Discriminazioni di... provincia

'La discussione sulla discriminazione delle donne si allarga a macchia d''olio. Ad Ascoli un importante incontro in cui si è parlato, tra l''altro, anche di giornali e giornaliste.'

Discriminazioni di... provincia
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3 Ottobre 2012 - 13.24


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Le donne guadagnano di meno, a parità di incarichi; l”Italia è al penultimo posto, seconda soltanto alla Grecia, per numero di occupate (il 46% contro il 60 della media Ue); il loro lavoro, soprattutto, in casa, ha un valore, anche economico. Concetti forse scontati per chi vive tutti i giorni la realtà della discriminazione nei mestieri o nelle professioni. Difficili, però, da far “passare” in provincia dove ancora la consapevolezza dei diritti femminili resta al palo e confinata tra le fasce più acculturate della popolazione.
L”opportunità di discutere del ruolo delle donne nella società è stata offerta, in Ascoli, dalle Acli. In occasione, infatti, dell”inaugurazione del Centro Famiglia 2.0 dell”associazione cattolica la coordinatrice locale, Patrizia Di Luigi, ha riunito intorno a un tavolo Paola Petrucci, consigliera di parità in una Provincia che non ha assessori donna, la coordinatrice nazionale delle Acli Agnese Ranghelli e Cesarina Vagnoni presidente regionale del Comitato Impresa Donna della Cna, la confederazione degli artigiani.

Nel vivace dibattito è emerso che la difficoltà di accesso al lavoro sul territorio è ancora il primo motivo per il quale le donne si rivolgono alla consigliera di parità la quale ha fatto anche un curioso calcolo della retribuzione che spetterebbe a una donna, al mese, se si conteggiassero anche i lavori di cura della famiglia. Alla modica cifra di 10 euro all”ora, lo “stipendio” non dovrebbe scendere al di sotto del 2350 euro. Per chi è giornalista, insomma, la somma media che percepisce un redattore ordinario.

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Perché c”è stato spazio anche per parlare di giornalismo con la redattrice del Corriere Adriatico Laura Ripani che ha rimarcato come se nei ruoli bassi di questa professione ci siano molte donne, è ai vertici che il “tetto di cristallo” è difficile da sfondare: ci sono solo 10 direttrici di testata per 124 uomini e dalla platea nessuna ha saputo indicarne una “che conta”.

Ma le occasioni di speranza ci sono.

A margine della discussione è stato presentato il progetto Melograno, realizzato da una cooperativa di ragazze tutte under 30 capaci di risponedere a due esigenze molto sentite: la propria – di occupazione – e della città di Ascoli dove, da qualche giorno, le famiglie potranno portare i propri ragazzi a svolgere i compiti a casa in ambienti stimolanti per lo studio.

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