Coop virtuose, le donne sono il 53%. Ma non nei cda

Nei settori del sociale, costruzioni, immobiliare e agricoltura la componente femminile supera il 60%. Ma nei cda la conquista delle poltrone crolla al 30%.

Coop virtuose, le donne sono il 53%. Ma non nei cda
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12 Aprile 2012 - 07.45


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‘Roma, 11 apr – L”altra meta” del cielo e” in maggioranza tra gli occupati nelle imprese cooperative italiane: le donne rappresentano infatti il 53% su un totale di 1,2 milione di occupati nelle 43.000 imprese delle tre centrali dell”Alleanza delle cooperative. Quando si tratta pero” di poltrone nei consigli di amministrazione, nemmeno le coop sono virtuose e le percentuali di consiglieri donna precipitano al 30%. I dati sono emersi oggi nel corso della presentazione di un progetto europeo promosso dalle commissioni Pari opportunita” di Agci, Confcooperative e Legacoop.

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La componente femminile supera il 60% in alcuni settori, quali il sociale, le costruzioni, immobiliare e agricoltura. L”89% delle lavoratrici, secondo una ricerca sul potenziale femminile nelle realta” cooperative, ha un contratto a tempo indeterminato, il 45% lavora in cooperativa da piu” di 10 anni, mentre l”eta” media delle donne che iniziano a lavorare e” di 28 anni, con ingressi pero”, fino a piu” di 55 anni. Molte le cooperative che vantano esperienze di eccellenza in tema di politiche di conciliazione, in particolare per quanto riguarda tutela della maternita”, flessibilita” negli orari e modalita” di lavoro, messa a disposizione di servizi di assistenza per bimbi, anziani e disabili; ambiti di cura, questi, tradizionalmente coperti dalle donne che rappresentano spesso un ostacolo alla conciliazione vita-lavoro. Quanto infine alla percentuale di donne nei Consigli di amministrazione diversificata per settore, in base alla ricerca, non si supera mai la soglia del 30%, con livelli molto piu” bassi in alcuni settori non tipicamente femminili.

Rafforzare la capacita” imprenditoriale, di assunzione delle decisioni e di iniziativa privata delle donne attraverso l”analisi delle situazioni nazionali sui modelli esistenti e in via di sperimentazione in materia di pari opportunita” ed eguaglianza di genere. Ma anche raccogliere e analizzare i percorsi innovativi di negoziazione collettiva sui meccanismi che favoriscano il processo di leadership e di partecipazione delle donne nei consigli di amministrazione e approfondire le misure di negoziazione collettiva tese a conciliare vita privata e professionale. Sono questi gli obiettivi principali di Donne attive nelle pmi: pratiche innovative di promozione della donna co-imprenditrice nelle pmi europee e nelle relazioni industriali, progetto europeo approvato dalla Commissione Ue e presentato, appunto, oggi nel corso di un seminario promosso dalle commissioni Pari Opportunita” di Agci, Confcooperative e Legacoop, le organizzazioni cooperative italiane che sono tra i partner del progetto stesso.

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Le politiche di conciliazione tra vita privata e vita professionale. Articolato su due assi strettamente connessi alle relazioni industriali – la dimensione del rafforzamento del ruolo delle donne nei processi decisionali e la loro partecipazione nei consigli di amministrazione; le politiche di conciliazione tra vita privata e vita professionale – il progetto prende le mosse dalla convinzione che occorre approntare gli strumenti, sul terreno dei servizi alla famiglia e delle politiche di conciliazione, per superare le disparita” nella ripartizione delle responsabilita” familiari che ancora rappresentano un ostacolo ai percorsi di carriera e allo sviluppo professionale delle donne. Non e” un caso, del resto, se l”Eurobarometro sull”eguaglianza di genere del 2009 rivela che il 76% degli europei ritiene che le donne abbiano meno liberta” di battersi per le posizioni di responsabilita” a causa del carico famigliare.

Il progetto vede la partecipazione di diversi attori chiave ed esperti: organizzazioni sindacali, organizzazioni cooperative e dell”economia sociale di Spagna, Italia e Francia, una societa” di ricerca europea specializzata. Un partenariato che permettera” di analizzare le rispettive situazioni nazionali in termini di accordi collettivi su tre aspetti: modalita” innovative di accesso agli incarichi di alta direzione (componenti Cda); formazione mirata; conciliazione tra vita privata e professionale. Per quanto riguarda la realta” italiana, la situazione dell”occupazione femminile nelle cooperative segna un buon punto di partenza. Le donne rappresentano, come si diceva, il 53% delle 1.200.000 persone occupate nelle 43.000 imprese cooperative che aderiscono alle organizzazioni promotrici dell”Alleanza delle cooperative italiane. La percentuale sale oltre il 60% in alcuni settori (per esempio nel settore sociale). Insomma, un buon punto di partenza per un percorso, gia” avviato, che punta ad accrescere la presenza delle donne in posizioni di responsabilita” all”interno delle imprese, a partire da pratiche concrete come il riequilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle cooperative.

Per quanto riguarda i progetti in corso di realizzazione nelle organizzazioni dell”Alleanza delle cooperative, quello avviato dall”Agci (Progetto per lo sviluppo della dirigenza istituzionale femminile) consiste nello sviluppo di un percorso comune volto alla valorizzazione delle donne all”interno delle imprese cooperative aderenti. Un percorso che nasce e si sviluppa intorno alle esperienze piu” significative delle cooperatrici in tutti i settori economici e in tutti i territori, nella convinzione profonda che le pari opportunita” non sono materia che riguarda esclusivamente le donne ma che, anzi, la loro affermazione richiede necessariamente il coinvolgimento degli uomini. L”iniziativa ha preso avvio ufficiale dalla Conferenza europea del 2010 e ha avuto uno slancio ulteriore con la nascita del coordinamento Donne Agci. Confcooperative, a sua volta, promuove Fil. Famiglia, Impresa, Lavoro, un percorso all”interno delle complesse strategie per favorire la conciliazione fra lavoro e famiglia: sviluppare un sistema virtuoso che va dai soci alla cooperativa, dalla cooperativa al sistema confederale e viceversa valorizzando le differenze, dei ruoli, delle competenze, delle dimensioni dell”impresa e delle relazioni di appartenenza. La piu” completa realizzazione del lavoratore, in particolare donna, e il maggior sviluppo di un”impresa, si sottolinea, si compiono grazie alla messa in atto di soluzioni che generano impresa, mutualita” e benessere per le socie e per i soci, anche attraverso la promozione di una cultura family friendly.

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Valorizzazione delle risorse umane in ottica di genere infine e” il percorso avviato nel maggio del 2010 da Legacoop di implementazione di politiche e strumenti per la valorizzazione della risorsa umana donna, cui hanno aderito 17 cooperative e che e” attualmente in fase di realizzazione in 14 di esse appartenenti a quattro settori: sociale, servizi, costruzioni, grande distruibuzione. Obiettivi dell”intervento di formazione/consulenza sono: far acquisire consapevolezza del significato oggi di pari opportunita” per la competitivita” delle imprese, in termini di qualita”, benefici e costi della non applicazione di specifiche politiche/strumenti in tal senso; dare strumenti operativi per una maggiore qualita” dell”organizzazione; mettere a sistema la valorizzazione delle risorse umane in ottica di genere all”interno della complessiva organizzazione aziendale; valutare e monitorare annualmente il percorso. L”intervento prevede anche la formazione all”empowerment delle donne per rafforzare la valorizzazione di se” e il percorso di crescita professionale e personale.

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