Sochi, Olimpiadi e gay pride

Ventisette premi Nobel contro la normativa anti-gay di Putin. E le Olimpiadi invernali in Russia si trasformano nelle "Olimpiadi per i diritti". Di [Delia Vaccarello]

Sochi, Olimpiadi e gay pride
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30 Gennaio 2014 - 22.25


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A pochi giorni dall”inizio delle olimpiadi di Sochi ventisette premi Nobel puntano il dito contro la normativa anti-gay varata da Putin il 30 giugno scorso che sta causando in Russia pesanti repressioni politiche e gravi sofferenze. Tra i firmatari Mairead Maguire nobel per la pace 1976, Harold Kroto Nobel per la chimica 1996, Herta Müller e John Coetzee entrambi nobel per la letteratura nel 2009 e nel 2003. La legge vieta che si possa dire in pubblico di essere omosessuali perché si tratterebbe di “propaganda gay” dinanzi a minori, proibisce anche i gay pride e qualunque manifestazione in favore dei diritti di lesbiche, gay e trans. Alla base del testo una concezione dell”omosessualità come devianza di cui vergognarsi.
Il sindaco di Sochi è arrivato a dichiarare alla Bbc nei giorni scorsi che “a Sochi non ci sono gay” e che “la nostra ospitalità sarà estesa a tutti coloro che rispettano le leggi della Federazione Russa e non impongono le loro abitudini ad altri”.

Peccato che da un interessante servizio della Cnn salta fuori che a Sochi c”è un locale notturno per gay e lesbiche frequentato anche dagli etero, affollato da gente che ama gli show delle drag queen e gli spettacoli che ricordano molto lo stile “Priscilla”.

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Il presidente del comitato olimpico intanto fa sapere che non saranno ammesse sul podio proteste contro la legge anti-gay e a favore dei diritti umani, tali “esternazioni” saranno possibili solo nel corso delle conferenze stampa. Misure che non possono non fare salire la tensione.

Sulla questione dei diritti è già chiaro il segnale lanciato da Obama: a rappresentare gli Stati Uniti alla cerimonia di apertura dei giochi invernali di Sochi sarà Billie Jean King, stella del firmamento del tennis, prima atleta professionista a dirsi lesbica nel 1981. Non solo. Nella cerimonia di chiusura ci sarà Caitlin Cahow, giocatrice di hockey su ghiaccio e olimpionica, anche lei lesbica. Billie, classe 1943, ha speso l”intera vita per lottare in nome dell”uguaglianza. Subito dopo il coming out, fatto per una questione legale con la ex partner, l”atleta perse milioni di dollari di sponsorizzazione e per anni dovette giocare solo per pagare gli avvocati, come ha dichiarato anni dopo. Nel tempo le cose in America sono radicalmente cambiate anche grazie all”impegno di personalità come la sua, non a caso insignita da Obama della medaglia della libertà per essere stata “protagonista del cambiamento” nella lotta per l”uguaglianza. Lo stesso Obama non presenzierà all”apertura dei giochi e neanche nessun rappresentante del suo governo.

I premi nobel dal canto loro hanno deciso di farsi sentire mettendo nero su bianco il loro aperto contrasto alla politica di Putin. Si tratta di “una lettera inviata per testimoniare che numerosi membri anziani della comunità scientifica e dello spettacolo a livello internazionale manifestano tutta la loro solidarietà ai politici, agli sportivi, agli artisti e ai molti altri che hanno espresso il proprio orrore per le azioni del governo russo contro i cittadini omosessuali”.
Harold Kroto annuncia che non si recherà più in Russia, nonostante conosca bene la grande amicizia degli scienziati russi, fino a quando la legge non verrà abrogata e non venga fatto un serio sforzo del governo per garantire la sicurezza delle persone gay, lesbiche e trans. “La protesta non è mai facile – concludono i nobel -, ma speriamo che dichiarando la nostra opposizione alla nuova normativa sarà possibile incoraggiare lo Stato russo ad abbracciare i principi democratici inclusivi raggiunti da Mikhail Gorbaciov con un impegno durissimo”.

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Ma come la pensano i gay russi? PlanetRomeo uno dei siti più frequentati in Europa per incontri gay ha diffuso nei giorni scorsi un questionario al quale hanno risposto oltre 1500 utenti che vivono in Russia. Tra i risultati (a risposta multipla): il trenta per cento non ha mai parlato con nessuno della propria omosessualità; la metà degli intervistati è contraria alla legge omofobica e il 34 per cento vorrebbe che venisse modificata. Molti lamentano che nei media, dopo il varo della legge, l”omosessualità venga costantemente identificata con la pedofilia. Molto diffusa la volontà di emigrare anche perchè il 69 per cento si aspetta un peggioramento della situazione.

Come vengono valutate le reazioni della comunità internazionale? Il 13 per cento “si chiude” e pensa che gli altri paesi non dovrebbero occuparsi degli affari della Russia. Poco meno della metà, invece, chiede che le associazioni lgbt russe ricevano adeguati sostegni. Per il 73 per cento è importante che i riflettori restino puntati su Putin e sul suo governo.

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