Nomine AgCom e Privacy: sia rispettata la norma su parità di genere

GiULiA, CPO Fnsi e CPO Usigrai si uniscono alla lettera/appello di numerose associazioni di donne a Presidente della Repubblica, Governo e Parlamento

Nomine AgCom e Privacy:  sia rispettata la norma su parità di genere
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30 Luglio 2019 - 21.59


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Cpo Fnsi, Cpo Usigrai e associazione GiULiA Giornaliste hanno sottoscritto la lettera che Donneinquota e Rete per la Parità hanno inviato al Presidente della Repubblica, al Governo e al Parlamento sulle imminenti nomine in due importanti Autorità di garanzia del nostro paese, il Garante per la Privacy e l’Autorità per le Comunicazioni. In  particolare, per l’AgCom, alle competenze abituali su frequenze tv, par condicio e par condicio di genere, affollamento pubblicitario, diritti d’autore e dominanza del mercato, si aggiungono quelle su blockchain e criptovalute.

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Condividiamo la richiesta che, a parità di curricula, nella scelta dei componenti delle due Authority sia rispettato l’articolo 51 e che, nella valutazione, si tenga conto dei risultati della legge Golfo – Mosca sulle quote di genere nei Consigli di amministrazione delle  società quotate o partecipate, la cui applicazione ha migliorato la prestazioni  di società in cui i Cda hanno il 33,5 per cento di donne. Prioritario è garantire l’indipendenza di ogni autorità, ma nelle decisioni sulle nuove e sui nuovi componenti Cpo Fnsi, Cpo Usigrai e 

GiULiA Giornaliste si uniscono alla domanda di effettive condizioni di parità per l’accesso a uffici pubblici e cariche elettive.

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Ecco la lettera, con le prime firme:

Sono in scadenza due delle più importanti Autorità di garanzia del nostro paese. 

La poltrona del Garante della Privacy è vuota dal 19 giugno. A partire dall’11 luglio è scaduto il mandato anche per l’Autorità per le Comunicazioni. Si tratta delle due istituzioni che governano reti telefoniche e tv e garanzia della «privacy». Dovranno vigilare su due settori strategici e sulle Reti che trasportano i più svariati settori d’interessi (telefoni, computer, automobili, oggetti, reti di reti, programmi) e governare la privacy in un mondo che sovente la viola. Un compito complesso che incide sulla politica industriale del Paese e richiede, quindi, competenze di settore e assoluta indipendenza. 

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Per il board dell’Autorità garante della privacy sono previsti quattro componenti – due nominati dalla Camera e due dal Senato – e si sono candidati 206 aspiranti. La selezione è stata affidata all’invio dei curricula e le procedure, secondo la Direttiva UE dell’11 dicembre 2018 (2018/1972), devono essere aperte e trasparenti. 

Per l’Autorità garante delle comunicazioni, ai compiti già noti che interessano frequenze tv, par condicio e par condicio di genere, affollamento pubblicitario, dominanza nel mercato, diritti d’autore, oggi si aggiungono le competenze della rete in materia di blockchain e criptovalute. Per la valutazione dei nuovi cinque commissari non è previsto alcun bando di selezione. Il presidente viene scelto dal premier su proposta del Ministero dello Sviluppo economico e gli altri quattro commissari sono decisi due dalla Camera e due dal Senato. 
Le associazioni di genere e le donne impegnate a tutti i livelli nelle amministrazioni pubbliche e private, ribadendo l’indipendenza di ogni authority come prima condizione per l’esercizio indipendente delle relative funzioni, già rafforzata da una serie di direttive e di regolamenti europei 

CHIEDONO AL GOVERNO E AL PARLAMENTO 

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che – a parità di curricula – nella scelta dei componenti dei nuovi organismi delle due Authority si rispetti il dettato Costituzionale esposto nell’articolo 51 così come riportato: “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”. 

E che nella valutazione si tenga conto degli ottimi risultati della legge Golfo-Mosca sulle «quote di genere» nei Consigli di Amministrazione delle società quotate o partecipate. 

Tale legge è considerata un successo poiché ha migliorato le prestazioni delle società in cui i C.d.A. sono cambiati e ora registrano la presenza di oltre il 33,5% di donne.

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Prime firmatarie: DonneinQuota, Rete per la Parità , Lobby Europea delle Donne – Coordinamento Italiano, Iniziativa Femminista Italia, Toponomastica Femminile, Diritti d’autore, Polis Aperta, Se non ora quando? Torino, Differenza Donna, One Billion Rising Livorno/DanzArte, I Sentinelli di Milano, Rebel Network, Agedo Nazionale, VoceDonna, PerLeDonne, Se non ora quando? Coordinamento Nazionale Comitati, Donn.E’ – Ortona, Earth Gardeners, Towandadem, GIO Osservatorio Interuniversitario sugli Studi di Genere, Marija Gimbutas, Fiorenza Taricone, Cpo Fnsi, Cpo Usigrai e associazione Giulia Giornaliste”

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