Femminicidio a Pavia. Ma non parlate di "raptus"

Tiziana, 37 anni, è stata uccisa dal marito. Ma la sua dolorosa morte è frutto di una Cultura, non è una "follia omicida". Dedicato alle colleghe e ai cronisti. Di [Adriana Terzo]

Femminicidio a Pavia. Ma non parlate di "raptus"
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10 Luglio 2013 - 09.45


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‘Una giovane donna – ancora una donna per chi ancora pensa che il femminicidio sia un”invenzione dei giornali – è stata uccisa dal marito nelle prime ore del mattino, a Pavia. Aveva 37 anni, era un ”impiegata con la passione delle moto. E aveva un bimbo di due anni e mezzo. La cronaca sbriciola dettagli che hanno un sapore amaro e sterile: Tiziana Rizzi è morta, questa è l”unica verità che necessita di essere sbandierata. La seconda è chiedersi tutti i giorni, tutte le settimane, tutti i mesi, perché.

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Perché ancora in Italia, nel 2013, paese altamente industrializzato e “progredito”, si uccidono le donne, le mogli, le sorelle. Il resoconto che vi riproponiamo qui sotto – badate bene, si tratta di un lancio Ansa, la più grande e conosciuta agenzia di stampa italiana – parla di “tragedia familiare”, di “raptus omicida”. Ma come possiamo far capire al cronista o alla collega che questi assassini sono solo l”ultimo anello di vessazioni, violenze e soprusi protratti nel tempo, spesso all”interno di consessi familiari? Tra l”altro, lo conferma la stessa agenzia quando dice “Non si conoscono ancora le ragioni di questa discussione, l”ennesima tra i due coniugi”. L”ennesima. Dunque, non è un raptus dovuto ad un impazzimento di sinapsi.

Dal vocabolario Zanichelli, raptus: “Impulso irresistibile a compiere azioni improvvise spesso violente e aggressive”. Ma se questi impulsi si manifestano tutti i giorni, sono raptus? Le parole sono importanti perché non sono solo parole ma immagini, comunicazione, simboli, memoria, educazione… La “follia omicida” – come scritto nel lancio di agenzia – non spiega il fenomeno del femminicidio che è molto semplice e chiaro nella sua drammaticità: una donna si oppone ad un uomo in quanto essere pensante e decidente (altri siti e giornali dicono che Tiziana voleva lasciarlo). Ma poiché l”uomo ritiene che questa donna sia di sua proprietà e debba essere lui a deciderne sorti ed aspirazioni, prende questa “cosa” che gli si oppone e la annienta. Incapace di articolare frustrazioni, abbandoni, disagi. Incapace, cioè, di avere ciò che abitualmente chiamiamo un comportamento da persona “adulta e consapevole”. Ma, soprattutto, sostenuto da un ambiente e da una società che tollerano se non addirittura approvano, questo tipo di comportamenti.

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Se stai leggendo questo articolo, se vuoi veramente che cambi la Cultura che porta al femminicidio, non fermarti alla sola lettura. Fai in modo che questa tragedia non si trasformi in un trafiletto di cronaca da ultima pagina su Repubblica, come purtroppo sta accadendo. Informati, approfondisci, dibatti con le tue amiche e i tuoi amici, mettici la faccia ed esponiti in prima persona. Ogni goccia di movimento verso il superamento di questa mentalità maschilista e patriarcale – che ci riguarda tutti, anche noi donne – sarà una goccia verso la Civilità.

Uccide la moglie nel Pavese dopo ennesimo litigio Accoltellata alla gola. In casa anche il figlio di 2 anni. Pavia, 9 luglio (Ansa) – L”ennesima discussione. Le urla nella notte nell”appartamento, al secondo piano, di un”elegante palazzina in viale della Resistenza a Landriano (Pavia), un popoloso comune del Pavese. Poi, al culmine del litigio, il raptus omicida: Marco Malabarba, 39 anni, operaio, si precipita nella cucina di casa, apre un cassetto, afferra un coltello e si scaglia contro la moglie, ferendola al collo. Tiziana Rizzi, 36 anni, impiegata, muore per la gravissima ferita e il sangue perso. In casa, anche il figlio della coppia, un bimbo di due anni. Il nuovo capitolo dell”ormai lunghissimo libro delle tragedie familiari che vedono sempre piu” donne vittime dei loro mariti e compagni, e” stato scritto all”alba di questa mattina in questo centro che ha piu” di 7mila abitanti e si trova al confine tra le province di Pavia, Milano e Lodi. Una follia omicida, quella che ha mosso la mano di Marco Malabarba facendogli vibrare la coltellata mortale alla moglie, che si e” scatenata dopo un nuovo litigio. Non si conoscono ancora le ragioni di questa discussione, l”ennesima tra i due coniugi. Non sembra che ad originarla siano state questioni economiche: entrambi avevano un lavoro ed abitavano, con il figlio di due anni e mezzo, in un appartamento confortevole. Gli investigatori stanno cercando di stabilire quale sia stata la causa a provocare questa nuova discussione tra Marco e Tiziana. Il dramma si e” consumato poco dopo le cinque del mattino. Dopo aver accoltellato a morte la moglie, Marco Malabarba ha preso con se” il bambino, e” corso fuori ed ha raggiunto l”abitazione dei suoi genitori, ai quali ha raccontato cosa era successo. Il padre, quasi incredulo nell”ascoltare le parole del figlio, ha chiamato il 118 ed ha telefonato al consuocero per avvisarlo. A quel punto il papa” della vittima si e” precipitato nell”appartamento di viale della Resistenza, proprio mentre giungevano anche i soccorritori del 118 assieme ai carabinieri. Purtroppo ormai non c”era piu” nulla da fare per Tiziana Rizzi. Troppo grave la ferita provocata dalla lama del coltello, troppo il sangue perso. I medici non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Marco Malabarba e” stato accompagnato prima in caserma e poi in carcere. L”uomo e” in stato di fermo per omicidio. Saranno i nonni, per il momento, ad occuparsi del figlio. Per la comunita” di Landriano questo fatto di sangue e” all”apparenza inspiegabile. Alcuni vicini di casa hanno descritto Tiziana Rizzi come una donna sempre sorridente. La donna e il marito erano accomunati dalla passione per le moto: erano entrambi iscritti all”associazione sportiva dilettantistica ”Moto Club Ctbk Group”, che in provincia di Pavia puo” contare su 140 soci.

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