Le donne polacche hanno bisogno del nostro aiuto

Da una settimana in piazza contro la sentenza che ha dichiarato incostituzionale l’interruzione di gravidanza anche se il feto ha gravi malformazioni. Lettera delle associazioni femminili all'Europa

Le donne polacche hanno bisogno del nostro aiuto
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30 Ottobre 2020 - 16.47


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Un appello firmato da decine di associazioni femminili e femministe (tra loro anche GiULiA giornaliste) e indirizzato al Parlamento e alla Commissione europea, alla Commissaria per i Diritti umani del Consiglio d’Europa e al Governo italiano, per chiedere riconoscimento e sostegno alle richieste delle donne polacche che da una settimana sono in piazza per protestare contro la sentenza che ha dichiarato incostituzionale l’interruzione di gravidanza anche in caso di gravi malformazioni del feto.
Ecco il testo:

Le donne polacche hanno bisogno del nostro aiuto!

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L’aiuto di tutte le Istituzioni europee perché la situazione in Polonia sta precipitando.

Il 22 ottobre 2020 il Tribunale costituzionale polacco ha emesso una sentenza che ha dichiarato che l’aborto è contrario alla costituzione anche nei casi di gravi malformazioni del feto. Il provvedimento arriva nel clima diffuso di crescente ostilità verso le rivendicazioni di pari dignità sociale delle donne, accompagnato da una significativa riduzione delle più elementari garanzie dello stato di diritto. Tutto questo accade durante la seconda ondata dell’emergenza Covid-19, in un momento che rende ancora più difficile esprimere dissenso, a causa dell’impossibilità di spostarsi e incontrarsi delle cittadine e dei cittadini.

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Nonostante ciò, le donne e gli uomini sono scesi pacificamente in piazza per protestare contro la violazione dei loro diritti, contro il divieto di aborto anche in caso di grave malformazione dei feti. Il governo polacco ha inviato la polizia per reprimere le proteste durante la marcia verso la casa del leader della maggioranza sovranista, il vice premier Jaroslaw Kaczynski, mentre il giorno successivo un altro corteo è stato sciolto con cariche e lacrimogeni. Incidenti si sono registrati in tutte le città del Paese.

Dal 2004 la Polonia è uno Stato membro dell’Unione europea e, come tale, vincolata dagli articoli 2 e 7 del Trattato sull’Unione europea al “rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze”, valori che “sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini”.

Il diritto a interrompere volontariamente la gravidanza è riconosciuto nella quasi totalità degli Stati membri dell’Unione europea secondo condizioni molto meno restrittive di quelle oramai previste in Polonia; in Italia, in particolare, una legge sull’interruzione volontaria della gravidanza esiste da 42 anni e, sebbene appaia ancora necessaria la piena garanzia della sua effettività, essa rappresenta un ormai irrinunciabile presidio di libertà e pari dignità sociale per le donne nel nostro Paese.

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La condotta della Polonia in relazione al diritto all’interruzione volontaria della gravidanza e, più in generale, in relazione alla tenuta stessa della democrazia e dello stato di diritto, appare sempre più preoccupante e suscettibile di minare alla radice lo standard di protezione dei diritti umani fondamentali richiesto dalla comune appartenenza all’Unione europea.

Raccogliamo quindi l’appello urgente delle donne e degli uomini polacchi che chiedono aiuto all’Unione europea e facciamo nostre queste richieste ai vertici europei:

  • essere audite dal Parlamento europeo durante una sessione d’aula;
  • essere audite dalla Presidente della Commissione europea Ursula van der Leyen, con la finalità di giungere a una risoluzione dell’UE che condanni quanto sta avvenendo in Polonia;
  • sostegno internazionale nelle azioni di protesta;
  • disponibilità degli Stati membri ad accogliere nelle proprie strutture ospedaliere, facendosi anche carico di tutte le spese, le donne polacche a cui viene vietato di abortire;
  • sostegno economico alle associazioni per i diritti delle donne, per permettere loro di proseguire l’assistenza, anche legale;
  • risoluzione affinché i finanziamenti europei siano negati agli Stati membri che violano i diritti umani e dunque alla Polonia.

Chiediamo inoltre al Governo italiano di esprimere una netta condanna nei confronti delle dichiarazioni e delle misure adottate dal primo ministro polacco e di impegnarsi nell’ambito dei rapporti diplomatici bilaterali e all’interno delle istituzioni europee per garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali della UE in Polonia

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Se non ora quando? – Coordinamento nazionale comitati

D.i.Re – Donne in rete contro la violenza

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Casa internazionale delle donne

Rete dei Telefoni Rosa

Dalla stessa parte

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One Billion Rising

Eve Ensler

CGIL – Politiche di genere

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Rebel Network

ASSIST – Associazione nazionale atlete

Differenza donna

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Michela Marzano

ProChoice RICA – Rete italiana contraccezione e aborto

Effe – Rivista femminista

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Magistratura Democratica

Noi rete donne

BeFree Cooperativa

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GiULiA Giornaliste

ARCI Nazionale

GenPol – Gender and Policy Insights

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Politiche di genere e Coordinamento pari opportunità UIL

Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica

Soroptimist International d’Italia

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Ladynomics

Donn’è – Ass. Promozione sociale

WOMEN – Women of the Mediterranean and Eastern Europe Network

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Time for Equality

Scosse – Soluzioni comunicative studi servizi editoriali

Museo donne Merano

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AIDOS – Associazione italiana donne per lo sviluppo

UDI – Unione donne in Italia

IF – Iniziativa femminista

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Alessio Miceli, Alberto Leiss, Mario Simoncini, Domenico Matarozzo , Stefano Ciccone – Maschile Plurale

Le sconfinate

AOI – Associazione ONG italiane

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Rete per la parità APS

Commissione Provinciale Pari Opportunità – Bolzano / Beirat für Chancengleichheit Bozen

Estia

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Fondazione Emma Carelli

Road to 50%

CPO UsiGRAI

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Vita di donna

Certi diritti

DonneInQuota

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Le rose di Gertrude

Donne e c.

Comitato Dà voce al rispetto

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Redazione Gaynews.it

NoiDonne

DonneXDiritti

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Comitato Arcigay Agorà – Pesaro e Urbino

Le Nove

ALEF – Associazione Leadership e Empowerment Femminile

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ASSOLEI

Donne in rete per la rivoluzione gentile

Falena Blu

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Rose Rosse APS

Intersexioni

Vox-Diritti

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Conferenza Nazionale delle Donne Democratiche

#datecivoce

Ass. Diritti d’autore

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EWMD – Delegazione di Roma APS

Donne per la difesa della società civile

Le nove

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Agedo Marche

Polis aperta

Luminaria Palermo

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Femminile Maschile Plurale APS

Giuristi Democratici Torino

Femministerie

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CCM Comitato Collaborazione Medica

LAIGA – Libera Associazione Italiana Ginecologi per Applicazione legge 194

CGIL – Nuovi diritti

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PWN Professional Women Network – Rome

Il giusto mezzo

EDGE – Excellence & Diversity by GLBT Executives

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Diversity Lab

AMICA – Associazione Medici Italiani Contraccezione e Aborto

Associazione Punto a Capo di Chivasso

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Centro Elena Cornaro per i saperi, le culture e le politiche di genere dell’Università di Padova

International Feminists For A Gift Economy

Consulta di bioetica Onlus

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Famiglie Arcobaleno

Gruppo Marija Gimbutas

Mirtille & Fragoline APS

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CNDI – Consiglio Nazionale Donne Italiane

Donne in Rete

ARCI MIXed APS

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Teatro dei Cinquequattrini

Arcigay

GIUdiT – Associazione Giuriste d’Italia

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AllOut

Toponomastica femminile

Silvia Cutrera – Coordinatrice FISH Gruppo donne – Federazione italiana superamento handicap

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Elisabetta Camussi – Università Milano Bicocca

Circolo Mario Mieli

 

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