Fermate la lapidazione di Intisar

'Ha 20 anni e tre figli, è accusata di tradimento in Sudan. E i media non ne parlano. GiULiA aderisce all''appello e alla petizione di Italians for Darfur e di Articolo21. '

Fermate la lapidazione di Intisar
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4 Giugno 2012 - 12.59


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Intisar Sharif Abdallah non deve morire: GIULIA, la rete delle Giornaliste Unite Libere e Autonome, aderisce alla campagna lanciata da Italians for Darfur per salvare la giovane ragazza sudanese, madre di un bimbo di quattro anni, condannata alla lapidazione per adulterio. Una barbarie da fermare. GIULIA invita tutti i mezzi di informazione, le giornaliste e i giornalisti, ad accendere i riflettori e amplificare la campagna a favore di Intisar per chiedere al governo sudanese di sospendere la condanna emessa il 13 maggio.

Ecco il comunicato di di Italians for Darfur:

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Un appello per salvare una donna sudanese condannata allalapidazione per ”adulterio”, come denunciato nei giorni scorsi da Human right watch e Amnesty International, è stato lanciato oggi da Italians for Darfur e Articolo 21.

La petizione ha raccolto in poche ore quasi 1500 firme.

Attraverso questa sottoscrizione – afferma Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur impegnata in untour di conferenze e lezioni sui diritti umani – si chiede alle autorità di Khartoum di sospendere la sentenza emessa il 13 maggio scorso dal tribunale penale di Ombada, Sudancentrale.
Abbiamo rilanciato in Italia l”azione avviata in Sudan dalla sezione Africa di Amnesty International.

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Intisar Sharif Abdallah ha solo 20 anni ma è già madre di tre figli. Il più piccolo, un bimbo di quattro mesi, è con lei in carcere. E” stata condannata in base all”articolo 146 del codice penale sudanese del 1991.

Oltre a far conoscere il dramma di questa giovane, insieme ad Articolo21 continueremo a raccogliere più firme possibili. Grazie allìimpegno dei nostri sostenitori – ricordala Napoli – abbiamo in passato avviato iniziative per chiedere la sospensione della condanna a morte di sei bambini soldato, nel 2010 e nel 2011. La nostra azione ci hapermesso di ottenere la loro salvezza.

E” per questo che ora chiediamo un ulteriore sforzo a quanti credono nella giustizia e nei diritti umani: basta una firma. Insieme possiamo provare a ottenere clemenza anche per Intisar.
Trasmetteremo tutte le adesioniall”Ufficio del Presidente del

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Sudan, al Ministero della Giustizia e al Ministro degli Interni sudanesi. Con la speranza che, anche questa volta, il nostro e vostro impegnosia seguito da un risultato positivo.
“Le quotidiane violazioni dei diritti umani nel Sudan e in paesi limitrofi sono praticamente ignorate dalla gran parte dei media pubblici e privati – sottolinea Stefano Corradino, direttore di Articolo 21 – Per questo rivolgiamo un appello ai singoli cittadini, ai rappresentanti delle istituzioni e del mondo associativo, ma soprattutto agliorgani di informazione affinchè diano la giusta risonanza a questa vicenda e all”appello per salvare Intisar Sharif Abdallah”.

Per accedere al link della petizione: http://www.italianblogsfordarfur.it/petizione/index.php’

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