Le donne di CGIL CISL UIL hanno da sempre contrastato qualsiasi forma di
sfruttamento, di violenza e di violazione delle libertà individuali e
collettive ed hanno sempre promosso l’affermazione della dignità delle donne
nel nostro Paese.
Violenza e violazione che oggi ha una sua forma nel colpire le donne. Ne
sono un drammatico esempio le 127 donne ammazzate nel 2012, ma anche le
tante forme di violenza nei luoghi di lavoro, nelle città e in famiglia e
che trova, purtroppo, nel linguaggio una forma di legittimazione.
Il 1° maggio, festa dei lavoratori e delle lavoratrici, continua a
rappresentare l’affermazione di quei valori, di quei linguaggi e di quelle
lotte: questa è la ragione per cui testi contrari a quei simboli sono
inconciliabili su quel palco.
Non c’è alcuna volontà di censura, bensì le diverse libertà possono e
debbono trovare luoghi diversi di espressione.