Per una libera scelta di tutte

Riportiamo in questo giorno il rapporto Onu sulla pianificazione familiare. Perché anche negare la possibilità di decidere se e quanti figli avere è una forma di violenza

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24 Novembre 2012 - 23.17


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In questa giornata dedicata all”eliminazione della violenza sulle donne riportiamo un riassunto del rapporto sullo Stato della popolazione nel mondo 2012 dell”UNFPA, Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, presentato lo scorso 14 novembre dal titolo “Per scelta, non per caso: pianificazione familiare, diritti umani e sviluppo”, tradotto dall”associazione Aidos. Per ricordare e dare voce a tutte quelle donne cui viene negato persino il diritto di una pianificazione familiare volontaria. Anche questa è violenza.

La possibilità di decidere il numero di figli e l’intervallo in cui averli è garantito in molti paesi sviluppati e tra le classi dirigenti dei paesi del Sud del mondo. Ma, per la maggior parte delle persone nei paesi in via di sviluppo, specialmente i più poveri, il potere e i mezzi per determinare l’ampiezza della propria famiglia sono scarsi o inadeguati. Circa 222 milioni di donne non hanno accesso ad informazioni affidabili, alta qualità di servizi di pianificazione familiare, nozioni e mezzi, mettendole in questo modo a rischio di gravidanze indesiderate. Anche nei paesi sviluppati c’è un alto livello di gravidanze non desiderate, specialmente tra le adolescenti, i più poveri e le/gli immigrati/e. L”enorme bisogno insoddisfatto di pianificazione familiare persiste, nonostante gli accordi internazionali e i trattati sui diritti umani che promuovono il diritto della persona a prendere le proprie decisioni su quando e quanto spesso avere figli/e. Oggi la pianificazione familiare è quasi universalmente riconosciuta come un diritto intrinseco, affermato e sostenuto dagli altri diritti umani. Poiché è un diritto, la pianificazione familiare volontaria dovrebbe essere a disposizione di tutti/e, non solo di chi è ricco o privilegiato.

La carenza di contraccettivi è solo uno dei motivi per cui milioni di persone non sono ancora in grado di esercitare il proprio diritto alla pianificazione familiare. L”accesso a quest’ultima può anche essere limitato da fattori quali la povertà, pressioni sociali sulla sessualità, disuguaglianza di genere e discriminazione. Garantire l’accesso per tutte le donne, gli uomini, e i/le giovani richiede un impegno su più fronti: rafforzare, contemporaneamente, i sistemi sanitari, introdurre o garantire il rispetto delle leggi che tutelano i diritti delle persone, ridurre la povertà, sfidare pratiche tradizionali dannose, eliminare i matrimoni precoci, porre fine alla discriminazione, eliminare gli ostacoli logistici e fornire una vasta gamma di materiali per la contraccezione.

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Garantire l”accesso universale alla pianificazione familiare volontaria è una questione di tutela dei diritti umani. Ma è anche una problema di sviluppo economico e sociale. Sono vari gli studi che hanno dimostrato come investire nella pianificazione familiare aiuta a ridurre la povertà, migliora la salute, promuove l’uguaglianza di genere, consente alle adolescenti di finire gli studi e aumenta la partecipazione alla forza lavoro. Quando una donna è in grado di esercitare i propri diritti riproduttivi, è inoltre maggiormente capace di beneficiare di altri diritti correlati, come il diritto all”istruzione. I risultati sono redditi più elevati, una migliore salute per lei e per i suoi figli e un maggiore potere decisionale – potere per lei in ambito familiare e comunitario. Quando donne e uomini insieme programmano una gravidanza, i bambini ne beneficiano nell’immediato e a lungo termine.

Uno studio condotto in una comunità del Bangladesh ha mostrato come le donne che hanno usufruito della pianificazione familiare hanno guadagnato salari più alti di un terzo rispetto ai salari delle donne che non avevano fatto uso della pianificazione familiare. Un’altra ricerca ha concluso che le gravidanze con un intervallo di tre-cinque anni potrebbero ridurre la mortalità infantile del 46 per cento nei paesi in via di sviluppo. Ed è uno studio condotto negli Stati Uniti a confermare che la maternità durante l”adolescenza abbassa fino al 10 per cento le probabilità di una ragazza di ottenere un diploma di scuola superiore riducendo il reddito annuale di una giovane adulta di ben 2,400 dollari. La pianificazione familiare aiuta ad evitare gravidanze indesiderate che possono avere un effetto negativo sulla capacità di una donna di godere di una serie di diritti ad esso correlati. Un’ adolescente che rimane incinta, per esempio, è spesso costretta a lasciare la scuola e quindi privata del suo diritto all”istruzione. Una gravidanza indesiderata può mettere in pericolo la salute della donna, minare le possibilità di guadagnarsi da vivere e intrappolare lei e la sua famiglia in un ciclo di povertà e di esclusione sociale.

Degli 80 milioni di gravidanze indesiderate che si prevedono per il 2012, si stima che, probabilmente, 40 milioni potrebbero finire con l”aborto. Affrontare il bisogno insoddisfatto di pianificazione familiare in tutto il mondo eviterebbe 54 milioni di gravidanze indesiderate e quindi 26 milioni di aborti in meno. La ricerca mostra anche che dove l’accesso alla pianificazione familiare, alle informazioni e ai servizi è ampiamente disponibile, i tassi di aborto sono più bassi.

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Gran parte delle ricerche condotte fino ad oggi si è concentrata sull’accesso alla pianificazione familiare da parte delle donne e delle adolescenti. Ma anche gli uomini hanno un bisogno insoddisfatto di pianificazione familiare. I dati pubblicati in questi ultimi anni rivelano inoltre il bisogno insoddisfatto di altri gruppi, come anziani, persone non sposate, minoranze etniche, rifugiati, migranti, lavoratori e lavoratrici del sesso, persone che convivono con l”Hiv/Aids e le donne e le ragazze a rischio di violenza sessuale nelle zone di conflitto o nelle crisi umanitarie. Ogni persona adulta, adolescente e giovane in tutto il mondo senza distinzione di sesso, stato sociale, reddito, etnia, religione o luogo di residenza deve avere la facoltà di decidere liberamente e responsabilmente il numero dei figli/e da avere e quando averli. Soddisfare il bisogno complessivo di qualità e accesso alla pianificazione familiare volontaria, tra i 222 milioni di donne che attualmente non vi hanno accesso, costerebbe circa 8,1 miliardi l”anno. In luglio Unfpa – Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, il Dipartimento per lo sviluppo internazionale del Regno Unito, la Bill and Melinda Gates Foundation e altri ancora hanno organizzato un vertice che ha raccolto impegni di finanziamento per 2 miliardi di dollari dai paesi in via di sviluppo, e 2,6 miliardi dai paesi donatori per estendere l’accesso alla pianificazione familiare volontaria ad altri 120 milioni di donne nei paesi in via di sviluppo entro il 2020. Un maggiore sostegno finanziario e impegno politico è necessario per eliminare tutti i bisogni insoddisfatti e rendere in grado ciascuno di esercitare il proprio diritto alla pianificazione familiare.

Lo Stato della popolazione nel mondo 2012”, basandosi sulle recenti ricerche, invita i paesi in via di sviluppo e quelli sviluppati, le organizzazioni internazionali e la società civile a:

– aumentare radicalmente il sostegno finanziario e l”impegno politico per garantire che i diritti base alla pianificazione familiare siano disponibili per tutti coloro che lo vogliono, quando lo vogliono, e che i servizi, le forniture di contraccettivi e le informazioni siano di alta qualità;

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– promuovere la pianificazione familiare come un diritto, il cui esercizio consente di ottenere tutta una serie di altri diritti;

– integrare la pianificazione familiare volontaria nel quadro più ampio dello sviluppo economico e sociale;

– eliminare gli ostacoli economici, sociali, logistici e finanziari alla pianificazione familiare volontaria così che chiunque scelga di usufruirne vi abbia accesso;

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– ridurre il numero di gravidanze non desiderate e aborti attraverso l’incremento della disponibilità, dell’affidabilità e della qualità dei contraccettivi e dei servizi di pianificazione familiare;

– rendere disponibili i programmi di pianificazione familiare al più grande numero di fruitori, inclusi le/gli adolescenti, le persone non sposate, e tutti quelli che ne hanno bisogno;

– includere la contraccezione di emergenza nella gamma dei mezzi disponibili per i programmi di pianificazione familiare;

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– coinvolgere uomini e ragazzi nella pianificazione familiare, sia per loro stessi che per sostenere il diritto di donne e ragazze all’uso della contraccezione.

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