Agcom tutta al maschile? Basta ancronistici Monti Athos

L'appello della rete di associazioni - a cui partecipa anche GiULiA - per il rispetto della pari rappresentanza nelle Authority. Il 14 luglio il Parlamento è chiamato alle nuove nomine.

Agcom tutta al maschile? Basta ancronistici Monti Athos
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12 Luglio 2020 - 15.44


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Noi Rete Donne, network fra numerose competenze femminili in posizioni autorevoli nelle Istituzioni e nell’informazione, ha fatto pervenire ai Presidenti di Camera e Senato, delle Commissioni Parlamentari e ai Capigruppo dei Partiti presenti in Parlamento, nonché ai Ministri dell’Economia e delle Pari Opportunità una decisa presa di posizione contro un rinnovo dei componenti di due Authority essenziali per la vita democratica del Paese in un’ottica completamente al maschile. 

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Scrive il network: “Il 14 luglio, data fatidica nella storia, si constaterà se davvero il cammino delle donne italiane verso un’effettiva parità segnerà una nuova tappa. Nei calendari parlamentari, infatti, sono previste le votazioni per il rinnovo di due Authority.

Nell’esercizio del Vostro ruolo istituzionale comprenderete quale funzione cruciale esse ricoprano: AGCOM, in particolare, vigila sui fattori che influenzano la formazione dell’opinione pubblica: il pluralismo, i valori, i diritti politici, la tutela dei consumatori, la parità e l’identità di genere, la corretta rappresentazione dell’immagine della donna nell’informazione e nell’ intrattenimento oltre che nelle comunicazioni sulla rete. Nelle sue sfere d’intervento vigila anche sul superamento degli stereotipi di genere, promuovendo la parità, il rispetto dell’immagine e la dignità della donna secondo i principi di non discriminazione per assicurare la più completa e plurale rappresentazione dei ruoli che le donne svolgono nella società.”

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Pur in presenza di tali competenze nevralgiche nella valorizzazione delle donne nei ruoli decisionali, “secondo quanto risulta a Noi Rete Donne, l’AGCOM in tutta la sua lunga storia e le sue evoluzion non ha mai avuto una presidente e ha avuto una sola commissaria nei suoi numerosi cicli di rinnovo. Un apartheid che collide con i settori su cui essa è chiamata ad agire e che richiama incoerenti immagini di Commissioni sulla condizione della donna composte da soli uomini, tipiche di culture fondamentaliste e retrograde.” 

L’occasione è indifferibile per immettere in queste Istituzioni “donne competenti, distintesi per iniziative, sensibilità e impegno sui temi della disparità di genere e sugli aspetti culturali e sociali che sono nei compiti dell’Autorità e che possano agire da ‘cinghia di trasmissione’ delle forze sociali che su questi temi si battono.” Se rispondono a vero le anticipazioni di stampa, invece, circolano solo candidature maschili, “pur essendovi – scrive Noi Rete Donne agli organi istituzionali – potenziali candidature femminili di grande rilievo, completamente oscurate e sottaciute.

Di qui la vibrata denuncia: “Noi Rete Donne stigmatizza questo prevaricante metodo che monopolizza le istituzioni di un Paese composto da uomini e donne agli interessi e alle carriere maschili. La scarsa presenza, quando non la totale assenza delle donne nei luoghi decisionali, è un vulnus per la democrazia italiana e non è più tollerabile in questo momento storico in cui tutte le energie, i saperi e i talenti di donne e uomini sono necessari e propulsivi per far ripartire il Paese. Già circa due mesi fa, insieme ad altre voci democratiche attive in Italia, abbiamo espresso forte contrarietà contro le nomine RAI nella direzione di Reti e Testate tv, che rischiano di essere dichiarate nulle proprio per l’assenza delle donne. Non intendiamo, pertanto, assistere oggi allo stesso copione di sempre, stantio, retrivo, misogino con le nomine per il rinnovo delle Authority per la Privacy e la Comunicazione e Vi chiediamo che almeno una delle due Authority sia presieduta da una donna e che in entrambi vi sia una pari rappresentanza di donne e uomini.”

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Il network femminile ha altresì annunciato di aver avanzato la proposta di un provvedimento normativo antidiscriminatorio, che potrebbe funzionare da legge quadro, onde garantire l’eguaglianza paritaria nelle nomine pubbliche a tutti i livelli in attuazione dei principi costituzionali (artt. 3 -51 e 117) del Codice delle Pari Opportunità e dei principi Comunitari Europei, con misure sanzionatorie volte a dichiarare l’invalidità delle nomine stesse, qualora essi siano disattesi. Un’indicativa e positiva presa di posizione del Parlamento in quest’occasione attenendosi ad un criterio antidiscriminatorio, come previsto da tale proposta di legge per le Authority prossime al rinnovo darebbe l’auspicio del superamento di atavici steccati.

“Si impone un immediato cambio di passo da parte del Parlamento, del Governo e delle forze politiche tutte – conclude l’appello di Noi Rete Donne – verso una maggiore trasparenza, una maggiore indipendenza e valorizzazione di tutte le competenze, nel rispetto delle regole fra cui è imprescindibile il rispetto della parità tra uomo e donna.”

Per NOI RETE DONNE 

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 Marisa Rodano, Daniela Carlà. Mirella Ferlazzo, Elisa Di Salvatore, Cinzia Dato, Annamaria Barbato Ricci

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