“Stop violenza: le parole per dirlo”: un manuale, corsi di formazione, prossimamente un sito e una app. Viene presentato venerdì 17 a Montecitorio (Sala del Mappamondo, ore 10-13) il progetto dell’Associazione GiULiA giornaliste, che ha avuto il patrocinio della Fnsi, dell’Usigrai e dell’Inpgi, per promuovere un linguaggio appropriato nei media nei casi di violenza contro le donne, perché le parole non feriscano una seconda volta.
L’analisi dei media (a cura della prof. Graziella Priulla), i risultati dell’Osservatorio sulla Rai sulla rappresentazione femminile (ne parleranno i prof. Enrico Menduni e Elisa Giomi, che hanno curato la ricerca per Isimm), ma anche l’uso dell’immagine nel racconto della violenza, il rischio della “doppia vittimizzazione”, le leggi e le norme deontologiche (a cura di Marina Cosi, Luisa Betti e Silvia Garambois, giornaliste di GiULiA), saranno i temi analizzati nella mattinata.
Hanno confermato la partecipazione all’incontro i vertici della categoria dei giornalisti, insieme a rappresentanti dell’associazionismo femminile e femminista e delle istituzioni.
Il progetto di GiULiA – rete che unisce oltre mille giornaliste in tutta Italia e associazione con rappresentanze territoriali in molte regioni – nasce dalla convinzione che l’informazione può e deve avere un ruolo importante per contrastare la violenza contro le donne: che l’informazione corretta, completa, esaustiva, sia tra le azioni necessarie per porre un freno a questi delitti che rappresentano una sconfitta sociale e culturale per tutti noi, cittadine e cittadini.
Con questo lavoro GiULiA vuole rivendicare fortemente il ruolo e il valore dell’informazione, strumento di cultura che aiuta a sviluppare il senso critico della società e la democrazia dei Paesi, che oggi più che mai passa anche dal rispetto delle donne e della loro dignità.