Madri costituenti, non solo Padri. A Torino un convegno per ricordarle

Il Centro Italiano Femminile del Piemonte ripropone la figura di Maria Agamben Federici, una delle ventuno donne costituenti, che fu anche giornalista come le colleghe Angela Maria Guidi Cingolani, Rita Montagnana, Teresa Noce e Elettra Pollastrini

Madri costituenti, non solo Padri. A Torino un convegno per ricordarle
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Stefanella Campana Modifica articolo

22 Maggio 2024 - 16.21


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Si parla sempre di Padri costituenti ma troppo spesso si dimenticano le Madri costituenti e il loro contributo nella formulazione della Costituzione in un momento storico decisivo per la fondazione di una nuova società democratica. Ventun donne, certo poche rispetto ai 556 deputati eletti, ma una presenza determinante  per realizzare un obiettivo comune. Pur appartenendo a schieramenti e ideologie diverse, fare della Carta costituzionale lo strumento di parità tra i sessi e una garanzia di emancipazione per le donne italiane.   

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Si avvicina il 2 giugno, il 78° anniversario della nascita della Repubblica Italiana e l’occasione per ricordarle è il convegno organizzato venerdì 24 maggio alle 14.45 al Palazzo Civico di Torino dal Centro Italiano Femminile -CIF- del  Piemonte, che rende anche omaggio a Maria Agamben Federici, prima Presidente del CIF e una delle ventun donne elette all’Assemblea Costituente. Non una semplice rievocazione storica, sottolinea la presidente Renza Binello, “ma far emergere la memoria di donne straordinarie, che si sono tenacemente impegnate alla causa dell’emancipazione femminile”. Quest’anno per il CIF è una data molto importante perché 80 anni fa, nell’ottobre del 1944  veniva costituita a Roma la Federazione di 26 associazioni, unite per la rinascita del Paese dopo la guerra.  Lo scopo della Federazione era quello di preparare le donne ad una responsabile partecipazione politica. Fondamentale l’influenza  di Maria Agamben Federici per la nascita di comitati CIF in tutte le regioni d’Italia.

Leggendo le biografie delle Madri costituenti (9 comuniste, 9 democristiane, 2 socialiste, una del Fronte dell’Uomo Qualunque, origini nobili, voterà per la monarchia) colpisce il loro bagaglio di esperienza politica e culturale, arricchito anche dall’impegno per la lotta antifascista. Le ricordiamo tutte: Adele Bei, Bianca Bianchi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria Federici, Nadia Spano, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Nilde Iotti, Maria Jervolino De Unterrichter, Teresa Mattei, Angela Merlin, Angiola Minella, Rita Montagnana, Marina Nicotra, Teresa Noce, Ottavia Penni Buscemi, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi. Sono state donne di prime volte: prime a votare, prime ad essere state elette, prime ad entrare nei palazzi istituzionali, prime a rappresentare le italiane e gli italiani. Pur nelle loro differenze culturali, avevano una visione avanzata dell’emancipazione femminile, portando avanti l’idea secondo cui le donne devono potersi affermare nel lavoro, nella scena pubblica, nella cultura e nella famiglia. Questi valori sono ben riflessi nella nostra Costituzione, e in particolare in sette articoli in cui si vede l’influenza delle donne dell’Assemblea Costituente che hanno lavorato nelle commissioni, partecipato ai dibattiti in Aula, ma hanno anche contribuito alla stesura degli articoli stessi. Cinque di loro (Nilde Iotti, Maria Agamben Federici, Lina Merlin, Teresa Noce, Ottavia Penni Buscemi) furono infatti elette nella “Commissione dei 75”, incaricata della vera e propria stesura della Costituzione. Gli articoli della Costituzione dove l’intervento e l’influenza delle madri costituenti sono evidenti, sono gli articoli 3, 29, 30, 31, 37, 48, 51.

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L’articolo 3 è uno degli articoli fondamentali della Costituzione, ed è relativo all’uguaglianza: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” L’espressione “senza distinzione di sesso” era stata inizialmente considerata superflua da molti dei loro colleghi uomini. Il secondo comma fa riferimento all’uguaglianza “di fatto”, e fu proprio Teresa Mattei, la più giovane tra le donne, a proporre l’inclusione di questo concetto. Donna coraggiosa per quei tempi quando sfidò la morale del partito. Teresa Mattei  rimase incinta da una relazione con un uomo sposato e rifiutò di abortire come le era stato imposto: “Le ragazze madri in Parlamento non sono rappresentate, le rappresento io”.

Importante l’articolo 31 che  si concentra sulle misure di welfare per proteggere la maternità, l’infanzia e la gioventù “favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. Relatrici Teresa Noce, Lina Merlin e Maria Agamben Federici. L’articolo 37 riguarda invece il diritto al lavoro e la parità nel lavoro: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione […]”. Ma su questa definizione ”essenziale funzione familiare” riferita alle donne da più parti si chiede la cancellazione perché discriminante.

Fondamentali sono anche gli articoli 48 e 51, sulla partecipazione politica e sull’accesso ai pubblici uffici e alle cariche pubbliche esteso in egual modo a uomini e donne, ma l’accesso delle donne in magistratura proposto da Teresa Mattei, Maria Maddalena Rossi e Maria Agamben Federici fu bocciato. Solo nel 1963 il Parlamento approvò una normativa che consentì l’accesso alle donne a tutti gli incarichi pubblici, magistratura compresa.

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Molte madri costituenti si impegnano anche nel giornalismo, non solo scrivendo ma anche fondando riviste e giornali come Maria Aganben Federici che nel 1949 fa nascere il settimanale “La vela” rivolto ai giovani. Impegnata nell’approvazione della legge Merlin, dirige poi la rivista “Notizie fatti e problemi dell’emigrazione” interessandosi ai problemi legati all’inserimento della donna italiana nel paese di immigrazione. Impegnate come giornaliste in campo politico e sociale anche Angela Maria Guidi Cingolani, Rita Montagnana, Teresa Noce, Elettra Pollastrini. Grandi protagoniste della nostra repubblica. Donne a cui dobbiamo essere grate per non dimenticare i loro  contributi fondamentali.

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