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“Avevamo sperato che la crisi inducesse il Paese a voltare pagina e a cambiare registro, avevamo sperato che si volesse attingere al grande bacino delle energie e competenze femminili. E questa speranza era stata accesa dalle stesse parole del Presidente del Consiglio all’atto della sua investitura”. E” quanto si legge in una nota congiunta Se non ora quando e Giulia (Giornaliste Unite Libere Autonome) che prosegue : “Non è stato così. Anzi, con l’innalzamento repentino dell’età pensionabile, le donne pagano alla crisi il tributo più vistoso.
Il governo ha ora ancora un’occasione per parlare alle donne italiane: è imminente il rinnovo dei vertici delle Authority, a cominciare dall’Agcom, e della Rai. Faccia nomine di eccellenza e fra questi nomi ve ne siano di donne forti e autorevolissime capaci di guidare questi organismi con ruoli non ancillari.
Chiediamo al governo un atto che non costa, che non pesa sul bilancio economico, ma che pesa e conta per l” opinione pubblica femminile.
Ci sia, dunque, un segnale forte per dire che non si vuole procedere nel solito vecchio modo, che esclude le donne e consegna il Paese nelle mani di un ceto maschile vecchio e usurato; ci sia cioè un segnale che parli al Paese di un vero cambiamento. Considereremo altrimenti responsabili dell”esclusione femminile sia il governo, sia la maggioranza e i partiti che lo sostengono. Aspettiamo ora fatti. Volutamente non partecipiamo al mercato dei nomi. Chi ci governa ha tutti gli strumenti per reperire nomi femminili d’eccellenza. Non rinunciamo all’idea di una profonda riforma della governance della Rai che la liberi dalla sudditanza ai partiti accompagnata da un segnale forte: chiamare alla guida della Rai, in totale discontinuità col passato, una donna capace di predisporre il rilancio di un vero servizio pubblico con una missione chiara: ricostruire una comunità nazionale con un forte sentire comune e capace di dare cittadinanza piena alle donne italiane”.
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