Le scienziate: un balzo in avanti se ci sono le donne

La community di "100Esperte" (il progetto messo in campo da GiULiA), lancia le idee per il futuro: serve un nuovo equilibrio fra umanità e pianeta. E la voce delle donne. [Di Giovanna Pezzuoli]

Le scienziate: un balzo in avanti se ci sono le donne
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Giovanna Pezzuoli Modifica articolo

3 Maggio 2020 - 15.40


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Quando e come usciremo da questa crisi? Che futuro ci aspetta? Che cosa ci può insegnare l’esplosione di questa pandemia? Sono domande irrisolte che costantemente ci poniamo, consapevoli del fatto che in questa emergenza, inaspettata quanto sconvolgente, le competenze sono sempre più essenziali.
Peccato però che nel labirinto delle task force governative, regionali, esiste un filo conduttore piuttosto evidente: non ci sono donne. E non solo nel comitato tecnico scientifico che sta coadiuvando il governo da tre mesi, 20 su 20, scandalosamente tutti uomini, ma più in generale solo il 20% dei ruoli della catena di comando nella battaglia al Covid 19 è ricoperto donne.

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Ecco perché abbiamo lanciato alla community di 100esperte la proposta “Il nostro sguardo di oggi sul nostro domani” per condividere visioni e prospettive e soprattutto per dare a professioniste autorevoli e appassionate l’opportunità di far sentire la loro voce. Hanno risposto con brevissimi contributi video una cinquantina di esponenti del nostro database, che ad oggi raccoglie i profili di 300 eccellenze italiane nei settori Stem, Economia e finanza, Politica internazionale.

Tra le scienziate, colpisce l’idea ricorrente della sostenibilità e della ricerca di un nuovo equilibrio fra umanità e pianeta, perché l’attuale diminuzione di anidride carbonica e biossido di azoto (rispettivamente del 25% e del 40%), indica la direzione futura: “spostarsi meno fa bene al pianeta, è una lezione che non dobbiamo dimenticare”, afferma l’astrofisica Patrizia Caraveo. La “rivincita” della scienza, che per la prima volta dialoga costantemente con la politica, indirizzandone le scelte, è un altro tema caro alle nostre esperte, ad esempio dalla biologa Paola Bonfante, che mette in guardia dalla possibile confusione: la scienza non coincide con l’opinione di un singolo scienziato! 
 

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Parola chiave per la fisica Paola Corradi, come per l’ingegnera Lucia Cattani, è smart working, di cui oggi l’home working rappresenta solo un aspetto. Che significa ancora una volta meno emissioni veicolari, risparmio energetico, ma anche (e qui possiamo sollevare qualche dubbio…) migliore qualità di vita, con una gestione familiare più funzionale e una maggiore inclusività.

Le informatiche Tiziana Catarci e Valeria De Antonellis immaginano un futuro in cui l’industria robotizzata e lo sviluppo delle nuove tecnologie digitali diano l’avvio a una trasformazione che, se gestita correttamente, potrebbe creare un mondo migliore. Sarà l’integrazione nelle aziende dell’Intelligenza Artificiale a consentire processi produttivi più flessibili e nuovi modelli organizzativi, riflette la chimica Simonetta Gallerini.

Ricerche in ambito ingegneristico e robotico, delle quali un esempio è la telemedicina per tenere sotto controllo i pazienti Covid e cronici da casa, che aprono altre riflessioni etiche, normative e di diritto alla privacy, sostiene l’informatica Mirella Mastretti.

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Pone la lente di ingrandimento sull’attuale pandemia l’ingegnera Antonella Ferrara, evidenziando l’importanza dei modelli matematici nel fornire supporto metodologico a chi deve prendere decisioni, tanto più che, come insegnano i virologi, nelle epidemie i meccanismi di contagio sono ripetitivi e regolari.

Per quasi tutte le scienziate poi sarebbe necessario un ruolo più attivo delle donne nella società e un maggiore riconoscimento alle esperte. Una task force di ricercatrici e ricercatori italiani, conclude l’oncologa Adriana Albini, riuscirebbe a rispondere alle domande irrisolte. E potrebbe trasformare, come è accaduto per l’Hiv, una malattia inizialmente mortale in una patologia trattabile a livello ambulatoriale.

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Basta sprecare il talento femminile: è l’appello delle economiste Roberta Rabellotti e Paola Profeta, convinte del fatto l’energia positiva e la capacità di ricostruire arriverà proprio dalle donne che oggi rappresentano il lato debole del mercato del lavoro.

Per donne e uomini, secondo Flavia Barca, si tratta di governare l’habitat digitale, ovvero monitorare e indirizzare il balzo in avanti che oggi abbiamo compiuto a causa della pandemia.

Guarda al 2021 Anna Gervasoni, considerando che per far ripartire i mercati occorrerà molta liquidità insieme all’aiuto fornito dai fondi di privat capital e  privat equity, tra cui i venture capital per le imprese più innovative e le start up. Unendo le forze di mercati finanziari e di un’economia reale ancora in grande difficoltà.

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C’è attenzione per le famiglie più vulnerabili nella proposta di Chiara Pronzato, che per la fase 2 prevede di dare alle famiglie bisognose di aiuto “bonus educativi” in modo che insegnanti, educatrici ed educatori possano passare con loro qualche ora alla settimana.

Sposta lo sguardo sulle istituzioni europee Cristina Finocchi Mahne, che per garantire la competenza della classe politica pensa di introdurre gli stessi requisiti di professionalità, il “fit and proper assessment”, richiesti ai membri dei Cda bancari dalla Banca Centrale Europea. Proponendo al contempo di spingere l’acceleratore per la realizzazione del Green Deal che punta su un’economia circolare, su una reindustrializzazione ecologica e su una mobilità più sostenibile.

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Tra le esperte di Politica internazionale è diffusa la convinzione che a livello geopolitico sia necessario investire su un’Europa forte, dove l’Italia abbia un ruolo da protagonista. Una nuova pagina per l’Europa, ma non solo.

Luisa Chiodi lancia l’idea di rifondare le istituzioni internazionali per gestire gli strumenti del multilateralismo e le discussioni su scala planetaria, notando come il dibattito pubblico sulla pandemia sia facilmente inquinato dalle fake news.

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Di fronte al crollo del commercio mondiale, stimato fra il 13% e il 32%, non ci si può rinchiudere nel proprio Paese, secondo Giorgia Giovannetti, ma occorre avere fiducia nella cooperazione internazionale, anche perché le catene globali del valore, soprattutto in settori come l’automobilistico o l’elettronico, hanno sempre rappresentato una grande opportunità per le piccole imprese.

Si occupa di cooperazione internazionale anche Annalisa Prizzon, rilevando la trasformazione del modello donatore-ricevente, dove il supporto è indipendente dal reddito pro-capite del ricevente, non trattandosi più di aiuto finanziario, ma di condivisone di esperienze pregresse e di conoscenza.

Questo virus sembra democratico ma non lo è, sottolinea Veronica Riniolo, che nota la forte relazione fra basso reddito ed esposizione al contagio,

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e di ineguaglianze sociali ormai intollerabili parla anche Paola Rivetti, che osserva come la pandemia abbia messo in luce quali siano i lavori essenziali, di cura di anziani e malati, del personale infermieristico, dei servizi educativi e territoriali, tutti lavori spesso svolti da donne e sottopagati. In futuro occorrerà ripensare a chi guadagna troppo e a chi troppo poco.

I video si trovano sui social di 100esperte, sul sito 100esperte.it e sul canale Youtube di #100esperte (https://urly.it/35xhx), oltre che sulla pagina Facebook di Giulia giornaliste.

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