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Sensibile a tutte le diseguaglianze, di genere come di classe, combattute per una vita, amante dei libri e della cultura, tanto da aver scritto testi su Elsa Morante e sull’epica e le donne nonché articoli sulla sinistra italiana, Bia Sarasini, morta ieri, era nata a Genova nel 1949 e ci teneva moltissimo. Abitava a Roma dai primi anni Settanta, ma a Genova aveva tuttora buona parte della sua famiglia e qui ha collaborato, anche di recente, al Palazzo Ducale con un proprio ciclo dedicato agli scrittori e scrittrici italiane.
Giornalista e saggista, collaborava, oltre che con Il Secolo XIX, con il manifesto, con Alternative per il Socialismo e con la rivista femminista Leggendaria ed era direttrice del Letterate Magazine, una rivista di recensione librarie e dibattito culturale, da lei creato otto anni fa per dare maggiore forza e visibilità alla Società italiane delle Letterate (che ha anche presieduto dal 2009 al 2011).
Fin da giovanissima ha avuto una grande passione per la politica. Nel 1968 a Salerno, dove la famiglia, romagnola, si era di nuovo trasferita dopo gli anni genovesi, visse l’esperienza di un gruppo cattolico di base e di altri collettivi, figli della cultura antiautoritaria di quegli anni, con cui ha fatto teatro e controscuola. Nel 1970 entrò in uno dei primi gruppi del Manifesto e si trasferì a Roma, dove fu eletta segretaria nazionale del Movimento studenti di Azione Cattolica (si dimise due anni dopo). Nel frattempo era entrata nei collettivi femministi universitari, attivi per il referendum sul divorzio e per l’aborto: e questo impegno in difesa della libertà femminile è stata, fino alla fine, l’altra grande passione politica della sua vita.
Pochi anni, sempre a Roma, cominciò a lavorare a diversi programmi culturali di Rai3 dove è rimasta per dieci anni. Intanto iniziava a collaborare con Noi donne, la storica rivista dell’Unione donne italiane, di cui è stata poi direttrice dal 1993 al 1999. Era una giornalista culturale e ha scritto di moda, cinema, partiti politici, femminismo internazionale. Negli ultimi anni era entrata nel gruppo Altra Europa di Tsipras, studiando ancora e sempre, convinta di poter contribuire a dipanare la crisi della sinistra europea.
Bia Sarasini aveva una caratteristica, da oratrice, che tutti ricordano insieme alla sua pacata, lucida intelligenza: ascoltava molto prima di parlare con la sua voce sottile, mai imperiosa. Ma determinata e sicura nello scandagliare ogni problema, senza temere le contraddizioni, senza avventarsi mai contro l’avversario.