Allegri massacri. Ci vorrebbe un giornalista...

'A raccontare sofferenze e prevaricazioni sono letteratura e cinema, assai più della cronaca giudiziaria. Ma ce n''è da indagare nei fatti di tutti i giorni! Di [Marina Cosi]'

Allegri massacri. Ci vorrebbe un giornalista...
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3 Luglio 2013 - 16.37


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Sembra il comportamento del pessimo vice commissario Colajacono in “Tu sei il male”. Invece, più semplicemente, lo sappiamo bene, Roberto Costantini per il suoi gialli prende spunto dalla cronaca. Dalle cronache che sono nell”aria, che “si sanno”, più di quante noi, giornalisti, se ne scriva.

Di ieri la rivolta d”un intero paesino ucraino, Vradijevo, contro stupro lesioni e rapina d”una ragazza da parte di due poliziotti ed un loro amico. Lei, Irina Krashkova, 29 anni, è in ospedale col cranio fratturato ed evidenti segni di violenza sessuale. Di loro si sanno i nomi per esteso, mica le sole iniziali di garanzia come vuole il nostro codice deontologico: ossia, pur precisando che sono “presunti” violentatori, i tenenti Ievghen Drizhak e Dmitri Polishciuk, e Serghei Riabinenko, un tassista.

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La notte del 26 giugno, Irina rincasava a piedi dopo una serata in discoteca e i tre le hanno prima offerto un passaggio in auto e poi, al suo rifiuto, caricata a forza, portata in un vicino bosco, picchiata, violentata da due di loro e rapinata dal terzo. Arrestati. Ma subito rilasciato Drizhak: “ero in caserma e le telecamere possono provarlo” la sua versione, “è figlioccio del comandante della polizia della regione di Nikolaiev, Valentin Parseniuk” è invece la versione del quotidiano locale.

Intanto, nel “dubbio”, il governo di Kiev ha silurato Parseniuk e il comandante della stazione di polizia… Fin qui la storia.

Ma dove finisce la storia incominciano le domande. Sul potere, sull”abuso di potere, sui non detti. Le storie di Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi, di Uva, Ferrulli eccetera le conosciamo.

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Conosciamo pure le troppe “signora ci pensi prima di rovinare una famiglia” che donne pestate e minacciate si sono sentite “paternamente” suggerire da forze dell”ordine riottose a raccogliere una denuncia.

In mezzo quante storie ci sono che non riescono ad emergere, ma che “sappiamo” alla Pasolini maniera?

Più sei debole e più le distorsioni del potere si accaniscono su di te e meno sei in condizioni di ribellarti. Se sei donna, se sei povera, se sei un”intoccabile perchè prostituta o clandestina o malata di mente, le possibilità che “ci se n”approfitti” crescono in misura geometrica.

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Eppure a raccontare sofferenze e prevaricazioni sono quasi soltanto letteratura e cinema, molto poco la cronaca giudiziaria. Possibile davvero che le degenerazioni del potere brutalizzino soltanto gli uomini?

Finalmente si è iniziato a scrivere di femminicidi per quello che sono, delitti di uomini su donne in quanto donne, entro una cultura del possesso. Finalmente conquistano spazio e dignità di cronaca sui giornali e nei tg anche le violenze familiari.
Ma è solo la classica, chiedo scusa per il luogo comune, punta dell”iceberg. Ce n”è da indagare, basta volerlo.
In effetti, ci vorrebbero dei giornalisti…

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