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Un problema di discriminazione

Noi Rete Donne e l'incontro su "Le molestie nel lavoro: da Italia Donati al MeToo. E ora?". Un resoconto degli interventi [di Tiziana Bartolini]

Un problema di discriminazione
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13 Giugno 2019 - 20.20


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«Abbiamo l’ambizione di costituire un luogo di confronto periodico che analizzi la realtà delle molestie nel lavoro, offrendo opportunità di studio e confronto e puntando a raccogliere esperienze e informazioni. Partiamo dalla convinzione profonda che le molestie nel lavoro e i ricatti sessuali non costituiscano un fenomeno necessariamente propedeutico alla violenza, ma pensiamo che siano un fatto grave in sé che trae origine da rapporti di potere e gerarchie che la posizione subalterna delle donne rende difficile denunciare». Daniela Carlà (videointervista), una delle fondatrici di Noi Rete Donne, illustra con chiarezza gli obiettivi dell’incontro (Roma, 6 giugno, Ufficio in Italia del Parlamento europeo) dal titolo “Le molestie nel lavoro: da Italia Donati al MeToo. E ora? Molestie, parità e pari opportunità di genere” (comunicato stampa) (FB).

I numeri testimoniano la gravità del fenomeno, poiché sono centinaia di migliaia le donne che ogni anno subiscono molestie nell’ambito lavorativo e solo lo 0,7% denuncia alle forze dell’ordine. Gli autori delle molestie sono uomini nel 97% dei casi, elemento che porta ad osservare che quindi il fenomeno riguarda in minima parte anche gli uomini.

«Le molestie costituiscono un aspetto macroscopico delle discriminazioni e non dobbiamo assecondare chi le considera uno stadio meno grave della violenza sessuale; le molestie sono un fenomeno grave in sé» spiega Carlà, che sottolinea lo spirito dell’iniziativa, finalizzata «non alla testimonianza o alla denuncia ma alle proposte su cosa fare, soprattutto sul piano normativo per dare un ordine alle varie leggi vigenti anche tenendo conto del quadro comunitario di riferimento».
L’altra notazione riguarda i 100 anni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e la prossima approvazione della Convenzione e Raccomandazione contro le violenza e le molestie sessuali nel lavoro.

«L’obiettivo di Noi Rete Donne è partecipare al dibattito che accompagnerà la ratifica, facendo il punto sulla normativa vigente e sulle politiche di contrasto nel nostro paese, contribuendo a chiarire le specificità di un fenomeno che non va confuso con la violenza di genere».

Irene Giacobbe fa il punto sul cammino compiuto in particolare dal 1988, quando il Coordinamento Donne Cgil fece una prima indagine intercategoriale, e cita l’Ue per la definizione delle molestie, secondo l’indagine realizzata da M. Rubenstein e Ineke De vries (1987): «Ogni comportamento indesiderato a connotazione sessuale o qualsiasi altro tipo di comportamento basato sul sesso» che offenda «ivi compresi gli atteggiamenti malaccetti di tipo fisico verbale o non verbale».
Una tale gamma tossica di comportamenti che «avvelenano l’ambiente» colpisce a tutto campo. Dalle situazioni formalmente meno fragili – è il caso della Banca d’Italia sollevato da Sabrina Cicin, che attraverso la Cisl punta ad introdurre un codice contro le molestie sul lavoro e a garantire il gratuito patrocinio alle donne che decidono di denunciare – invade anche le redazioni. È Silvia Garambois, di GiULiA, a illustrare i risultati dell’indagine condotta dalla CPO della Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi), da cui emerge che l’85% delle giornaliste ha subito molestie o ricatti sessuali nell’ambito lavorativo.
Uno strumento di contrasto che comincia a dare frutti lo ha messo a punto l’Inail ed è Agatino Cariola a darne informazione. «L’Istituto è impegnato nella tutela integrale della persona, cioè nella cura della salute psico-fisica a tutto tondo e avere attenzione per le molestie nell’ambito lavorativo rientra in questo approccio. L’obiettivo è prevenire e sensibilizzare il modo produttivo facendo leva sulle buone pratiche che sono riconosciute con la riduzione del premio in relazione all’impegno profuso nella realizzazione di politiche di responsabilità sociali, tra le quali riconosciamo le molestie sessuale attribuendo punteggi molto alti». L’iniziativa riguarda tutti i settori e l’andamento, dal 2017, registra una tendenza alla crescita: tutto è verificabile nel sito, comprese le informazioni sulle procedure per attivare i procedimenti.
Sempre sul versante metodologico si sofferma Maria Concetta Corinto che, spiegando l’iter di approvazione, sottolinea l’impatto delle Convenzioni OIL in tutto il mondo del lavoro che ne è totalmente coinvolto, dai clienti ai fornitori, che possono loro volta essere autori o vittime. “Fare prevenzione e lotta alle molestie significa fare un’attività che coinvolge tutte le categorie – dice – con particolare attenzione ai gruppi vulnerabili e anche alle discriminazioni per sesso, religione o etnia, ben sapendo che per essere efficaci i provvedimenti devono essere approvati, calati nella realtà, e monitorati».
A proposito di norme non efficaci, è Elisabetta Strickland a denunciare quella dei CUG: «una legge fatta male, che mette insieme troppe persone con obiettivi divergenti e che va modificata per rendere lo sportello più efficace».

Il Maresciallo Salvatore Buscarino informa la platea circa una struttura interforze, attivata recentemente presso il Ministero dell’Interno, «che si occupa di fattispecie di reati che hanno sfumature discriminatorie di ogni tipo: genere, razza eccetera». È l’OSCAD (Osservatorio atti discriminatori) che ha l’obiettivo di “dare supporto alle persone che hanno subito molestie, una volta che riceve le segnalazioni”.
L’aspetto generazionale nella capacità e possibilità di denuncia è rappresentato dagli interventi di Giulia Iacovelli (Future Dem), che osserva come la figura di Italia Donati a scuola sia poco o mai proposta, e di Loredana Pesoli, Consigliera di Parità vicaria del Lazio, la quale ricorda come la generazione delle donne più mature abbia più strumenti per contrastare e controbattere le molestie a differenza di tante giovani che non vedono il fenomeno nella sua gravità. È per questo che «occorre un mutamento di orizzonte collettivo» dice Fiorenza Taricone ricordando la sua negativa esperienza professionale, così come ha fatto l’artista Vanessa Cremaschi che, dopo alcune riflessioni legate su passaggi della sua vita lavorativa, ricorda l’importanza dell’ascolto delle donne e dell’importanza della loro parola. Marisa Rodano (video) chiude l’incontro rammaricandosi “dell’impermeabilità della società a comprendere questo problema delle molestie sessuali”, osservando che «l’obiettivo dell’effettiva eguaglianza di opportunità non è ancora raggiunto” e sottolineando che “una cosa è chiara e sicura: non bisogna stare zitte !».

Interventi
Loredana Pesoli (Consigliera Parità vicaria Regione Lazio), Agatino Cariola (Direttore Centrale Rapporti Assicurativi INAIL), Sabrina Cicin First (CISL Banca D’Italia), Maria Concetta Corinto (Dirigente Affari Eurpei e Internazionali Ministero del Lavoro e Politiche Sociali), Vanessa Cremaschi (Artista), Silvia Garambois (Giornalista), Irene Giacobbe (Vice Presidente Power and Gender), Giulia Iacovelli (Coordinatrice Nazionale Future Dem), Pier Luigi Panici (Avvocato), Elisabetta Strickland (CUG Università)

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