‘Gli operai chiedono, le operaie ubbidiscono e l”azienda gongola. La notizia è la seguente: una grossa azienda metallurgica bielorussa ha scelto di ri-lanciare la propria attività anche attraverso un calendario, emulando il già inopportuno calendario Pirelli. Solo che qui le protagoniste non sono top model come Naomi Campbell o Cindy Crawford (non che questo cambi la sostanza), ma giovani donne sconosciute, salariate dalla Bmz, colosso da 12mila dipendenti. Nel paese di Lukashenko, ultimo dittatore d”Europa – come viene definito – succede dunque che le lavoratrici hanno gradito l”idea dei loro colleghi partecipando alla selezione per conquistare uno dei dodici mesi dell”anno. Interessante anche le motivazioni che compaiono sul sito dell”azienda a cornice del calendario: “Caratterizzata dalla flessibilità e da un appeal naturale, la bellezza del corpo femminile e quella di un metallo fuso sono in qualche modo collegate. Come il metallo, una donna è fatta delle proprietà piu” inaspettate e talvolta contraddittorie. Se ad un primo sguardo l”acciaio sembra solido e duro, esso può cambiare a certe condizioni, diventando soffice e flessibile”. Ma pensa te. Siamo inaspettate. E soffici. A certe condizioni, però. E noi che ci immaginavamo tutte fatica e pensiero.
A questo punto il campo è inevitabilmente aperto: alle battute, purtroppo, certo, ma speriamo anche alle riflessioni. Ancora un aiutino dalla cronaca: il pregiato lavoro – realizzato dai creativi della fabbrica che hanno scelto di associare ai dodici mesi dell”anno, le dodici fasi di lavorazione dell’acciaio, proiettandole sui sinuosi corpi delle giovani donne – è stato presentato in anteprima a Zhlobin, nel Palazzo della Cultura dei metallurgici. Le protagoniste del calendario, come riportano i media locali, sono state invece scelte da una apposita commissione, in vari reparti: ci sono operaie, una ingegnera, una contabile.
Primo commento a caldo: quanto deve essere lunga la strada per la nostra liberazione, fisica, mentale e psicologica? A cominciare dalla notizia riportata dalla nostra agenzia di stampa nazionale Ansa, che chiude il servizio con il seguente racconto: “Il calendario ha una sua eleganza retrò, con acconciature a volte demodé. Nessuna volgarità, anzi un”originale fusione tra il corpo femminile e i disegni dei metalli fusi nella fabbrica. ”Mio marito? Non mi preoccupo, tanto questo calendario non lo vedrà, è solo per i nostri partner industriali”, ha spiegato una di loro. Ma alla fine il prodotto è finito su Internet, scatenando i blogger. ”Chi prenderà per moglie una di queste donne?”, si interroga uno. ”Se fossi uno dei mariti divorzierei”, commenta un altro. Ma c”è anche chi apprezza questo mettersi in gioco, in nome dell”interesse aziendale“. Secondo commento a caldo: vergogna!
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