‘Per aderire all”appello, lanciato da Barbara Romagnoli e Adriana Terzo (giornaliste freelance) e Tiziana Dal Pra (presidente associazione interculturale Trama di Terre) puoi scrivere a: scioperodonne2013@gmail.com, indicando almeno nome, cognome e città di provenienza.
Muove l”indignazione per un altro efferato femminicidio, muove l”orrore
Fabiana bruciata viva dal suo fidanzato, ma ogni giorno è segnato da un
altro gesto di insopportabile violenza. Dal linguaggio, all”insulto, alla
rappresentazione, alle molestie, al femminicidio, al fastidio infinito della
cronaca, che annacqua, giustifica, spettacolarizza tutto.
Abbiamo sempre denunciato, attraverso le piazze, ballato con One Billion
Rising, scritto, analizzato. Abbiamo indagato se la crisi non fosse un alibi per giustificare, abbiamo discusso come scrollarci di dosso quel giudizio di moralismo, di non adeguate allo scherzo e alla modernità.
La quotidianità implacabile, giorno per giorno, ci schiaccia in nuova
violenza. Ogni giorno ci interroghiamo su quanto tutto questo violi la nostra
libertà, ci faccia essere preoccupate e condizionate per le nostre figlie.
Ogni giorno vediamo allontanarsi l”idea della libertà femminile metro di
misura della democrazia.
Insieme sappiamo che tante e tanti invece vorrebbero che finisse violenza, disumanità, disprezzo, separazione dei corpi dalle menti. Tante e tanti sanno che la violenza contro le donne è violenza su tutti,
rende peggiore la vita di tutti.
Traduciamo la positività delle ratifiche della Convenzione di Istanbul nella
necessità di una legge, attesa da troppo, che riconosca nei LEA i centri
antiviolenza e tanto altro. Traduciamo il nostro essere persone e non oggetti nel valore del nostro lavoro, riconosciuto e nel tanto non visto, non riconosciuto, non retribuito.
Scioperiamo per fermare la cultura della violenza, disconnettiamoci dalle attività quotidiane per un giorno.
Affermiamo che senza donne libere, autodeterminate, non c”è società.
Fermiamoci insieme perché “rabbia, dolore, sconforto, indignazione,
denuncia e consapevolezza” devono far dire basta.
‘