I messaggi di solidarietà | Giulia
Top

I messaggi di solidarietà

I movimenti e le Commissioni pari opportunità contro la liquidazione della struttura che da oltre 30 anni è presidio contro la violenza maschile

I messaggi di solidarietà
Preroll

Redazione Modifica articolo

22 Maggio 2018 - 00.10


ATF

Solidarietà alla Casa internazionale di Roma dalle donne dei movimenti e delle Commissioni pari opportunità di tutta Italia. In tante ieri a manifestare davanti al Campidoglio in difesa della struttura di via della Lungara.

 

Il comunicato della Commissione pari opportunità di Fnsi, Usigrai e Stampa Romana

Solidarietà incondizionata alla Casa Internazionale delle donne, da oltre trent’anni sede storica del movimento femminista, insostituibile punto di riferimento per le lotte in difesa dei diritti delle donne e presidio contro la violenza maschile sulle donne.
Le Commissione Pari Opportunità della Fnsi, dell’Usigrai  e di Stampa Romana si schierano al fianco delle decine di associazioni, cooperative, onlus che nella Casa operano e le cui attività sono messe gravemente a rischio per la decisione della giunta Raggi di  riprendersi l’immobile del Buon Pastore.   Stracciando  l’accordo raggiunto con l’amministrazione Marino per la cancellazione del debito.
Si azzerano così, per mere ragioni commerciali, i servizi culturali e sociali offerti alla città. Si chiude  un luogo importante di accoglienza e dibattito politico, memoria e  simbolo delle lotte che hanno fatto progredire i diritti di tutte le donne.  Le Cpo Fnsi, Usigrai e ASR invitano  giornaliste e giornalisti a unirsi alla mobilitazione delle donne  in difesa della Casa delle donne e a tenere accesi i riflettori dell’informazione sulla loro lotta.

 

La posizione di Associazione Orlando, Centro delle donne di Bologna e Biblioteca Italiana delle Donne: giù le mani dalla casa

L’approvazione della mozione Guerrini, consigliera M5S, da parte dell’Assemblea Capitolina, che prepara la strada alla chiusura della Casa internazionale delle Donne, rappresenta un gravissimo attacco non solo nei confronti del movimento delle donne, ma nei riguardi di tutte le e gli abititanti della città.
La consigliera Guerrini ha parlato di fallimento del progetto della Casa e nel documento presentato è previsto l’impegno per la sindaca e la giunta a “riallineare e a promuovere il ‘Progetto casa internazionale della donna’ alle moderne esigenze dell’Amministrazione e della cittadinanza, attraverso la creazione di un centro di coordinamento gestito da Roma Capitale e prevedendo con appositi bandi, il coinvolgimento delle associazioni”.
E’ un’inaccettabile incapacità politica quella di non comprendere che la ricchezza prodotta dalla Casa è prima di tutto una ricchezza relazionale, affettiva, umana, patrimonio raro e che ogni amministrazione comunale avrebbe il compito di tutelare e promuovere, mai di attaccare.
Le attività, i servizi e gli eventi che ogni giorno vengono organizzati alla Casa non sono valutabili tout court in termini di denaro. Ammesso per un momento che debbano esserlo, il valore prodotto dalla Casa negli ultimi quaranta anni è chiaro a tutte noi che risulterebbe superiore al canone di affitto pregresso richiesto dall’amministrazione.
Inoltre, sostenere che un’amministrazione moderna è quella che offre un coordinamento a realtà autorganizzate e che utilizza i bandi, strumento facilmente manipolabile, è un’affermazione che nasconde una volontà di controllo politico, che ci auguriamo vivamente non essere sinonimo di modernità.
L’associazione Orlando, che ha dato vita e gestisce il Centro di Documentazione, Ricerca e Iniziativa delle Donne della Città di Bologna- Archivio di storia delle donne, Biblioteca Italiana delle Donne, ha condiviso molti percorsi di studio, molte lotte, molti obiettivi con la Casa Internazionale delle Donne.
Orlando ha aperto tavoli di negoziazione, firmato convenzioni e mediato con le istituzioni. In particolare il Comune di Bologna aveva compreso già all’inizio degli anni ottanta che l’efficacia di uno spazio delle donne a disposizione della città potesse essere garantita non dal coordinamento dell’amministrazione comunale, ma dalla gestione autonoma da parte di un’associazione femminista in convenzione.
Ci uniamo fortemente a quel foltissimo coro che in queste ore chiede a Sindaca e Comune di Roma di riaprire il dialogo, riconoscendo il valore della Casa Internazionale delle Donne non solo per le donne di Roma, ma per tutto il movimento delle donne a livello nazionale e internazionale.
#lacasasiamotutte

 

Le parole di Senonoraquando che invita a inondare di mail le caselle di posta elettronica di sindaca e assessore

Il Comune di Roma ha approvato la mozione, per riprendersi lo stabile del Buon Pastore a via della Lungara e metterlo al bando di altre associazioni, il progetto rischia la “liquidazione”, ma noi continuiamo a gridare che la Casa non si tocca e siamo vicine alle oltre trenta associazioni riunite nel Consorzio Casa internazionale delle donne che hanno detto chiaramente  di non essere intenzionate a lasciare il palazzo.

 

La Rete femminista Rebel Network esprime «grande preoccupazione» sul contratto di Governo stilato da Lega e M5s

«In un Paese in cui si consuma un femminicidio ogni tre giorni, la prevenzione è affidata solo ai corsi di formazione per le Forze dell’ordine (attività importante, ma non sufficiente) e a singole iniziative dei Centri Antiviolenza; si legittima la teoria dell’alienazione parentale, quella che accusa le donne di denunciare prevaricazioni e abusi al solo scopo di separare padri e figli. Questa teoria, da tempo scientificamente disconosciuta a livello internazionale, non solo discredita le donne, ma mette in pericolo la loro vita e quella dei loro figli e di fatto difende gli uomini violenti».
«Viene ignorata completamente – ribadisce Rebel Network – la necessità prioritaria di fare prevenzione, come se subire violenza fosse per le donne un destino ineluttabile. Manca un qualsivoglia riferimento all’inserimento di programmi di educazione di genere nelle Scuole, luoghi centrali del rinnovamento della cultura nel rispetto delle diversità. Nessuna posizione sulla preoccupante situazione della disoccupazione femminile (attualmente al 50,3%), su eventuali strumenti necessari per il superamento degli ostacoli nell’accesso alle carriere da parte delle donne, sulla disparità di retribuzioni tra uomini e donne a parità di incarico».

Native

Articoli correlati