Dieci anni di GiULiA, che non si accontenta e continua ad essere ribelle | Giulia
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Dieci anni di GiULiA, che non si accontenta e continua ad essere ribelle

Pubblichiamo ampi stralci della relazione della presidente di GiULiA giornaliste Silvia Garambois all'assemblea annuale. "Un grande lavoro ci aspetta, per l'informazione e con la rete delle donne".

Dieci anni di GiULiA, che non si accontenta e continua ad essere ribelle
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2 Luglio 2021 - 16.34


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Care tutte,

il nostro è come sempre un bilancio di parole, oltre che di numeri, ed è dal bilancio politico che anche quest’anno inizio la mia relazione: tra qualche mese festeggiamo i dieci anni di GiULiA, e mi pare che sia bella e apprezzata, anche se non ha smesso – e non può smettere – di essere ribelle.

 

Giovanna Pezzuoli si definiva “da sempre femminista (con ironia)”: ecco, spero che anche la nostra GiULiA cresca così, Giovanna ci lascia un bell’insegnamento. In un mondo dove il politicamente corretto diventa asfissiante, GiULiA deve sapere tenere quel distacco e quell’ironia, che le consentano di portare avanti le sue battaglie grazie all’autorevolezza e allo studio, con grinta, anche indignata quando serve, ma capace di sorridere.    

 

La nostra missione

Informazione e questione femminile, valorizzazione e difesa del lavoro delle giornaliste.

 

È stato l’anno del web, e credo che abbiamo imparato a usarlo al meglio: all’attivo abbiamo decine di corsi di formazione on line organizzati dalla nostra associazione (un vero exploit, tutti apprezzatissimi) e decine sono quelli a cui abbiamo partecipato, con l’Ordine dei Giornalisti ma anche con l’Ordine degli Avvocati e con le Università. E via web abbiamo sempre più stretto rapporti e lavorato per portare in evidenza i nostri temi, partecipando a incontri in tutto il Paese.

 

Abbiamo rapidamente imparato come la possibilità che ci era data dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti di organizzare corsi on line (in quanto ente formatore), se pure ci privava del calore del confronto diretto con colleghe e colleghi, ci permetteva però di raggiungere tutta Italia. Siamo partite con i 18 appuntamenti del Forum del Mediterraneo e i 5 organizzati da Milano con la Casa della Cultura, e ancora quelli con l’Osservatorio di Pavia, e non ci siamo più fermate. E bisogna aggiungere che anche molti dei corsi organizzati dagli Odg regionali sono stati voluti da noi, basti pensare ai “Giovedì di GiULiA” della Puglia, o a quelli organizzati in Sardegna come in Piemonte. Temo, nel nominare le colleghe che più hanno lavorato sulla formazione, di non rendere giustizia a tutte, ma sicuramente è doveroso evidenziare il lavoro fatto dalla vicepresidente Marina Cosi, da Marilù Mastrogiovanni con il Forum, da Rossella Matarrese con i “Giovedì di Giulia”, e poi Luisella Seveso e Maria Luisa Villa con la formazione sulle “100 esperte”, e Stefanella Campana con la rete di relazioni che ci ha portato dal Piemonte, e Antonella Loi in Sardegna. E cito subito, anche se ci tornerò, il lavoro di formazione che Paola Rizzi ha condiviso con me sul tema del linguaggio d’odio, così come quello di Mara Cinquepalmi sullo sport.

Sulla piattaforma dell’Ordine ci sono due corsi sulla narrazione della violenza di genere (uno voluto dalla Cpo dell’Ordine nazionale, l’altro dell’Odg Sardegna), ai quali siamo state chiamate come relatrici.

 

Credo che vada sottolineato il rapporto che si sta consolidando tra noi e l’Ordine degli Avvocati: abbiamo partecipato a corsi di formazione per avvocati, magistrati e forze di Polizia da Benevento a Roma, e siamo chiamate nelle prossime settimane a nuovi appuntamenti, da Ascoli Piceno a Chieti.

 

Così come il rapporto con le scuole, sia secondarie (abbiamo avuto incontri in diverse città) che con le Università, in particolare cito la Sapienza e Tor Vergata di Roma, l’Università di Padova, quella di Siena, di Viterbo, di Venezia, di Cagliari, prossimamente l’ateneo di Palermo, oltre ai rapporti che abbiamo con la Statale e la Bicocca di Milano, l’università di Torino e quella di Bari: poter avere un rapporto diretto con le e gli studenti credo che arricchisca soprattutto noi, e ci permetta di valorizzare anche la nostra professione, dando strumenti per una lettura critica dei nostri giornali, per ribadire tutto intero il ruolo di una stampa libera e di qualità e – senza retorica alcuna – vero fondamento di democrazia.

 

Allo stesso modo i tanti incontri a cui siamo state chiamate, da associazioni come Amnesty-Lecce o dai Cug (come quello del Cnr) o da gruppi femminili organizzati (è successo in provincia di Torino come a Siena e a Latina), o quelli che avremo nelle prossime settimane con gli Scout a Bologna e a Bari (finalmente in presenza), per discutere con loro anche come interagire con gli organi di informazione, come far sentire la voce delle donne.

 

 

  

#staizitta e il linguaggio dell’odio

 

La decisione di sistematizzare e approfondire il lavoro sul linguaggio d’odio, che già lo scorso anno ci aveva molto impegnate, ha portato alla realizzazione dell’inchiesta giornalistica, firmata da Paola Rizzi e da me per GiULiA, che abbiamo pubblicato con il titolo “#staizitta giornalista! – dall’hate speech allo zoombombing, quando le parole imbavagliano”, per avere uno strumento utile anche per la formazione, oltre che per la diffusione del nostro punto di vista.

Del resto gli attacchi d’odio non si fermano neppure in queste ore: la solidarietà di GiULiA per le nuove vergognose minacce contro Antonella Napoli, che scriveva dell’opportunità dei vaccini.

 

Come sapete il libro è stato pubblicato nella collana Studi della Fondazione per il Giornalismo Paolo Murialdi (editrice All Around), un vero riconoscimento per il nostro lavoro.

Con questa inchiesta, penso, abbiamo colmato una lacuna: era infatti un fenomeno fin qui sottovalutato, e il nostro lavoro ha destato interesse anche nei palazzi della politica, se ne è parlato durante gli incontri della Fnsi con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, siamo state audite dal Comitato per la tutela dei giornalisti minacciati dalla Commissione Antimafia, siamo in elenco per una audizione alla Commissione Segre, al Senato. […]

 

Come avevo anticipato, l’inchiesta è stata e continua ad essere il fulcro anche di corsi di formazione professionale e incontri con le Università. Molti sono stati i webinar a cui abbiamo partecipato (veramente decine di incontri) per presentare e promuovere il lavoro, con l’idea che sia utile per sollecitare attenzione a questo problema che, per la nostra professione, rischia di essere un ulteriore bavaglio.

 

L’impegno sul tema comunque continua. Con Vox – Osservatorio sui diritti, diretto dalla collega Silvia Brena (che ha dato un contributo anche al libro), anche quest’anno continuiamo la collaborazione sulla “Mappa per l’Intolleranza” sia per monitorare i social in relazione alla nostra professione, sia allargando la visuale ad altre professioni femminili spesso attaccate dagli hater, dalle scienziate alle donne di spettacolo.

 

Prosegue poi l’impegno con la “Rete nazionale per il contrasto ai fenomeni e ai linguaggi d’odio”, che riunisce una quarantina di soggetti (associazioni, osservatori, dipartimenti universitari), e dove Paola Rizzi è stata eletta nel coordinamento per GiULiA. La Rete, con il nostro contributo, ha prodotto webinar su temi che ci coinvolgono direttamente, come quello sull’odio intersezionale e, a breve, sul data gender gap.

 

 

Gli altri libri

 

La Fondazione per il Giornalismo Murialdi quest’anno ha inserito altri due nostri libri nelle sue collane: si tratta di “Stop violenza: le parole per dirlo” (che avevo curato io, nel 2017) e di “Donne Media e sport” (a cura di Mara Cinquepalmi, 2020), in distribuzione nelle librerie e on line da aprile. […]

In ogni caso abbiamo ancora in deposito numerose copie autoeditate, sia di questi titoli che di “Stereotipi – donne nei media” (a cura di Marina Cosi, 2019, edito da Ledizioni collana Società), reperibile anche on line. Non è invece più in distribuzione “Donne grammatica e media” (autoedizione, 2014).

 

Gli eventi di GiULiA: il cinema e l’informazione delle donne

 

Quest’anno, oltre a partecipare a tante delle iniziative per la Giornata internazionale della donna, che si sono accavallate e avvicendate per l’intero mese di marzo, siamo state tra le promotrici del progetto “Donne (in)visibili”, dedicato al documentario delle donne e con un omaggio a Rita Consoli, della quale è stato proiettato un ritratto realizzato dagli studenti di cinematografia. Con noi nell’impresa l’Istituto Luce, il Sindacato dei giornalisti cinematografici, Aamod – Archivio storico del Movimento Operaio e Democratico, l’associazione Alef, oltre a Nella Condorelli, motore dell’iniziativa.

L’evento, curato per noi da Francesca Forleo – che ha poi condotto il seminario del 24 marzo in diretta streaming – è stata una occasione di contaminazione tra informazione, memoria e cinema delle donne. Oltre al lavoro, anche preparatorio, di Forleo, segnalo il contributo di Natalia Lombardo, autrice del manifesto di presentazione.

 

 

 

Ancora cinema, coniugato con i temi del lavoro (delle donne) in occasione del 1° Maggio: una serata speciale in streaming dedicata al tema “Donne Lavoro Diritti. Ieri e Oggi”. Un progetto curato da Roberta Lisi, che ha moderato il dibattito con Donata Gottardi e Titti Di Salvo, e presentato la proiezione speciale del film “La storia vergognosa” di Nella Condorelli.

Gli eventi di GiULiA: convegno sull’informazione al femminile, “la stampa in libertà condizionata” (Giornata per la libertà di stampa)

 

In occasione della Giornata mondiale per la Libertà di Stampa GiULiA, con l’adesione delle Cpo Fnsi, Usigrai e del Consiglio nazionale dell’OdG, ha organizzato il 3 maggio una diretta Facebook per fare il punto sulla “libertà condizionata” che subiscono le giornaliste, molto più dei loro colleghi, per fare informazione al servizio delle cittadine e dei cittadini. Una kermesse che ha toccato i “temi caldi” della nostra professione.

 

 

 

Il rapporto con le CPO dell’informazione e con le associazioni e le reti delle donne

 

È ormai consolidata l’azione comune di GiULiA con le Commissioni pari opportunità della Fnsi, dell’Usigrai e del Cnog (dove spesso per altro ci interfacciamo tra “giulie”), sia nell’organizzazione di confronti pubblici che nell’azione a tutela delle colleghe e per una rappresentazione dignitosa delle donne. Insieme, sicuramente, abbiamo la possibilità di essere più incisive e ascoltate. Insieme, purtroppo, spesso ci ritroviamo anche per deferire ai Consigli di disciplina autori e autrici di articoli che violano non solo le norme deontologiche, ma buon gusto e intelligenza.

 

L’elenco degli esposti che abbiamo firmato è purtroppo lungo. Si è dimostrato importante darne via via notizia perché non solo si rivendica che un’altra narrazione è possibile, ma che la reazione al cattivo giornalismo parte dall’interno dei nostri stessi giornali (abbiamo avuto su questo molti riscontri positivi). C’è da dire che una serie di norme e leggi sulla privacy, a dire il vero poco comprensibili, impediscono spesso di conoscere e dare pubblicità all’esito delle denunce e alle motivazioni delle condanne, e questo è un limite che auspichiamo si possa superare.   

 

Continuano anche ad essere positive e costruttive le relazioni con le associazioni e le reti delle donne. Insieme al nutrito gruppo di associazioni con cui l’anno passato abbiamo realizzato il Position Paper su “Pechino + 25”, quest’anno abbiamo lavorato al documento preparatorio della società civile sul rapporto Cedaw, occupandoci in particolare dei nuovi stereotipi.

 

Siamo state coinvolte nel progetto europeo “Never again”, contro la vittimizzazione secondaria (Università della Campania, Di.Re, gruppo Sole24ore e altri) di cui siamo nel comitato di valutazione (steering committee). Il progetto rientra nelle nostre azioni, e ha come obiettivi: “trasformare l’approccio e la cultura professionale del sistema giudiziario, delle forze dell’ordine e dei media quando trattano di violenza domestica e di genere, aumentando la consapevolezza e la comprensione delle radici sociali e culturali della violenza contro le donne; contribuire ad una corretta ed efficace applicazione dei regolamenti internazionali, europei e nazionali nella prevenzione e nel contrasto della vittimizzazione secondaria; sensibilizzare i giornalisti e le giornaliste ad affrontare il tema della violenza di genere con un linguaggio appropriato e non sensazionalistico, modificando i modelli narrativi e gli stereotipi dominanti nella cronaca e nella rappresentazione mediatica della violenza contro le donne”.

 

Abbiamo dato “lettera di sostegno” al progetto “A braccia aperte”, per gli orfani di femminicidio: un progetto mirato sulla macro-area del Nord (Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna), voluto dai centri antiviolenza e che coinvolge associazioni e Tribunali per i minori, in cui noi ci impegniamo in particolare “nei percorsi formativi in materia di linguaggio e narrazione della violenza sui media”.

 

Il lavoro di rete nei territori

 

Nel quadro della collaborazione ormai consolidata con Uisp (Unione sport popolare), a fine maggio abbiamo confermato la partnership per il progetto dell’Emilia Romagna “Differenze in gioco – Sport libera tutt*”, sempre sulla formazione, grazie anche al lavoro di Mara Cinquepalmi.

 

In Sardegna di rilievo la partnership con Cigl Cisl e Uil e con la Consigliera di parità di Cagliari – grazie al lavoro della coordinatrice Alessandra Addari – per un protocollo metropolitano sulla parità di genere, in collaborazione con l’Università, che ha al centro l’educazione a un linguaggio non sessista nella pubblica amministrazione, la comunicazione e la formazione a partire dalla scuola.

Insieme ad altre associazioni della regione, GiULiA Sardegna è inoltre impegnata per far approvare dai consigli comunali la carta etica contro le discriminazioni sessuali e di genere.

Prosegue infine la collaborazione con le Lucidosottile, e siamo quest’anno partner del progetto Lucido’s FM Festival 2021 – donne straordinarie.

 

In Puglia siamo parte attiva della rete Donne Costituenti Puglia a cui abbiamo aderito come Giulia Puglia, grazie all’impegno della coordinatrice Rossella Matarrese, che è stata eletta portavoce del tavolo sul linguaggio di genere: un gruppo di lavoro per l’Agenda regionale di Genere, base di partenza per arricchire di contenuti, idee, proposte, suggerimenti, quello che poi verrà tradotto in una vera e propria strategia complessiva di indirizzo e di connessione tra le programmazioni strategiche regionali a valere su più fonti di finanziamento. Nei prossimi giorni Matarrese sarà audita in Regione per l’Agenda di Genere.

Grazie anche a Anna Maria Ferretti, che coinvolge GiULiA in nuove relazioni e rapporti, anche grazie a “Matria Puglia”.

 

A Trieste Fabiana Martini ha coinvolto GiULiA in un progetto di micro imprenditorialità femminile, promossa dalla Casa editrice Vita Activa -realtà nata all’interno della Casa delle Donne – per il quale ci siamo proposte di aderire con corsi di formazione, che si faranno anche se il progetto non ha avuto il finanziamento auspicato.

Nel Lazio non è purtroppo andata a buon fine la partecipazione a un bando – di cui abbiamo per altro superato le fasi iniziali – per reperire i finanziamenti necessari a un docufilm sul precariato femminile nell’informazione. Progetto, guidato dalla coordinatrice Roberta Lisi, che comunque resta aperto.

 

Ovunque poi abbiamo avuto stretti rapporti con le Case delle Donne, a Milano anche con la Casa della Cultura e la Libreria delle Donne, e poi con le organizzazioni territoriali di SeNonOraQuando e di NonUnaDiMeno, e con associazioni femminili e femministe, anche – a volte – in modo dialettico.  

 

 

 

 

Rapporti istituzionali

 

Si è già detto dell’audizione dello scorso 31 marzo al Comitato per la tutela dei giornalisti minacciati della Commissione Antimafia, sul linguaggio d’odio dei social come bavaglio all’informazione ed in particolare alle giornaliste, e della già confermata convocazione – sullo stesso tema – alla Commissione Segre.

Governo / Pari opportunità – Ma i rapporti istituzionali della nostra associazione quest’anno sono stati su diversi temi, a partire dalla “manifestazione di interesse” che abbiamo dato – lo scorso mese di luglio – al dipartimento per le Pari Opportunità di Palazzo Chigi, per l’Adozione di una strategia nazionale delle Pari Opportunità. Da allora abbiamo partecipato ai lavori preparatori della 65esima sessione della Commissione sulla condizione femminile (CSW) delle Nazioni Unite (New York, 15-26 marzo 2021), e siamo state invitate ai tavoli tematici della scorsa primavera su “Lavoro, formazione e welfare” – “Rappresentanza, partecipazione e leadership” – “Gender mainstreaming, cultura, comunicazione e media”.

Rispondendo alla sollecitazione della ministra alle Pari Opportunità Elena Bonetti, inoltre, siamo intervenute con un contributo per l’iniziativa promossa in occasione dell’8 marzo per l’elaborazione di una strategia nazionale sulle Pari Opportunità.

W 20 – Lo scorso dicembre siamo state audite per i lavori preparatori del Women20 (W20), l’engagement group ufficiale del G20 sulla parità di genere, per delineare gli obiettivi prioritari sui quali concentrare le azioni in relazione alla Presidenza italiana. Chair di W20 è Linda Laura Sabbadini, mentre Sherpa è Martina Rogato, insieme a un team di donne (di cui fa parte anche la nostra GiULiA Daniela Colombo)

 

 AgCom – AgCom ci ha invitate a intervenire – lo scorso gennaio – in occasione della consultazione pubblica su Osservatorio sul giornalismo – III edizione: “La professione alla prova dell’emergenza Covid 19”, in cui abbiamo risposto al questionario proposto, ribadendo la nostra posizione tra l’altro riguardo al pay gap gender, ai preoccupanti indici di una diminuzione di presenza femminile in redazione, alla insufficiente raffigurazione del pluralismo sociale.

Commissione Affari Costituzionali/ Senato – Lo scorso 10 giugno siamo state audite alla Commissione Affari Costituzionali del Senato in merito al Ddl 270, ovvero “Misure per la protezione dei minori e per la tutela della dignità della donna nella pubblicità e nei mezzi di comunicazione”.  Occasione da parte nostra per sollecitare il Parlamento a coinvolgere rappresentanze giornalistiche negli organismi di consulenza dell’Autorità che avrà il compito di vigilare sulla correttezza della pubblicità veicolata dagli stessi nostri media.

 

 

La comunicazione di GiULiA

 

Avevamo posto, l’anno passato, il problema della razionalizzazione della comunicazione dell’associazione, che ha diversi canali tra siti e pagine social (il sito www.giuliagiornaliste.it e la pagina fb GIULIA, e poi i siti https://100esperte.it e https://enwe.org, https://giornaliste.org, e ancora la pagina youtube Forum delle Giornaliste, e le pagine fb di 100 esperte e quella del Forum, oltre alle pagine twitter). 

Le novità, date anche dall’impulso all’uso del web come conseguenza della pandemia, sono state da un lato una maggiore interdipendenza tra le varie pagine (soprattutto quelle del Forum delle giornaliste e di 100 esperte), dall’altra la nascita di nuove pagine social: a quelle di GiULiA-Sardegna si sono infatti aggiunte quelle di GiULiA-Puglia e – ultim’ora – GiULiA-Lazio, mentre una ulteriore pagina è dedicata al libro #staizitta giornalista!.  

 

 

Concludendo

 

Il lavoro che ho fin qui illustrato, in modo schematico e non esaustivo, ha comportato decine e decine di riunioni e soprattutto il coinvolgimento di tante colleghe, impegnate in corsi, convegni, iniziative – soprattutto nei territori – che qui non ho potuto citare ma il cui lavoro è la nostra forza. [….]

Questo quadro dimostra, secondo me, come GiULiA in questi dieci anni abbia tenuto la barra dritta sulla nostra iniziale carta di intenti, il nostro manifesto, e continui a lavorare su quella strada che si è poi ancorata nel “manifesto di Venezia” del 2017: il linguaggio dei media, la narrazione sulle donne, sia quando subiscono violenza sia quando sono eccellenze, l’attenzione al servizio pubblico, temi che si sono via via arricchiti andando anche a investigare il mondo dei social; e, altro fronte, la situazione delle giornaliste, la presenza nei giornali, i problemi in redazione dalle molestie alle carriere, il precariato. E poi gli strumenti: la formazione, gli incontri, i manuali, gli studi.

E ovviamente le grandi iniziative, a partire da “100 esperte”, che quest’anno ha esteso il suo data base alle storiche e alle filosofe, al Forum delle Giornaliste del Mediterraneo, a quelle culturali dedicate al cinema che arricchiscono il nostro carnet.  […]

 

Ma siamo nate ribelli e non possiamo accontentarci. Ora abbiamo di fronte la partita sul servizio televisivo pubblico: certo, la presenza di donne nei luoghi dirigenti per portare il punto di vista delle donne, ma anche una elaborazione nostra su cosa deve essere la tv pubblica, che in questi mesi ha dimostrato come nulla sia conquistato per sempre, a partire dai contenuti.

Abbiamo di fronte le battaglie delle giornaliste e dei giornalisti contro le censure, contro i bavagli, per salvaguardare la professione: GiULiA deve continuare ad essere in piazza, deve far sentire la sua voce.

E così dobbiamo restare con le associazioni femminili e femministe nelle battaglie per i diritti delle donne, diritti così minacciati, a partire dalla legge sull’aborto fino alla PAS.

 

Un grande lavoro ci aspetta: di idee, di elaborazione, di iniziative. Certo: l’aspetto economico per realizzare i nostri progetti troppe volte è diventato un ostacolo che sembrava insormontabile, e qualche volta lo è stato. Dopo la formalizzazione dello scorso anno come Ente del Terzo Settore, stiamo ora istruendo la pratica per l’iscrizione al registro pubblico delle associazioni, ovvero la possibilità di essere inserite tra le associazioni che hanno diritto a una quota dell’imposta IRPEF, che lo Stato italiano ripartisce, per dare sostegno, tra enti che svolgono attività socialmente rilevanti: questo ci permetterebbe di poter guardare con più serenità ai prossimi progetti.

 

Grazie a tutte voi per la strada che abbiamo fatto insieme. Scade quest’anno il mio primo mandato, non so se sono stata all’altezza ma so che senza Marina, Mara, Alessandra, senza tutte le colleghe del direttivo, senza tutte voi, non sarei arrivata al traguardo.

(Silvia Garambois)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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