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Ancora più vulnerabili se precarie

La riflessione di GiULiA Sardegna e Università di Cagliari sulle molestie sul lavoro: ricatti sessuali per oltre il 50% delle isolane [di Sabrina Zedda]

Ancora più vulnerabili se precarie
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28 Maggio 2018 - 10.28


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In Italia, il 44 per cento delle donne tra i 14 e i 65 anni ha subito molestie e ricatti sessuali in ambito lavorativo. La molestia verbale, considerata l’anticamera di comportamenti più pesanti, ha colpito invece il 25 per cento delle donne, percentuale che sale al 33 per cento nel caso di laureate. Ancora: se si guardano i dati della sola Sardegna, le lavoratrici vittime di molestie e ricatti sessuali sono state il 51,5 per cento. Segno che in quelle aree dove il lavoro è più precario, se non addirittura merce rara, le donne sono più vulnerabili.

Sono alcuni dei dati dell’ultimo rapporto Istat sulle “Molestie e i ricatti sul luogo di lavoro”, illustrati dalla Consigliera regionale di parità, Tiziana Putzolu, durante “Donne di carta. Il lavoro che unisce e che divide”, l’incontro che GiULiA Sardegna e Università di Cagliari hanno organizzato mercoledì nella facoltà di Studi umanistici per sensibilizzare ancora una volta sulle tematiche della disparità di genere.

Un evento, moderato dalla giornalista Carmina Conte (presidente Giurì di Garanzia di GiULiA), il cui tratto distintivo è stato quello dell’approccio multidisciplinare, perché a portare il proprio contributo sono stati chiamati imprenditrici, sindacaliste, avvocate, giornaliste e giornalisti, esponenti delle istituzioni.

Un incontro necessario, soprattutto nelle aule universitarie, dove trasmettere il germe di una cultura rispettosa delle donne alle giovani generazioni diventa azione preziosa: è anche per questo che gli studenti di Scienze della Comunicazione grazie alla loro professoressa, Elisabetta Gola (tra le promotrici del convegno), utilizzeranno le nozioni apprese per farne delle relazioni.

“Di queste tematiche bisogna parlare, e farlo con continuità, non solo quando capitano gravi fatti di cronaca – ha esordito in apertura di lavori la coordinatrice di GiULiA Sardegna, Susi Ronchi -: solo così, entrando nel dibattito pubblico, si può riuscire a estirpare convinzioni sbagliate”.

Convinzioni ancora dure a morire. Come ha dimostrato un altro dato: tra i giornalisti freschi di assunzione, le colleghe rispetto agli uomini percepiscono uno stipendio inferiore del 5%, una forbice che con gli anni tende persino ad aumentare.

Eppure qualcosa si muove: l’assessora regionale al Lavoro, Virginia Mura, ha parlato di una situazione lavorativa femminile in miglioramento rispetto al 2014, sebbene ci sia ancora una “segregazione orizzontale”, cioè le donne sono concentrate soprattutto nel settore dei servizi e una “verticale, che vede le lavoratrici in difficoltà nel raggiungere posizioni apicali”. Sul fronte delle molestie, inoltre, ha spiegato l’avvocata Valeria Aresti, alla normativa già in vigore dal 2006, dal primo gennaio si è aggiunta una legge che prevede misure di tutela contro sanzioni o demansionamenti e, in caso di licenziamento, la possibilità di agire anche in sede civile per chiedere il risarcimento al datore di lavoro che spesso sa dei comportamenti dei suoi sottoposti ma lascia correre.

Preziose sono state anche le riflessioni della segretaria di GiULiA Mara Cinquepalmi che con il suo libro “Donne di carta” – il convegno ha preso spunto proprio da qui – ha ricostruito l’esperienza delle lavoratici del Poligrafico dello Stato di Foggia (sono loro le donne di carta) che negli anni Sessanta tra nidi aziendali, bonus libri e colonie estive hanno vissuto in un contesto avveniristico.

Da notare che per l’occasione l’Università ha ospitato anche i giovani dell’istituto superiore “Primo Levi” di Quartu, coinvolti in un progetto di alternanza scuola-lavoro. Il convegno rientra nella manifestazione ”25 novembre tutto l’anno”, promossa dalla Rettrice, Maria Del Zompo, e dal Comitato Unico di Garanzia, cui la Facoltà di Studi umanistici aderisce.

 

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