avuto paura delle tante irregolarità che accompagnano la loro vita di clandestine e di puttane.

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“Chiediamo maggiore sicurezza, controlli, vigilanza. Siamo esseri umani. Quello che è accaduto a Loveth e Nike – dice una prostituta col maglione viola – poteva accadere a ciascuna di noi”.

Dopo la manifestazione di lunedì, anche ieri in strada, sotto la pioggia. Le ha ricevute il questore in persona. Ha parlato un rappresentante della comunità nigeriana e una delle ragazze che hanno dato vita al coordinamento “Giustizia per Nike e Loverth”.

Le ragazze hanno parlato della loro vita, apertamente, senza paura. Hanno raccontato la loro disperazione, le insidie della strada, il rischio di finire con la gola tagliata, in un cassonetto o in un angolo buio del parco della Favorita.

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“Noi non possiamo fermarci, torniamo anche stasera in strada – dice una giovanissima col piumino nero e il cappuccio tirato sui capelli scolpiti dalle treccine – ma abbiamo deciso di guardarci le spalle a vicenda. L”una che guarda l”altra, e alla fine a casa in gruppo”.

“C”è qualcuno che si diverte a uccidere le giovani prostitute – si fa avanti un”altra ragazza – Raro che si veda una volante e se qualcuna di noi è in difficoltà la gente fa finta di non vedere e corre a casa”.

“Chiediamo un po” di collaborazione per far luce sulla morte delle nostre amiche – torna a parlare la ragazza con il giubbotto nero – e un po” di solidarietà… può aiutare chi tra noi vuole uscire da questo giro di merda…”.

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