“Ieri, oggi e domani”: sono le parole del femminismo, che passano come un testimone di donna in donna. Che sembrano sparite e invece nuotano sommerse, che riemergono e sono esplosive. La tre giorni di Ferrara (“I gruppi femministi si raccontano e si interrogano”, dal 23 al 25 marzo), nata dalle discussioni e dalla capacità aggregativa del Centro documentazione donna di Ferrara, ha rimesso insieme i “pezzi” di questa storia, ha provato a ricostruire il puzzle.
Dall’esperienza di Effe e del Paese delle donne (sempre viva, grazie al web, con gli archivi che mostrano l’attualità di tante inchieste e riflessioni degli anni Settanta), dalle prime riunioni di “quelle del Patto di Venezia” per un uso non sessista della lingua italiana nei giornali e non solo, fino a GiULiA, che ha ripreso il testimone e si è rimessa in corsa… Una rete robusta. Che ha resistito – come è stato detto durante le discussioni e gli incontri – agli attacchi e ai tentativi di rendere residuali le esperienze considerandole, e facendole apparire, l’una contrapposta all’altra: mentre l’una era figlia dell’altra, una filiera di idee delle donne, nata con l’Udi e maturata negli anni nelle esperienze sempre diverse e rinnovate del femminismo (fino alle giovanissime di Non Una Di Meno che volantinavano in sala).
Oltre quaranta centri, gruppi, case editrici e di autoeditoria che hanno animato una Fiera del libro femminista, dalle poesie ai manuali, dai romanzi ai saggi; il cinema, la musica, il teatro, la poesia delle donne; un dibattito fitto che ha riunito le esperienze di centri e di donne provenienti da Milano e da Roma, da Cagliari e da Trieste, da Venezia, Genova, Torino, Bologna, Palermo… Una sala – dell’Università – sempre piena, solo posti in piedi.
Anche per GiULiA un’esperienza importante: le nostre battaglie – sul linguaggio, contro la violenza, contro le molestie – hanno queste radici, sono figlie di queste idee, di questo scambio di visione e di visioni. Una rete che non si deve smagliare.