Basta parlare di bambine-kamikaze

L’associazione Gi.U.Li.A. Giornaliste chiede ai media italiani rispetto per le piccole vittime bambine, che in questi giorni sono state protagoniste di attentati atroci.

Basta parlare di bambine-kamikaze
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Redazione Modifica articolo

14 Gennaio 2015 - 16.04


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Diciamo basta a questa informazione fuorviante che, nella ricerca di titoli sempre più sensazionali, mistifica la realtà. L’associazione Gi.U.Li.A.

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Giornaliste chiede ai media italiani rispetto per le piccole vittime bambine, che in questi giorni sono state protagoniste di attentati atroci.
Imbottite di tritolo e fatte saltare in aria, con un telecomando, a distanza, dai terroristi di Boko Haram che in Nigeria rapiscono, stuprano e fanno delle giovani donne schiave sessuali.

Vogliamo richiamare l’attenzione dei colleghi e delle colleghe che si occupano di questi sanguinosi eventi che queste bambine sono costrette da adulti disumani a morire contro la loro volontà, spesso inconsapevoli del proprio destino, in Paesi dove la vita di una donna – e ancor più di una bambina – non vale nulla.

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Chiediamo di non uccidere una seconda volta queste bambine innocenti, attribuendo loro una falsa responsabilità: a 10 anni non si può essere kamikaze, ma solo vittime. Vittime degli adulti e di una guerra non loro. Una strage che deve avere la giusta attenzione dei media.

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