L’appuntamento è per martedì 7 luglio in piazza a Genova davanti al palazzo della Regione. Donne e uomini che credono nelle pari opportunità. Perché anche in Liguria la doppia preferenza di genere diventi legge.
L’appello delle donne liguri, firmato dai sindacati Cgil Cisl e Uil, come da Snoq e Usi, da Supernova e da Cif, è ironico: “Two scelt is megl che one”. Sarà anche l’ironia della disperazione, certo è l’ironia delle donne. Perché i contenuti, invece, sono maledettamente seri.
L’appello delle donne liguri
“È giunto il momento di scendere in Piazza per il diritto alla doppia preferenza di genere,
perché tutte le donne e gli uomini possano in parità concorrere a definire il futuro della
nostra regione. La doppia preferenza non solo garantisce la parità di accesso alle cariche
politiche, ma incentiva il rinnovamento della classe dirigente permettendo di esprimere due preferenze purché di sesso diverso. La legislatura regionale scade tra 30 giorni, e quindi resta solo le seduta del 28 Luglio in cui al momento non è calendarizzata la discussione per la modifica in tal senso della legge regionale. Dobbiamo agire per pretendere la calendarizzazio
Per questo chiamiamo in Piazza tutte le donne e gli uomini che credono nelle pari opportunità di genere martedì 7 luglio, alle ore 18:30 in Piazza De Ferrari a Genova, davanti al palazzo della Regione.
Rispettiamo il distanziamento sociale, ma facciamo sentire la nostra voce.
LE RAGIONI:
Nonostante tante promesse già nel precedente ciclo regionale e nonostante la chiara inadempienza ai requisiti dettati dalla legge quadro nazionale, il Consiglio regionale della Liguria non ha ancora avuto il coraggio di emendare la propria legge elettorale per inserire
la doppia preferenza di genere.
L’intervento del Consiglio dei Ministri ha però fortunatamente riportato la speranza che alle prossime elezioni regionali le donne possano avere quello che in Italia è ormai un diritto in ogni luogo e ad ogni livello tranne che per pochissime regioni (5 su 20): quello di potersi
avvalere della doppia preferenza di genere, cioè la possibilità di esprimere 2 preferenze
purché di sesso diverso. La necessità di tale adeguamento si evince dalla composizione
stessa del Consiglio: 28 uomini e sole 2 donne elette a preferenza.
Siamo convinti che una più forte presenza femminile nell’assemblea legislativa della nostra
regione possa imprimere un più deciso passo nel cammino dello sviluppo e delle riforme
urgenti e necessarie per il nostro territorio.
Notiamo con dispiacere il silenzio assordante della politica locale a riguardo di questa
perentoria richiesta del Governo. Crediamo che sia arrivato il tempo delle scelte coraggiose che devono sostituire le convenienze personali di chi si candida ad amministrare la cosa pubblica.
Questa regione ha bisogno di un ricambio sia di genere che generazionale.
Siamo fatti per essere complementari in tutte le diverse sfaccettature della nostra vita, da
quella familiare a quella lavorativa la politica locale non farà eccezione. Soltanto la
presenza di un maggiore numero di donne nei luoghi dove si prendono le decisioni potrà portare cambiamenti nel nostro sistema democratico e nella cultura del nostro Paese, a partire dal tema sempre più cruciale della conciliazione tra maternità e lavoro, emerso in modo drammatico in durante l’emergenza Covid, alla parità salariale, al sistema scolastico ed educativo, ai servizi sociali e alle famiglie, a tutti i settori culturali, scientifici, economici e imprenditoriali
Manca solo l’ultimo miglio per questo grande cambiamento.
Lottiamo insieme per arrivarci”.
La lettera di NoiReteDonne
Continua anche la mobilitazione di NoiReteDonne (a cui aderisce anche GiULiA), che ha scritto ai presidenti Toti e Emiliano.
Ecco la lettera:
“Abbiamo appreso con soddisfazione che il rinnovo dei Consigli Regionali di Puglia e Liguria, che si terranno a settembre, prevederà il voto con la doppia preferenza, per garantire l’equilibrio di genere nei rispettivi Consigli regionali e nel rispetto della Legge 20 del 2016 a cui ancora le vostre Regioni non si erano adeguate.
Come ‘Noi rete donne’ che da decenni lavoriamo sul tema della democrazia paritaria, e che abbiamo sempre sottolineato la relazione tra qualità del governo e della democrazia e maggiore presenza delle donne nei luoghi istituzionali, non possiamo che essere contente che anche le vostre Regioni si adeguino alle disposizioni volte a garantire l’equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nei consigli regionali, seguendo i principi della nostra Costituzione che con l’art.3 si è posta l’obiettivo di garantire una effettiva eguaglianza tra i cittadini e le cittadine e con l’art. 51 di promuovere con azioni positive l’accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive.
Esprimiamo soddisfazione per questa decisione del Governo poiché l’obiettivo della piena integrazione delle donne nei processi decisionali e nella rappresentanza politica e istituzionale è funzionale alla reale attuazione del modello democratico, che fonda la sua legittimazione sulla piena e libera partecipazione di tutti i cittadini e le cittadine alla vita pubblica.
Ci chiediamo come intendiate procedere per arrivare, a settembre, ad avere una legge elettorale paritaria rispetto al genere.
La nostra Rete intrave due strade: approvare subito una nuova legge elettorale che preveda la doppia preferenza, o applicare la doppia preferenza di genere nella legge elettorale pugliese senza un voto del Consiglio regionale. Basterebbe, il decreto di indizione delle elezioni, con esplicito richiamo alla legge statale 20 del 2016, ossia la normativa che obbliga le Regioni ad uniformarsi ai «principi fondamentali» citati in quel testo e tra questi la promozione della parità di genere (nel caso di voto di lista, la legge 20 dispone la doppia preferenza).
In caso di inadempienza, ci potrebbe essere il rischio di rendere invalide le prossime elezioni e di doverle ripetere, con largo spreco di denaro pubblico e violazione del principio costituzionale contenuto nell’articolo 51 della Carta («la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini»).
Sicure che vorrete adeguarvi, come hanno già fatto 14 Regioni, alla Legge 20 del 2016, porgiamo cordiali cordiali saluti”.
Insomma. Non si può andare al giorno del forse o a quello del mai: questa partita si gioca ora e adesso. Stavolta siamo pronte anche a far invalidare la tornata elettorale…