Layla è libera

Layla Ibrahim Issa Jumul, condannata a morte in Sudan per lapidazione, è stata liberata: lo annuncia Italians for Darfur che, con GiULiA, aveva avviato iniziative per lei.

Layla è libera
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Redazione Modifica articolo

18 Settembre 2012 - 20.14


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Khartoum, 18 set. – “Layla Ibrahim Issa Jumul, la ventitreenne

condannata a morte in Sudan per lapidazione, e” stata rilasciata”. Lo

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annuncia una nota di ”Italians for Darfur” che, supportata da ”Giulia”

(Giornaliste italiane unite libere indipendenti), aveva avviato una petizione

per chiedere la liberazione della giovane accusata di adulterio, raccogliendo

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oltre 10mila firme. La notizia e” stata confermata ufficialmente dagli

avvocati difensori della giovane donna e dai volontari di ”Awid – Women”s

Right”, che hanno supportato Layla e i suoi familiari durante la

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detenzione.

L”accusa di adulterio, per la quale era stata condannata a morte

tramite lapidazione, e” stata tramutata in “atti contro la morale pubblica”

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dalla Corte di Appello del tribunale di Mayo. “Quello di Layla e” il secondo

caso di una donna destinata alla pena capitale e poi rilasciata dalle

autorita” giudiziarie sudanesi – ricorda Antonella Napoli, presidente di

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”Italians for Darfur” – pressate dalla mobilitazione internazionale”.

Il 3

luglio scorso le porte della prigione di Khartoum si erano aperte per

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Intisar, 20 anni, madre di un bambino di pochi mesi come Layla. “Ringraziamo

tutti coloro che ci hanno affiancati in questa battaglia – aggiunge la Napoli

– Sono queste notizie che ridanno vigore al lavoro di chi crede fermamente

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nel rispetto dei diritti umani”.

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