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Stimolare una crescente
occupazione femminile permetterebbe di dare impulso allo sviluppo
economico del paese, favorire la crescita del Pil e garantire maggiore
equità sociale. Come? Con un”adeguata politica di conciliazione.
È quanto emerge da due recenti indagini promosse da Edenred: la prima,
realizzata dall”Istituto Astra Ricerche, che ha ascoltato i desideri
dei lavoratori in tema di welfare; la seconda, realizzata
dall”Università di Genova in collaborazione con la London School of
Economics, ha analizzato le best practices europee maggiormente
all”avanguardia in fatto di politiche sociali attraverso l”impiego di
buoni servizio, strumenti che coniugano efficienza, flessibilità e
convenienza fiscale.
Eppure, l”importanza della donna nella sfera lavorativa nello
sviluppo del paese è dimostrata anche da una recente indagine della
Banca d”Italia dalla quale emerge infatti che se l”Italia raggiungesse
il 60% dell”occupazione femminile, il Pil crescerebbe del 7% e i
segnali che arrivano dall”agenda politica vanno nella stessa
direzione.
Il ministero per lo Sviluppo Economico ha proposto di
aumentare gli importi deducibili per le aziende che assumono giovani e
donne ed è stato istituito dal ministero del Lavoro il ”Fondo per il
finanziamento di interventi a favore dell”incremento in termini
quantitativi e qualitativi dell”occupazione femminile e giovanile”.
Questi impulsi positivi si scontrano però con una realtà
estremamente difficile per le donne, che denunciano grandi difficoltà
nel continuare a lavorare soprattutto dopo la nascita dei figli: una
recente ricerca Isfol mette in luce come il 40,8% delle italiane
dichiari di aver abbandonato il lavoro dopo la nascita del
primogenito, mentre il 5,6% ammette di aver rinunciato alla propria
vita professionale per dedicarsi alla famiglia o alla cura di parenti
non autosufficienti.
Per fare in modo che il numero di donne impiegate
lavoratrici cresca realmente è necessario investire in politiche di
work-life balance, indispensabili per conciliare ufficio e cure
familiari. Dalle indagine promosse da Edenred, lavoratori e
lavoratrici ”gridano a gran voce” un bisogno di tempo, per svolgere le
incombenze e curarsi dei propri cari o, alternativamente, di servizi
per l”assistenza a bambini e anziani durante l”impegno professionale.
Ad emergere è infatti un”enorme e crescente richiesta di
servizi legati alla persona e al nucleo familiare (88,5%) e, allo
stesso tempo, una profonda insoddisfazione (48,7%) di quanto
attualmente offerto dalle aziende.
La mancanza di un”articolata ed
efficace politica di conciliazione da parte delle imprese, apre
interessanti spazi di sviluppo, anche in Italia, di soluzioni
innovative già attive in numerosi paesi europei come i buoni servizio
che possano rappresentare uno stimolo a frenare la fuoriuscita delle
risorse femminili dal mondo del lavoro.
Le esperienze concrete attuate in Regno Unito, Francia e Belgio,
dimostrano come l”adozione del buono servizio sia efficace nel
promuovere l”occupazione femminile e nel ridurre gli ostacoli alla
maternità per le donne.
Il voucher, dunque, si conferma uno strumento
di welfare immediato e flessibile per offrire varietà e libertà di
utilizzo, un contributo di innovazione e progettualità del quale il
nostro paese ha senz”altro bisogno nel presente scenario
economico-finanziario.
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