Cara Presidente,
sono già state dette molte parole, e il rischio più grande è che prenda il sopravvento lo sconforto per quanto accade e per come ci ferisce nel profondo. Hai tutta la nostra solidarietà e ci sentiamo vicine a te, alle Parlamentari e a tutte le donne che in questi giorni subiscono offese di una volgarità inusitata, dal momento che mai, a nessuno dei loro colleghi maschi, è stato riservato un trattamento di analoga violenza.
Ma la solidarietà non basta, c’è qualcosa di più forte, la condivisione di una consapevolezza: che a una donna è sempre richiesto di più, e quando assume ruoli di potere, deve sempre fare i conti con una buona dose di misoginia, e quella rabbia impotente che la vuole inadeguata al compito, che si sforza di ridurla a mero oggetto del piacere sessuale maschile, riportandola ad un ruolo di sottomissione. E’ sempre il solito modello sessista che la dice lunga sulla relazione del potere politico italiano col femminile.
Per questo la reazione dev’essere forte, energica, irriducibile. La nostra e quella degli uomini che non si riconoscono nel modello imperante, che i cosiddetti portatori del “nuovo” stanno riproponendo con arroganza.
Noi siamo con te per affermare la forza delle donne.
Usciamo dal silenzio Milano