Veneto: una proposta di legge contro la violenza di genere

Più centri anti-violenza e un fondo ad hoc per la prevenzione. La proposta di legge del consigliere Ruzzante e dell'assessora Coppola, entrambi Pd

Veneto: una proposta di legge contro la violenza di genere
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18 Aprile 2012 - 18.21


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Venezia, 18 apr – Più centri di accoglienza e anti-violenza, potenziamento della rete dei servizi territoriali, finanziamenti a progetti mirati, un fondo ad hoc per la prevenzione e un tavolo di coordinamento regionale per monitorare il fenomeno delle violenze sulle donne e in ambito domestico: questi i punti cardine della proposta di legge depositata oggi dal consigliere regionale del Pd Piero Ruzzante per prevenire e contrastare l”escalation di aggressioni e atti di violenza contro donne e minori. La proposta di legge è sottoscritta anche dall”assessore alle pari opportunità, Maria Luisa Coppola.

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“La casa e la famiglia – evidenzia l”esponente democratico – sono i luoghi più pericolosi per le donne: negli ultimi tre anni in Veneto i casi di omicidio e tentato omicidio in ambito domestico sono stati 84 con un totale di 92 vittime; il tasso di violenza domestica contro le donne in Veneto risulta addirittura superiore alle altre regioni, con un allarmante aumento nel 2011 (Fonte: Osservatorio nazionale sulla violenza domestica). Ad attentare alla salute delle donne e alla loro vita sono soprattutto i loro compagni, non degli sconosciuti: infatti il 70% delle violenze è opera di partner o ex partner”.

“La proposta di legge che ho presentato, che già sta raccogliendo adesioni bipartisan e attorno alla quale auspico possa svilupparsi un impegno politico comune – prosegue Ruzzante – punta molto sulle strutture territoriali e vuole favorire lo scambio degli studi e delle informazioni attraverso il coinvolgimento degli enti locali. L’obiettivo è quello di fare barriera contro il dilagare del fenomeno rafforzando la collaborazione tra vari soggetti ed il senso di comunità in ogni area della nostra regione”. Il tavolo di coordinamento, che dovrà progettare opportune iniziative, vedrà la partecipazione di soggetti istituzionali, forze dell”ordine, associazioni, commissione e assessore per le Pari opportunità. I contributi previsti saranno assegnati ai Comuni, singoli o associati o in partenariato con soggetti del privato sociale, che presentano progetti di qualità ed efficacia.

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