‘Firenze, 17 apr – Non si placa a Firenze la polemica per le spille fatte indossare alle commesse della Rinascente per pubblicizzare la nuova Rinascente Card. La frase scritta sulla spilla – una card nera con le scritte rosa fucsia – (Averla è facile. Chiedimi come) appuntata sul seno, tra i fiorentini ha prodotto commenti nei confronti delle commesse a dir poco imbarazzanti con battute da bar e doppi sensi, specie nel reparto di abbigliamento maschile. In poche parole, commenti evidentemente sessisti. Una di loro, però si è ribellata alle direttive e non ha più indossato il badge, stanca degli apprezzamenti sopra le righe che le venivano rivolti dalla clientela maschile.
Reazioni indignate per l”iniziativa della Rinascente, comune a tutti i punti vendita d”Italia, sono arrivate da piu” parti e non solo da rappresentanti femminili ma anche da vari gruppi politici nel Consiglio comunale di Firenze. Oggi anche Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, a Firenze per il consiglio generale provinciale del suo sindacato, ha condannato le spille a doppio senso. ””Credo che l”azienda – ha affermato – farebbe bene a pattuire il da farsi con le rappresentanze sindacali aziendali. Speriamo che si risolva subito, in modo tale che possa essere classificata come una brutta e sgradevole goliardata. Se continua, vuol dire che c”e” una motivazione precisa, provocatoria, assolutamente insopportabile””.
””Ha ragione chi dice che la spilla e” solo la punta dell”iceberg””, sottolinea oggi con il cronista una delle commesse della Rinascente che punta il dito anche contro quelli che definisce ””una sequela di altri soprusi e umiliazioni””, come l”obbligo di essere vestite o truccate in un certo modo, per non parlare – aggiunge – dell”obbligo di lavorare 52 domeniche l”anno e il primo maggio”. La responsabile marketing della catena Rinascente si dice stupita delle proteste, peraltro – aggiunge – arrivate solo da Firenze. Ma Pd e Fli locali non arretrano:”Siamo dalla parte delle commesse che non possono e non devono subire questa imposizione ai limiti del mobbing sessuale. Ci domandiamo cosa ne pensino in altre città. Invitiamo i vertici dell”azienda a cambiare la campagna pubblicitaria”.’