Stop violenza: le parole per dirlo

Venerdì 17 dalle 10 alle 13 si terrà a Montecitorio la presentazione del progetto dell'associazione GiULiA Giornaliste

Stop violenza: le parole per dirlo
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14 Novembre 2017 - 19.00


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“Stop violenza: le parole per dirlo”: un manuale, corsi di formazione, prossimamente un sito e una app. Viene presentato venerdì 17 a Montecitorio (Sala del Mappamondo, ore 10-13) il progetto dell’Associazione GiULiA giornaliste, che ha avuto il patrocinio della Fnsi, dell’Usigrai e dell’Inpgi, per promuovere un linguaggio appropriato nei media nei casi di violenza contro le donne, perché le parole non feriscano una seconda volta.

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L’analisi dei media (a cura della prof. Graziella Priulla), i risultati dell’Osservatorio sulla Rai sulla rappresentazione femminile (ne parleranno i prof. Enrico Menduni e Elisa Giomi, che hanno curato la ricerca per Isimm), ma anche l’uso dell’immagine nel racconto della violenza, il rischio della “doppia vittimizzazione”, le leggi e le norme deontologiche (a cura di Marina Cosi, Luisa Betti e Silvia Garambois, giornaliste di GiULiA), saranno i temi analizzati nella mattinata.

Hanno confermato la partecipazione all’incontro i vertici della categoria dei giornalisti, insieme a rappresentanti dell’associazionismo femminile e femminista e delle istituzioni.

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Il progetto di GiULiA – rete che unisce oltre mille giornaliste in tutta Italia e associazione con rappresentanze territoriali in molte regioni – nasce dalla convinzione che l’informazione può e deve avere un ruolo importante per contrastare la violenza contro le donne: che l’informazione corretta, completa, esaustiva, sia tra le azioni necessarie per porre un freno a questi delitti che rappresentano una sconfitta sociale e culturale per tutti noi, cittadine e cittadini.

Con questo lavoro GiULiA vuole rivendicare fortemente il ruolo e il valore dell’informazione, strumento di cultura che aiuta a sviluppare il senso critico della società e la democrazia dei Paesi, che oggi più che mai passa anche dal rispetto delle donne e della loro dignità.

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