Vanessa. Mai più complici

Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla.

Vanessa. Mai più complici
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27 Aprile 2012 - 18.16


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Cinquantaquattro. L’Italia rincorre primati: sono cinquantaquattro,
dall’inizio di
questo 2012, le donne morte per mano di uomo. L’ultima vittima si
chiama Vanessa, 20 anni, siciliana, strangolata e ritrovata sotto
il ponte di una strada statale. I nomi, l’età, le città cambiano, le
storie invece si ripetono: sono gli uomini più vicini alle donne a
ucciderle. Le notizie li segnalano come omicidi passionali, storie di
raptus, amori sbagliati, gelosia. La cronaca li riduce a trafiletti
marginali e il linguaggio le uccide due volte cancellando, con le
parole, la responsabilità. E’ ora invece di dire basta e chiamare le
cose con il loro nome, di registrare, riconoscere e misurarsi con
l’orrore di bambine, ragazze, donne uccise nell’indifferenza. Queste
violenze sono crimini, omicidi, anzi FEMMINICIDI. E’ tempo che i media
cambino il segno dei racconti e restituiscano tutti interi i volti, le
parole e le storie di queste donne e soprattutto la responsabilità di
chi le uccide perché incapace accettare la loro libertà.

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E ancora una volta come abbiamo già fatto un anno fa, il 13 febbraio,
chiediamo agli uomini di camminare e mobilitarsi
con noi, per cercare insieme forme e parole nuove capaci di porre fine
a quest’orrore.

Le ragazze sulla rete scrivono: con il sorriso di
Vanessa viene meno un pezzo d’Italia. Un paese che consente la morte
delle donne è un paese che si allontana dall’Europa e dalla civiltà.

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Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la
violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo,
sceglie di assecondarla.


Comitato promotore nazionale Senonoraquando
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