'Istat: la cura familiare limita l''accesso al lavoro full-time a 1,4 milioni di donne '

'Rapporto 2010 su conciliazione lavoro e famiglia. Inattive il 36% delle donne con un figlio, il 41,5% con due figli e il 62% delle donne con tre figli o piu'''

'Istat: la cura familiare limita l''accesso al lavoro full-time a 1,4 milioni di donne '
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28 Dicembre 2011 - 21.05


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‘Roma, 28 dic – La cura dei figli, dei familiari malati, disabili o anziani impegna regolarmente circa 15 milioni di italiani, ma questo tipo di assistenza e di accudimento ricade in gran parte sulle spalle delle donne, limitandone la loro partecipazione al mercato del lavoro. Lo dice l”Istat, nel suo Rapporto statistico sulla conciliazione tra lavoro e famiglia, relativo all”anno 2010.
Il 27,7% delle persone tra 15 e 64 anni, dice l”Istat, ha figli minori di 15 anni, il 6,7% si prende cura di altri bambini e l”8,4% di familiari adulti o anziani bisognosi di assistenza. Le donne sono coinvolte in questo tipo di responsabilità di cura più spesso degli uomini (42,3% contro il 34,5%) e anche per questo risulta più bassa la loro partecipazione al mercato del lavoro: tra le madri di 25-54 anni, la quota di occupate è pari al 55,5%, mentre tra i padri raggiunge il 90,6%. Inoltre, c”e” una marcata relazione inversa tra partecipazione femminile al mercato del lavoro e numero di figli con meno di 15 anni: la percentuale di occupate è del 58,5% per le donne con un figlio, scende al 54% per le donne con due figli e cala ulteriormente al 33,3% per le madri con tre o più figli.
Non meno importante l”associazione tra numero di figli e inattività: sono inattive il 36% delle donne con un figlio, il 41,5% di quelle con due figli e il 62,0% delle donne con tre figli o piu”. Sono oltre un milione, pero”, gli italiani inattivi (il 24% di quelli con figli minori di 15 anni o con altre responsabilità di cura) che sarebbero disposti a lavorare se potessero ridurre il tempo impegnato nell”assistenza e accudimento.
Il Mezzogiorno spicca non solo per piu” alti livelli di inattivita” e disoccupazione, ma anche per quote piu” elevate di persone disposte a lavorare se potessero ridurre i carichi familiari. Quasi 3,5 milioni di occupati, inoltre, vorrebbero modificare il rapporto tra tempo dedicato al lavoro e quello impiegato in assistenza e accudimento. Per quasi tre persone su 10, gli impegni lavorativi non permettono di trascorrere con i propri cari il tempo desiderato.
La mancanza di servizi di supporto nelle attivita” di cura rappresenta un ostacolo per il lavoro a tempo pieno di 204 mila donne occupate part time (il 14,3%) e per l”ingresso nel mercato del lavoro di 489 mila donne non occupate (11,6%). Tra i problemi piu” lamentati, l”indisponibilita” e i costi elevati dei servizi sul territorio. Inoltre, ha un orario flessibile soltanto un terzo delle donne con lavoro dipendente; la flessibilita” dell”orario e” piu” diffusa al Nord e al Centro. Sono 702 mila (4 su 10) le donne occupate con figli minori di 8 anni che dichiarano di aver interrotto temporaneamente il lavoro per almeno un mese (oltre all”assenza obbligatoria di maternita”) dopo la nascita del figlio più piccolo (il 37,5% del totale delle madri occupate).
L”assenza temporanea dal lavoro per accudire i figli continua a riguardare, invece, solo una parte marginale di padri. E anche il congedo parentale è utilizzato prevalentemente dalle donne, riguardando una madre occupata ogni due a fronte di una percentuale del 6,9% dei padri; anche questo strumento e” piu” usato al Centro-nord che al Sud.

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