Puglia: boicottaggio alla legge 50 e 50?

'E'' partita in Puglia la raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare (promossa anche da GiULiA) per la doppia preferenza. Di [Maria Luisa Mastrogiovanni]'

Puglia: boicottaggio alla legge 50 e 50?
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30 Marzo 2012 - 00.25


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Mai più senza «50 e 50». Ma solo a parole. Le donne di Puglia hanno avviato da una settimana circa la raccolta di firme – ne servono 15mila – per la proposta di legge di iniziativa popolare che imponga nelle elezioni regionali la doppia preferenza, di un uomo e una donna.

Sarebbe la prima legge di questo tipo in Italia, che si ispira a quella campana dove, il ”tetto” delle donne nelle liste è del 30%, ma è stato sufficiente per far eleggere il doppio delle consigliere rispetto alla passata presidenza.
Ma, se in Puglia a parole i partiti sono per l”equa rappresentanza, nei fatti stanno organizzando un vero e proprio colpo di mano per arginarne gli effetti, temendo, i consiglieri uomini in carica, di non riuscire ad essere eletti.
Trasversale il comitato promotore della legge (cui aderisce anche Giulia), trasversale il boicottaggio.

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Così nell”ultima riunione dei capigruppo presieduta dal presidente del consiglio regionale Onofrio Introna, l”appello è stato quello di accorciare i tempi, anche se ufficialmente nessuno lo conferma. L”obiettivo sarebbe duplice: o presentare in commissione Affari istituzionali una proposta di legge alternativa a quella del Comitato che, come in Campania, preveda un ”tetto” del 30% di donne elette, oppure che si imponga il voto segreto per l”approvazione della legge di iniziativa popolare per dare spazio ai «no».

Un vero e proprio killeraggio, quindi, perché come dice Magda Terrevoli, portavoce del Comitato promotore della legge, «non muoiono dalla gioia che questa legge venga approvata». A quel punto non è chiaro se le donne che all”interno del Comitato rappresentano i partiti, in realtà non rappresentino solo se stesse. O se li rappresentino ma solo se la legge non va in porto.

Il presidente Vendola ancora ieri sera si è detto favorevole alla parità di genere. E la raccolta firme procede celermente: è già a quota 5.000 in una sola settimana, mentre sarebbe pronto l”incarico per un consulente giuridico regionale che elabori la proposta di legge alternativa che batta sul tempo quella popolare, ma che è probabile si presenti dopo il pronunciamento, atteso a breve, della Consulta su chi debba fissare – il governo o le regioni- il numero dei consiglieri regionali.

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La Puglia infatti quanto a numero di consiglieri vive una situazione a metà del guado: il Consiglio regionale ha abbassato il numero da 70 a 60 e uno degli ultimi decreti di Tremonti li ha ulteriormente ridotti a 50, rimandando poi ad un successivo atto, mai emanato, la fissazione delle multe qualora non venisse abbassato il numero. Il decreto è stato poi impugnato di fronte alla Consulta da alcune regioni (ma non dalla Puglia) eccependo la lesione dell”autonomia regionale.

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