E adesso una donna alla guida di Agcom

"Un sostanziale passo in avanti la nomina di personalità femminili alle Authority" secondo la rete di associazioni. La soddisfazione di GiULiA per la nomina di Elisa Giomi, con cui collaboriamo da tempo.

E adesso una donna alla guida di Agcom
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18 Luglio 2020 - 23.41


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Siamo partigiane: e siamo molto contente della nomina di Elisa Giomi come commissaria Agcom. Chi segue i lavori di GiULiA sa che Giomi, professoressa associata in Sociologia della comunicazione e dei processi culturali presso l’Università di Roma Tre, ha collaborato con la nostra associazione per la realizzazione del libro “Stop violenza: le parole per dirlo”.  Ha messo a nostra disposizione lo studio fatto con Isimm per l’analisi delle criticità Rai nel racconto della violenza sulle donne. E con noi – insieme a Graziella Priulla e Enrico Menduni, altre eccellenze nello studio dei media – ha partecipato alla presentazione del lavoro a Montecitorio.
I più sinceri auguri di buon lavoro da tutta GiULiA, sappiamo che porterà la sua esperienza e le sue idee anche in questa prestigiosa sede!

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Ma GiULiA, che è una delle associazioni che adericoscono a Noi Rete Donne, condivide non solo il riconoscimento del passo avanti (piccolo, ma pur sempre un passo) con la nomina delle commissarie nelle Authority, ma anche l’invito al premier per una presidenza femminile all’Agcom.

Il documento di Noi Rete Donne:

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“Noi Rete Donne, network fra numerose competenze femminili in posizioni autorevoli nelle istituzioni e nell’informazione, “ha accolto come un sostanziale passo in avanti la nomina di tre prestigiose personalità femminili nelle Authority della Privacy e delle Comunicazioni. Un segnale importante” che “va, però, rafforzato con un atto emblematico”, scrive il network al premier Conte, chiedendo “l’indicazione di una presidente per l’Agcom, ovvero di un organismo che ha nelle competenze funzioni cruciali sul destino delle donne italiane”.

L’Autorità per le Comunicazioni, ricorda Noi Rete Donne, “vigila sui fattori che influenzano la formazione dell’opinione pubblica: il pluralismo, i valori, i diritti politici, la tutela dei consumatori, la parità e l’identità di genere, la corretta rappresentazione dell’immagine della donna nell’informazione e nell’intrattenimento oltre che nelle comunicazioni sulla rete. Nelle sue sfere d’intervento controlla anche il superamento degli stereotipi di genere, promuovendo la parità, il rispetto dell’immagine e la dignità della donna secondo i principi di non discriminazione per assicurare la più completa e plurale rappresentazione dei ruoli che le donne svolgono nella società”. Eppure “mai, nella sua storia e nelle declinazioni istituzionali che ha assunto nei decenni, l’Agcom ha avuto una donna alla sua presidenza”.

Di qui l’invito al capo del governo a cogliere l’opportunità: “E’ indifferibile che ad assumere questo ruolo-chiave sia una donna competente, distintasi per iniziative, sensibilità e impegno sui temi della disparità di genere e sugli aspetti culturali e sociali che sono nei compiti dell’Autorità, sì che possa agire da ‘cinghia di trasmissione’ delle forze sociali che su questi temi si battono. Invece, le anticipazioni di stampa e i boatos istituzionali indicano candidature solo maschili, pur essendovi potenziali candidature femminili di grande rilievo, completamente oscurate e sottaciute. La scarsa presenza, quando non la totale assenza delle donne nei luoghi decisionali, è un vulnus per la democrazia italiana e non è più tollerabile in questo momento storico in cui tutte le energie, i saperi e i talenti di donne e uomini sono necessari e propulsivi per far ripartire il Paese”.

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Noi Rete Donne ha anche “avanzato la proposta di un provvedimento normativo antidiscriminatorio, che potrebbe funzionare da legge quadro, onde garantire l’eguaglianza paritaria nelle nomine pubbliche a tutti i livelli in attuazione dei principi costituzionali (artt. 3 -51 e 117) del Codice delle Pari Opportunità e dei principi Comunitari Europei, con misure sanzionatorie volte a dichiarare l’invalidità delle nomine stesse, qualora essi siano disattesi”.

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