Se un bacio gay buca lo schermo

In Brasile per la prima volta il bacio in una telenovela: 700mila tweet entusiasti. Autogol della Rete Globo o vittoria dei "No Copa"? Di [Solange Cavalcante]

Se un bacio gay buca lo schermo
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3 Febbraio 2014 - 15.55


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“Buongiorno a tutti quelli che hanno festeggiato il bacio tra Felix e Niko”, saluta uno dei settecentomila twitter partiti dal Brasile la mattina del 1 Febbraio. È dalla sera prima che tutti i social networks brasiliani, i giornali e la gente parlano solo di questo: il sorprendente bacio gay tra due uomini, il primo mai andato in onda in Brasile, trasmesso nell”ultimo capitolo di una telenovela della Rete Globo di Televisione.

La scena viene seguita da ogni famiglia del Paese, in ogni casa, nei bar, tra i gruppi di zii, vecchiette e amici del movimento GLBT e non, radunatisi appositamente per controllare se la Rete Globo – il cosiddetto “Timoniere dell”Ordine” – censurerà o meno il gesto annunciato. L”avevano tagliato tante volte, in altre produzioni. Ma questa volta no. I due protagonisti, Felix e Niko, alla fine si baciano in bocca, facendo scoppiare il grido di gioia di un mondo di gente. “È un giorno storico”, festeggiano. Altri piangono dall”emozione. “Sembra una finale di Coppa del Mondo”. Festeggiarono principalmente i militanti GLBT.

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Si sa, l”argomento telenovelas non può importare di meno al di fuori di quei confini – finché non si comprende fino in fondo il rapporto tra i 200 milioni di brasiliani e la seconda tivù privata più potente del mondo.

Creata sotto l”egida ed a favore dei dittatori, nel 1965 (un anno dopo il golpe militare), la Rete Globo si mise subito a ripagare i privilegi ottenuti, diventando il portavoce del regime. L”equipaggiamento d”ultima generazione e i suoi precisi standard di qualità servivano a far sì che il popolo accettasse come normale la vita che vi si rappresentava. Le telenovelas apparsero fin da subito come un”avvincente macchina di propaganda dei sogni borghesi, di pregiudizi e stereotipi, mandati in onda per distrarre la gente mentre il regime torturava e “suicidava”.

A completare il quadro, oltre a produrre telenovelas, il giornalismo “globale” produceva anche l”informazione, manipolando i risultati delle elezioni, e costruendo false notizie sul come i “terroristi contrari al Paese” erano “trovati” morti – e non squartati dagli squadroni militari.

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I militari ne erano entusiasti. “Tutte le sere, quando accendo la televisione per assistere al telegiornale, mi sento felice. Mentre le notizie internazionali parlano di agitazioni e conflitti, il Brasile invece, marcia verso lo sviluppo”, dichiarava il generale-presidente Emilio Medici, uno che di tortura se ne intendeva. “È come prendere un tranquillante dopo una giornata di lavoro”. Si riferiva al Jornal Nacional, il TG della Rede Globo. Ovviamente.

È fin da allora che è cresciuta la rabbia popolare contro il potente network. Nonostante l”accuratezza delle sue produzioni, i brasiliani non sono mai stati zitti. “O povo não é bobo. Fora Rede Globo”. Ovverosia: non pensiate di imbrogliaci – qui nessuno è stupido.

Come si spiega allora il bacio gay mandato in onda venerdì scorso? Possibile che la Globo si sia convertita all”onda popolare che scende sempre più spesso in piazza?Mica tanto. Il network brasiliano ha solo capito che i diritti degli omosessuali interessano sempre più anche alla classe media e agli opinion makers. Conosce benissimo le potenzialità del prodotto telenovelas, e continua a seguire i suoi precisi obiettivi di marketing – dalla vendita delle colonne sonore di ogni soap opera (quella delle 5, delle 6, delle 7 e delle 9 di sera), fino ai prodotti di bellezza e ai capi d”abbigliamento alla moda indossati dai protagonisti – una vera e propria miniera d”oro, capace di resistere ad ogni crisi.

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Dopotutto, è meglio tenere buoni i movimenti. Loro sanno del coinvolgimento della Rete Globo nel golpe, nel 1964. Loro sanno che la Rete Globo manipola le informazioni. Loro sanno che la Rete Globo deve miliardi in tasse allo Stato. Loro sanno che la Rete Globo vuole squalificare le lotte della gente scesa in piazza.

E allora, perché festeggiare un bacio gay programmato a tavolino dal nemico del popolo? La risposta, per niente scientifica è: perché sì. Sarà per la gioia di avercela fatta, per essere riusciti a imporre il rispetto dei diversi, sarà per il gusto della provocazione. Insomma, perché sì.

Non basterà questo a far cambiare l”opinione dei tantissimi brasiliani coscienti verso l”antipatico network TV. Infatti: il giorno dopo lo storico bacio omosessuale, esploso con la gioia di un gol, la gente è tornata in piazza lo stesso, gridando gli stessi slogan: “Questa Coppa non s”ha da fare”. “O povo não é bobo. Fora Rede Globo”.

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Solange Cavalcante è una giornalista brasiliana, autrice di “Compagni di stadio – Sócrates e la Democrazia Corinthiana”, di prossima uscita per Fandango.

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