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“Il corpicino di un bimbo molto piccolo e senza vita, ancora allo stato di un feto, è stato trovato in un bar del centro di Roma”: LaStampa.it, 20 marzo.
Ancora: potrebbe essere un “aborto prematuro”, è scritto; ma cos”è un “aborto prematuro”?
Tutto ciò un nome, invece, ce l”ha: disinformazione.
Perché un feto non è un bambino; e un bambino non è un feto. Perché un giornalista conosce le parole e il loro uso, sa come destare attenzione ed emozione, e dovrebbe ben sapere anche – lui, il suo caposervizio, il direttore – che la penna ferisce.
E in questo caso non solo ferisce la verità ma – facendo il gioco delle tre carte con le parole – si mette al servizio di quanti vogliono vanificare le battaglie delle donne in difesa della legge 194, per una maternità consapevole.
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