"Minacciata perché ho scritto la storia di Romina"

Il racconto della giornalista e "giulia" che per prima ha dato la notizia della decapitazione della bambina di 13 anni, e attaccata ora dall'agenzia di stampa iraniana. [Di Tiziana Ciavardini]

"Minacciata perché ho scritto la storia di Romina"
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Tiziana Ciavardini Modifica articolo

1 Giugno 2020 - 01.25


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L’Agenzia di stampa iraniana ParsToday già Irib News, ovvero il sistema di Radio Televisione della Repubblica Islamica dell’Iran tra i suoi siti ne ha anche uno in italiano. In data 29 maggio a nome Davood Abbasi é stato pubblicato un articolo nel quale sin dal titolo si dichiarano delle falsitá. Il titolo cita: “In Iran non esiste il delitto d’onore. La storia inventata dal Fatto Quotidiano”.

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L’articolo é in risposta ad un pezzo scritto dalla sottoscritta pubblicato sul Blog del Fatto Quotidiano con il titolo “Iran, decapitata a 13 anni dal padre contrario alla sua relazione. Lo chiamano delitto d’onore”.  Il mio articolo racconta la triste storia di Romina Ashrafì, una vicenda di cronaca purtroppo vera e non inventata da me. Nella contea di Talesh, nella provincia di Gilan nella piccola cittá di Haviq una giovane ragazza era scappata di casa dopo che il padre si era rifiutato di accettare la sua relazione con Bahman Khavari, di 35 anni ora arrestato, di cui si era ‘innamorata’. Ovviamente per quanto una ragazza possa dirsi innamorata a quell’etá.

Entrambi i familiari dei due giovani avevano sporto denuncia e ostacolato questa loro relazione. Romina convocata dalla polizia locale su decisione del Giudice era stata rimandata a casa malgrado la ragazza avesse spiegato alle autoritá che suo padre era un uomo violento e avrebbe sicuramente tentato di ucciderla. Secondo un’intervista successiva alla morte della ragazza, é emerso che il padre aveva chiesto a sua moglie di indurre Romina al suicidio per avere svergognato la famiglia.

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Magrado il temperamento violento del padre il Giudice non ha accolto la richiesta di Romina, l’ha rimandata a casa e la notte dello scorso 21 maggio 2020, mentre dormiva ha preso una falce e le ha tagliato la testa. Si é consegnato alla polizia lui stesso confessando e portando con sé l’arma del delitto. Subito dopo la circolazione della notizia tutti i media hanno portato alla luce la questione del Delitto d’onore che in Iran é ancora in vigore come da Codice Penale.

Il tema da me riportato del ‘delitto d’onore’ ha fatto infuriare la Pars Today che mi accusa di detto falsitá. Nel mio articolo si legge “…ai sensi dell’articolo 220 del codice penale islamico, il padre di Romina non sará punito con la pena di morte come previsto per tutti i casi di omicidio in Iran perché questo rientra nel reato di delitto d’onore.”

Questa notizia é stata confermata da tante altre testate giornalistiche, da politici, avvocati e attivisti da tutti coloro che conoscono le leggi iraniane. Gli articoli di stampa sull’argomento, usciti dopo l’omicidio sono molteplici e non solo in lingua inglese ma soprattutto in lingua Farsi (persiano) volti proprio ad accendere un forte dibattto su una eventuale modifica del Codice Penale Iraniano. Molte autoritá femminili come la vice presidente della Repubblica islamica, Masoumeh Ebtekar, si sono spese sull’argomento citato la figura del Presidente Hassan Rouhani il quale vuole emettere un “ordine speciale” proprio per indagare sull’omicidio. 

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Questo acceso dibattito ha portato alla luce ulteriori articoli ancora in vigore all’interno del Codice Penale non citati nel mio pezzo per Il Fatto Quotidiano e che riporto di seguito:

Come sopra giá citato, ai sensi dell’art. 220 del vecchio (codice penale e dell’art. 301 dell’attuale codice penale islamico il padre che uccide il figlio/nipote non puó essere punito con qessas(legge del taglione, ovvero la pena di morte). In questo caso quindi la qesass si converte in diyeh (pena pecuniaria) e ta’zir(pena diversa dalla detenzione, es. frustate).

L’art. 612 del codice penale islamico prevede, però, che in ogni caso chi commette un omicidio per il quale non viene condannato, se il fatto commesso offende l’ordine, la sicurezza o la coscienza pubblica, viene condannato al carcere da 3 a 10 anni.

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L’art. 630 invece prevede che se un uomo scopre la propria coniuge in flagranza di adulterio con un altro uomo e la donna è complice può uccidere entrambi insieme. Se la donna è vergine può uccidere solo l’amante. Ci teniamo a precisare, che oltre alle conoscenze personali dell’autrice, nell’elencazione degli articoli di cui sopra sono stati consultati esperti di Diritto iraniano edavvocati iraniani ed italiani di cui per motivi di sicurezza non faccaimo i nomi, ma a complete disposizione per eventuali delucidazioni.

Ovviamente su quello che sará il futuro del padre della povera ragazza, non possiamo sapere, ma siamo certi che l’indignazione popolare e mediatica ha dato rilievo a questo indicibile casotanto da poter sperare in un giudizio piú severo; cosa che non é accaduta ad altri assassini che si sono macchiati degli stessi crimini. Crimini che proprio in virtú della legge sul delitto d’onore non sono stati puniti adeguatamente come riportatodall’intervento in Parlamento da parte della politica appartenente all’ala rifomista iraniana Parvaneh Salahshouri a proposito dell’omicidio di Romina.

Non capiamo bene in realtá come, una seria agenzia di stampa come la IRIB, alla quale giá in passato la sottoscritta aveva rilasciato interviste sulla poltica e sulla societá iraniana, possa aver messo in ridicolo la propria testata e in bilico la propria credibilitá, affermando giá nel titolo che il delitto d’onore in Iran non esista e che la storia sia stata un’nvenzione.

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All’interno dell’articolo si leggono accuse e denigrazione nei miei confronti, oltre a una serie di banalitá che non intendo puntualizzare per non scendere nel ridicolo. Salta peró agli occhi quando Abbasi porta l’esempio di Romina che sarebbe stata adescata dal ragazzo quando lei aveva solo nove anni, un vano tentativo di far passare come una ‘sorpresa’ il fatto che in Iran ci possa essere una relazione tra una giovane e un uomo adulto. Dovrebbe a questo punto il giornalista peró spiegarci come allora siano possibili ancora oggi i matrimoni tra bambine in Iran di cui ho giá trattato qualche mese fa e come mai viene imposto il velo islamico alle bambine giá dai nove anni se non perché siano ahimé, agli occhi di alcuni, giá appetibili sessualmente!

 

É inoltre sconcertante che nell’articolo di Abbasi si legga“L’azione del padre di Romina è deplorevole ed egli verrà sottoposto a processo, ma la pressione e il disagio in cui si trovava la famiglia, per di più in un paesino di poche anime del nord dell’Iran, era sicuramente fortissimo”. Una giustificazione all’atto scellerato? Praticamente si vuole giustificare un padre che, siccome sotto pressione, ha ucciso sua figlia. Questa frase racchiude in sé proprio il senso del ‘delitto d’onore’: un piccolo paesino, in cui una ragazza giovane mette a disagio l’onore della famiglia. Che altro aggiungere?

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Insomma l’articolo di Abbasi non solo conferma il tipo di mentalitá che ancora vige in certi contesti rurali iraniani, ma devvero sembra un ulteriore tentativo goffo di mettere in cattiva luce la sottoscitta, ottenendo il risultato opposto, mettendo in ridicolo la propria agenzia di stampa.

C’é peró una parte dell’articolo sul quale non possiamo sorvolare. Nelle conclusioni Davood Abbasi afferma : “Si presentano due possibilità.

a.​Se le falsità sono state riportate per ignoranza, a questo punto sarebbe necessaria una nota di correzione da parte delquotidiano e dell’autrice.

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b.​Se invece si tratta di una macchinazione voluta contro la Repubblica Islamica dell’Iran, il giornale e l’autrice del pezzo vengono ritenuti responsabili della loro azione e la Repubblica Islamica dell’Iran, si riserva il diritto di agire in conformità alle leggi, visto che la sua immagine è stata lesa.”

Parole che suonano come minacce. Non é ammissibile che un giornalista in questo caso Davood Abbasi si erga a giudice minacciando una gionalista di altra nazionalitá di venir punita con le leggi della Repubblica Islamica, qualora non avvenga una correzione.

Non ci sará infatti alcuna rettifica, perché la storia di Romina Ashfari non é stata inventata dalla sottoscritta e non ci saranno correzioni, perché gli articoli riportati relativi al ‘Delitto d’Onore’ si possono trovare nel Codice Penale iraniano.

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Sorge il dubbio che qualcuno in Iran non conosca nemmeno le leggi in vigore nel proprio paese. A questo punto sarebbe invece doveroso da parte dell’autore e della sua testata procedere con le dovute scuse al ‘mio’ giornale e all’autrice del testo per accuse false e insostanziate da lui proferite.

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