GendErotica, festival internazionale queer, è giunto alla sua terza edizione. Al Nuovo Cinema Palazzo (San Lorenzo) e al Teatro Valle Occupato, GendErotica ospiterà arti figurative e performative che raccontano il corpo queer, con gioia e passione, piacere e divertimento. Tema di quest’anno è il Fem Power e la Queer Femininity: di che cosa parliamo precisamente?
Lo abbiamo chiesto a Senith, una delle Eyes Wild Drag, il gruppo di performer “queer gender drag” che da anni lavora sulla sperimentazione dei generi, dei ruoli e dell’immaginario erotico, rappresentando la principale espressione “drag” condotta da donne in Italia. Senza dubbio rappresentano un’originale anomalia anche rispetto al mondo glbt.
«La queer femininity è un concetto che non è molto usato in Italia, così come l’idea di Fem (o femme)», spiega Senith, «Essere Fem significa che indipendentemente dal mio genere biologico e dal mio orientamento sessuale, vivo, agisco, intervengo nel mondo incarnando il femminile e ricorrendo ad un’estetica iperfemminile dove ogni mio tacco, ogni mio trucco, ogni mio gesto, ogni mio comportamento, ogni spazio che occupo, ogni esaltazione della mia identità Fem è vissuta perché mi sento a mio agio in quell corpo».
Eppure, anche nel mondo Glbt il femminile è stato spesso incarnato solo dai maschi che si travestivano o si sentivano femmine, esaltando o esagerando toni e comportamenti.
«Noi pensiamo che anche una donna possa invece sentirsi Fem, proprio rovesciando anche lo stereotipo che vuole le donne iperfemminili incapaci di pensare o di dire qualcosa di intelligente. Mentre non si può separare l’essere Fem o Queer Fem dalla militanza e consapevolezza politica. Queer femininity è militanza femminista».
E le femministe che dicono?
«In alcuni casi sono spaventate, così come le eterosessuali che pensano che essere Fem sia una cosa che riguardi solo le lesbiche, altre ci accusano di voler riprodurre stereotipi di ruolo e genere, mentre noi intendiamo fare esattamente il contrario: assoluto attraversamento dei generi, rivisitazione dei codici, uscita dalle gabbie biologiche. Un esempio su tutti: come donna biologica, vivo e agisco da donna, e nessuno batte ciglio, ma quando entro in scena con il mio personaggio che estremizza i codici di genere femminile vengo presa per un maschio che si traveste da donna! C’è una resistenza enorme a scompaginare le carte sul tavolo».
Essere una Fem Queer, sostengono le promotrici del festival, è difficile dappertutto ma «esserlo in Italia è un gesto sfrontato e rivoluzionario contro (e alla faccia) di una cultura maschilista e patriarcale nella quale l’ipervisibilità femminile è considerata al servizio del piacere del maschio bianco-etero. Quante volte per paura, contegno, buona educazione, abbiamo rifiutato abbigliamenti esagerati, condannato comportamenti assertivi, sputato su atteggiamenti fiduciosi, negato la debolezza, nascosto il desiderio: siamo diventate le femmine che volevano gli altri o che volevamo noi? Siamo cresciute per come era necessario o per come ci piaceva?».
Per scoprirlo, il festival è un’ottima occasione di conoscenza e scambio esperienze. Ci saranno artiste burlesque femministe, Faux Queen (donne che si impossessano dell’estetica delle Drag Queen reinventandola), Vampire, Fat Fem (quando la femminilità rivendicata, erotica e prorompente, supera le barriere delle taglia e del peso), Fem da tutto il mondo perché GendErotica ospita anche la prima Fem Conference italiana (2 giugno ore 10.30 Teatro Valle) e il programma completo è su http://www.eyeswilddrag.it/