La pallavolista Lara Lugli ha vinto: essere mamma non è reato. La lettera delle giornaliste al Coni | Giulia
Top

La pallavolista Lara Lugli ha vinto: essere mamma non è reato. La lettera delle giornaliste al Coni

La società del Volley Pordenone ha ritirato la citazione. Ma dal CONI ci si aspetta molto di più: la non discriminazione delle donne, a partire proprio dal rispetto della maternità.

La pallavolista Lara Lugli ha vinto: essere mamma non è reato. La lettera delle giornaliste al Coni
Preroll

Redazione Modifica articolo

14 Maggio 2021 - 23.56


ATF

L’appuntamento in Tribunale era fissato per il 18 maggio. Lara Lugli, la campionessa di pallavolo, sul banco degli accusati perché aspetta un bambino, per non aver cioé ottemperato alla “clausola anti-maternità”. Ieri sera, venerdì 14 maggio, al termine di una giornata di numerose prese di posizione, la bella notizia: Lara Lugli ha vinto. Essere mamma non è reato.
Il movimento delle donne, e non solo, è stato al fianco dell’atleta. Ma il mondo dello sport no.
Proprio ieri pomeriggio le giornaliste si erano rivolte alla nuova dirigenza CONI, che ha visto rieletto da poche ore Giovanni Malagò alla presidenza (che fin qui, in questi mesi, mai si è espresso pubblicamente sul caso), e due nuove vicepresidenti. Ed è a loro che è stata indirizzata questa lettera aperta:

LA LETTERA DELLE GIORNALISTE ALLE ELETTE DEL CONI 

Alle vicepresidenti del CONI
Silvia Salis e Claudia Giordani

pc A tutte le donne elette negli organismi del Coni

Noi giornaliste, impegnate perché i nostri media raccontino la realtà e accompagnino la crescita culturale per la piena applicazione dell’articolo 3 della Costituzione, contro ogni discriminazione, siamo fortemente preoccupate per il caso della pallavolista Lara Lugli. Dal Coni e dal mondo dello sport, uno dei luoghi cardine per la piena affermazione della democrazia e dei suoi valori, non c’è stata alcuna presa di posizione netta.

Dalle donne elette a governare lo sport italiano ci aspettiamo un intervento forte perché vengano ristabiliti i diritti fondanti della persona: la non discriminazione delle donne, a partire proprio dal rispetto della maternità. Diritti e valori che proprio in queste ore ha richiamato anche Papa Francesco, in apertura dei lavori degli Stati generali della natalità, manifestando la sua “tristezza” per le donne “che sul lavoro sono scoraggiate ad avere figli o devono nascondere la pancia”.  Un Paese che rispetta le donne è un Paese che crede nel proprio futuro. Che senza natalità non esisterà.

Martedì, alla prima udienza al Tribunale di Pordenone in cui incredibilmente sul banco degli imputati siederà Lara Lugli, accusata di essersi comportata in malafede, speriamo di ascoltare la voce degli organismi sportivi insieme a quelle delle associazioni femminili, e non solo, che chiedono un paese che rispetti le donne. A partire dal diritto alla maternità.

Mimma Caligaris- presidente Cpo Fnsi 
Monica Pietrangeli- coordinatrice Cpo Usigrai 
Paola Dalle Molle- coordinatrice Gruppo di lavoro pari opportunità Odg
Silvia Garambois- presidente GiULiA giornaliste

IL COMUNICATO DI LARA LUGLI E DI ASSIST: “HO VINTO”

Ecco invece il comunicato arrivato in serata, con cui si mette un punto importante alla vicenda, con cui si apre una strada nuova nel mondo dello sport femminile:

“E’ con grande soddisfazione che come aveva chiesto Assist Associazione Nazionale Atlete, la società del Volley Pordenone ha ritirato la citazione e ottemperato a ogni obbligo nei confronti della atleta. Lara Lugli vince la sua battaglia. 

“E’ una grande vittoria per tutti – dice Lara Lugli – ed era molto importante che questa causa non entrasse nemmeno in un Tribunale a dimostrazione della sua infondatezza. E’ un forte segnale per tutte le donne non solo atlete che si trovano a dover affrontare queste situazioni assurde. Voglio ringraziare tutti quelli che sono stati al mio fianco, in particolare il mio legale Bonifacio Giudice Andrea, il mio agente Stefano Franchini, Assist e AIP, perché il loro sostegno è stato per me fondamentale. ” conclude Lara Lugli.

“Non poteva esserci altro epilogo – dichiara la presidente di Assist, Luisa Rizzitelli – e si è giustamente evitata una macchia indelebile per lo sport italiano e un vero oltraggio alle donne tutte. Siamo fiere di essere state accanto a Lara Lugli, donna coraggiosa che speriamo voglia continuare con noi a battersi per i diritti delle donne nello sport. Questa vittoria va condivisa con tutti gli atleti e le atlete, le associazioni, le e i parlamentari e i cittadini e le cittadine che si sono uniti a noi in una enorme protesta. Ci abbiamo messo due mesi che sono stati difficili ma, come ha detto ieri Antonella Bellutti, non era tollerabile che nello “Sport dei valori”, la maternità non trovasse posto e rispetto. Adesso confido che la FederVolley faccia da buon esempio per tutte le altre Federazioni e che il CONI assuma la posizione di spinta e controllo va fatta per la tutela dei diritti delle atlete. Bisogna cambiare passo su questo e bisogna farlo adesso. Noi siamo a disposizione con la convinzione che non ci siano strade che non si possano percorrere insieme.” conclude Luisa Rizzitelli”.

Native

Articoli correlati