di Giovanna Pezzuoli
Immaginate settanta donne, provenienti da tutt’Europa, a parlare di progetti e sogni, obiettivi e valori, rigorosamente in inglese, in tre ampie stanze di una palazzina di Bruxelles. Un super meeting voluto da Brussels Binder Beyond, l’associazione belga che dal 2018 combatte i “manel” (ovvero i panel a prevalenza maschile), con il sostegno della Commissione europea, per incrementare la presenza di voci femminili nelle conferenze europee. Dando alle donne lo spazio che meritano per esprimere il loro punto di vista sul mondo attraverso la creazione di network di database di esperte e organizzazioni con obiettivi affini. Ed eccoci all’incontro, organizzato con notevole efficienza e una scansione incalzante di tavole, gruppi e sotto gruppi, ovvero senza nemmeno la tregua del lunch, utilizzato per scambiare opinioni (con tanto di domande scritte sui bigliettini consegnate a ciascuna).
Per me e Luisella Seveso è stata un’esperienza interessante, anche se ci è sembrato di stare un po’ dentro a un frullatore… Ora sfrondando le trovate all’americana (dalla ginnastica respiratoria alla terapia della risata fino ai collage di parole e immagini su sagome femminili) restano i contatti proficui con alcune delle donne intervenute, che arrivavano da una quindicina di Paesi (Austria, Bosnia, Cipro, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Macedonia del Nord, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Slovacchia, Slovenia e Regno Unito). In rappresentanza delle realtà più varie, dal Parlamento europeo a sodalizi femministi di politica estera, da associazioni di avvocate, imprenditrici e giovani emergenti a centri, universitari e non, di studi di genere.
Inevitabile, dunque, una discreta genericità dei temi emersi fin dall’inizio: si sottolineano “punti chiave” come incoraggiare le donne a raggiungere posizioni professionali di prestigio attraverso training e mentoring, nonché supportando il sistema delle quote. Si sottolinea l’importanza della comunicazione, utilizzando un linguaggio inclusivo e coinvolgendo il più possibile i giornalisti, senza dimenticare gli uomini, possibili alleati. Si auspica la creazione di piattaforme attraverso cui le donne possano dimostrare la loro competenza (scopriamo che il data base di Brussels Binder, che raggruppa un migliaia di “esperte”, non attua alcuna selezione ma è aperto a chiunque voglia condividere le proprie capacità e competenze nei campi più vari). Troviamo qualcosa di più affine a noi, inaspettatamente, nel ben curato data base realizzato da una manciata di volontarie del Mediterranean Institute for Gender Studies di Cipro con cui ci riproponiamo di avviare contatti. E troviamo gratificazione nelle davvero tante dimostrazioni di stima arrivate da partecipanti inglesi, spagnole, irlandesi, belghe, e da molte rappresentanti di istituzioni europee….100esperte ha una sua notorietà oltreconfine, a quanto pare!
La promessa finale è di restare in contatto, attraverso Fb, twitter, Google groups o newsletter. Ci proveremo.