«Odio su di noi per aver cantato “Bella ciao” e Salvini non li ferma»

Parla Gabriella Corsaro, la militante del Pd e di Libera di Parma oggetto di una valanga di insulti sul web: «Non mi pento. Quegli haters, comprese molte donne, vogliono la donna solo come bambola». [Di Marco Buttafuoco]

«Odio su di noi per aver cantato “Bella ciao” e Salvini non li ferma»
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Marco Buttafuoco Modifica articolo

4 Novembre 2019 - 00.31


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La valanga d’insulti scatenata dalla macchina di propaganda salviniana (la cosiddetta bestia) non si è ancora completamente esaurita. Gabriella Corsaro, la militante del Pd (e di Libera) protagonista del video che la vede cantare Bella Ciao, dopo la manifestazione del Capitano nel centro di Parma del 31 ottobre non è per niente intimorita o piegata, dai feroci commenti che si sono riversati su lei. Commenti sessisti, volgari, quasi mai politici, espressi con un linguaggio da trivio oramai sdoganato dalla destra italiana. Lei è segretaria del circolo Pd dello storico quartiere dell’ Oltretorrente.

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Cantano ‘Bella Ciao’ al comizio di Salvini e sono sommerse di insulti: “Racchie e represse”

Ci può raccontare cosa è avvenuto esattamente. Nel guazzabuglio dei commenti social si legge anche che lei e la sua amica avete cercato di disturbare il comizio di Salvini.
A parte il fatto che io sono contraria a contestare gli avversari mentre parlano, e penso che Salvini abbia diritto di parlare in qualsiasi luogo, un gesto simile non sarebbe stato possibile. Nel centro di Parma si svolgevano quella sera due manifestazioni. Una della Lega e una, a poca distanza, della sinistra. Le forze dell’ordine hanno tenuto ben separati distanti i due schieramenti e non c’è stato mai contatto fra i due gruppi. Tutto è avvenuto dopo, quando sono finiti i rispettivi comizi. La mia amica ed io abbiamo imboccato Via Farini, la strada in cui Salvini e Lucia Bergonzoni avevano tenuto il loro discorso. Il primo era intento a stringere mani e a scattare selfie. Gli siamo passate vicino, attraversando una barriera rumorosa di voci che inneggiavano alla prossima liberazione dell’Emilia Romagna, che evocavano fosche invasioni del territorio italiano, sostituzioni etniche e via dicendo. A un certo punto un ragazzo, magro, mingherlino si è avvicinato a Salvini rivolgendogli un gesto volgare, fuori luogo. È intervenuta la sicurezza che l’ha trascinato via in malo modo. Quel ragazzo ha sicuramente sbagliato, ma la reazione è stata davvero esagerata. Mettermi a cantare Bella ciao è stato istintivo. Era il mio modo di reagire a quell’intervento e a quelle voci esasperate che parlavano di una terra libera e civile come la nostra, come di una dittatura da incubo. D’altronde io canto e dirigo cori. È stata la reazione più istintiva.
Come hanno reagito i sostenitori di Salvini?
C’è stata qualche voce di dissenso, la sicurezza ci ha allontanato spingendoci via, ma l’elemento surreale è che, mentre cantavamo, siamo state circondate da numerose persone che si sono messe a fotografare e a girare video. In sé non è stato niente di grave. Qualcuno ci ha espresso solidarietà urlando contro Salvini. Si è trattato di niente di più di una normale discussione in luogo pubblico dopo un comizio, di diverso c’era solo il nostro canto.
Quindi non si aspettava il tweet irridente del leader leghista e, soprattutto, della raffica d’insulti che si è abbattuta sul web?
No. il giorno dopo mi ha chiamato il segretario cittadino del partito per avvertirmi che ero diventata un bersaglio di massa dei degli haters sovranisti. Anche i miei genitori, che vivono in Calabria, si sono allarmati. Ho deciso di far decantare le emozioni, certo non piacevoli, e di commentare l’avvenuto solo ora. Non sono pentita né spaventata, ma quanto sta avvenendo è veramente inquietante. Il problema è che i commenti politici, le critiche argomentate sull’ episodio che mi ha visto coinvolta sono state sommerse da uno tsunami di considerazioni sul nostro aspetto fisico, sul nostro essere sexy o meno, su una nostra presunta infelicità esistenziale. Chi non risponde a questi canoni estetici, non dovrebbe, secondo questi giudizi ridicoli, nemmeno parlare. Purtroppo è una mentalità, a quanto ho scoperto, molto diffusa. La cosa triste è che molti commenti astiosi sono stati scritti da donne. Con ogni evidenza molte pensano che per stare nel branco dei probabili vincitori sia più opportuno accettare la volgarità, anche quella che ci colpisce. Eppure la Lega presenta come candidato alle Regionali Lucia Bergonzoni (dalla quale, mi sarei anche aspettata una parola, una presa di distanza, un’intenzione gentile). Altro che l’Orwell citato a sproposito da Salvini. Stiamo assistendo al ritorno di una mentalità arretratissima, che vede la donna solo come una specie di bambola, che può affermarsi solo in base alla sua venustà. Come se ai politici uomini dovesse essere chiesto un esame di bellezza prima di esprimersi, o si dovesse accertare la loro virilità. Il commento più sconcertante è stato comunque quello di una signora che mi ha rimproverato il mio essere immigrata dalla Calabria.
Come si sente dopo questa bufera?
Sono serena. I commenti sul mio personale li dimenticherò presto, anche perché ho una vita molto ricca e intensa, della quale cui non devo dar conto a nessuno. Sono una militante, non mi tirerò indietro per le sciocchezze che mi hanno detto. Quello che m’inquieta è però questo clima di volgarità e odio che sta salendo. Non si tratta più, come pensano alcuni, di pochi sconsiderati che diffondono acredine e negatività. I manager delle comunicazioni di Salvini e soci sanno benissimo cosa scrivono molti loro seguaci e non fanno niente per fermarli. E l’odio, lo abbiamo visto anche in epoche non lontane, può fare molto male.

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