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Da trent’anni la milanese Casa d’accoglienza per le donne maltrattate (Cadmi) è un’efficiente e solidale via d’uscita per le donne e i loro figli in fuga da violenze domestiche. Ma in trent’anni anche Milano è cambiata e si è popolata di donne di altre lingue e colori scappate dalle proprie terre e da ogni tipo di brutalità. Cadmi non è stata a guardare, ha cercato e trovato concittadine generose (chi ha concesso in comodato gratuito una grande casa, chi ha donato una somma elevata) e competenti (psicologhe, mediatrici…) e ha quindi varato il progetto “Viaggio per la libertà”. Autonomia dal bisogno, economico e residenziale, ma anche autonomia come saperi necessari per proseguire poi il cammino da sole… Tutto questo senza distrarsi dall’altro grande impegno che il Cadmi persegue dall’inizio degli anni Novanta.
Lunedì scorso la presentazione del progetto, con la presidente del Cadmi, avvocata Manuela Ulivi, e col sostegno dell’istituzione, cioè della Prefettura e del Comune, nelle persone della vicesindaca nonché sindaca della Città Metropolitana Arianna Censi e della presidente Pari opportunità Diana De Marchi.
Per le colleghe, ma anche i colleghi, che ne volessero scrivere questi i recapiti: Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano, via Piacenza, 14, telefono 02.55019609, www.cadmi.org, comunicazione@cadmi.org, ufficiostampa@cadmi.org.