Sessanta pagine, cinque capitoli, link, indirizzi, strumenti di consultazione, indirizzi a cui rivolgersi, consigli pratici su come difendersi e reagire. C’è tutto questo e molto di più nel Vademecum contro molestie e intimidazioni in ambito giornalistico, realizzato dalle Cpo Fnsi, Odg, UsigRai e da Giulia Giornaliste con il coordinamento della consigliera nazionale di parità Fnsi, Veronica Deriu. Il Vademecum è stato presentato ieri, 11 marzo 2025, nella sede della Fnsi, in via delle Botteghe Oscure a Roma, con un corso di formazione se possibile ancora più ricco del documento stesso: la sala riunioni di via Botteghe Oscure gremita, 59 iscritti online sulla piattaforma della formazione continua, decine di utenti collegati sulla pagina Facebook della Cpo Fnsi.
L’incontro si è aperto con le riflessioni sul tema di Agnese Pini, direttrice di tutte le testate del Gruppo Monrif, che ha commentato il dato della presenza delle molestie nella stampa nel 2024 (2%, il dato fa parte di una più ampia analisi dell’Osservatorio Step attivato con La Sapienza e che verrà illustrata l’8 aprile in Federazione). Pini ha anche parlato del fondamentale ruolo dei media su tematiche delicate, dalla parità di genere ai femminicidi.
Dopo i saluti istituzionali della segretaria nazionale dell’Fns Alessandra Costante, del presidente Vittorio Di Trapani, della presidente della Cpo Fnsi Mara Pedrabissi, e della segretaria del Consiglio Nazionale dell’Ordine, Paola Spadari, la parola è passata alle esperte che hanno contribuito alla realizzazione del Vademecum. Giornaliste e non solo.
Gli argomenti
Dal testo “Tre linguaggi in 10 punti”, scritto e presentato dalla speaker radiofonica e coach Betty Senatore, al nuovo Codice etico e di comportamento dell’Ordine nazionale illustrato dalla consigliera nazionale Elisabetta Cosci. Dal ruolo delle Consigliere di parità nella risoluzione di casi di molestie, al ruolo dell’Ordine dei giornalisti e del sindacato. Per arrivare agli strumenti pratici: nel vademecum sono riportate integralmente le politiche anti molestie già adottate da alcune aziende editoriali. Quello elaborato a partire dal 2017 dalla Rai, è stato illustrato da Monica Pietrangeli di Usigrai. E, ancora, i consigli forniti dalle informatiche forensi Maria Pia Izzo ed Eva Balzarotti per raccogliere le prove digitali delle molestie e mettere le basi di un dossier per difendersi.
Il caso delle molestie nelle scuole di giornalismo
Come l’inchiesta delle giornaliste di Irpimedia sulle molestie nelle scuole di giornalismo sia stato lo spunto per l’Ordine dei giornalisti di approvare in tempi brevissimi il nuovo Codice etico e di comportamento nelle scuole di formazione, lo ha spiegato la consigliera nazionale dell’Odg Cosci: «Il testo non ammette deroghe, in caso di comportamenti scorretti, le scuole dove accadono rischiano fra le altre cose di essere sospese dalla possibilità di formare colleghi e colleghe per un biennio».
Anche il Vademecum – che con la sua Cpo aveva realizzato un sondaggio scientifico svolto nelle redazioni italiane già del 2019 con risultati drammatici (l’85% delle colleghe molestate almeno una volta nella loro carriera, da superiori, colleghi, fonti) – ha preso slancio dalla necessità di contrastare sempre di più il fenomeno delle molestie e metterne al riparo le nuove generazioni di colleghe e colleghi.
Cruciale, il tema culturale: riconoscere le molestie serve non solo a chi le subisce per capire che deve difendersi e come ma, anche, a chi le perpetra per capirne la portata (anche penale) dell’agirle e, possibilmente, smettere.
La situazione europea e l’indagine dell’Ifj
Utili a inquadrare il fenomeno a livello europeo, i dati raccolti dal gruppo Gendeg dell’Ifj e presentati dalla rappresentante italiana nella Federazione europea dei giornalisti, Mimma Caligaris. «Da un questionario distribuito a livello europeo nelle redazioni ma anche alle e ai freelance – ha spiegato Caligaris – emerge, ad esempio, che il 62% del campione ha risposto sì alla domanda: “Hai faticato a progredire nella carriera a causa del tuo genere?” e di questo totale il 64 per cento erano donne».
Le reazioni
Sulle differenti progressioni di carriera e di retribuzione tra uomini e donne ha parlato anche la segretaria dell’Fnsi, Alessandra Costante in un messaggio. «Il nostro è purtroppo un mondo ancora a misura d’uomo, nei tempi di vita e di lavoro e per come si fa carriera, cosa che non attiene sempre al merito ma spesso alle relazioni di potere che si instaurano e che vedono le donne lontane dal rompere il soffitto di cristallo, caso mai prendervi zuccate» ha detto Costante, prima di citare le ricerche Istat che spiegano come «in media una donna guadagna dai 3mila ai 16mila euro in meno all’anno rispetto a un uomo».
E sul tema delle molestie economiche, si è ribadito lo spirito del Vademecum che viene rilasciato oggi: «Si tratta di un work in progress, la cui versione definitiva, con l’apporto di tutte e tutti, verrà rilasciato a fine anno: ma era urgente dargli corpo – ha spiegato la coordinatrice del lavoro, Veronica Deriu – sul punto delle molestie economiche, abbiamo capito di dover ampliare la riflessione e lo studio anche in base alle ricerche sociologiche».
Il presidente dell’Fnsi, Vittorio Di Trapani, si è impegnato a diffondere tra le associazioni di stampa regionali e i comitati di redazione il Vademecum.
Il ruolo delle consigliere di parità
Tra gli spunti forniti e nel testo, la possibilità di ricorrere anche alle consigliere parità provinciali, regionali e alla consigliera nazionale. Luigia Ierace di GiULiA giornaliste, tra le redattrici del Vademecum insieme a Veronica De Rio, Mimma Caligaris, Betti Cosci, Francesca Forleo, Alessandra Mancuso, Monica Pietrangeli e Caterina Proietti ha intervistato in presenza proprio la consigliera nazionale di parità, Filomena D’Antini, che ha anticipato alcuni dati del report nazionale sulle denunce ricevute nelle diverse regioni d’Italia: «Nel 2024, su 33 rapporti pervenuti alla consigliera nazionale ad oggi (il termine scade il 31 marzo) dalle consigliere regionali e provinciali, 39 sono i casi di molestia ( 26 molestie e 13 molestie sessuali) pari al 37%. Nel 2023 su 86 rapporti 156 (79 molestie 77 molestie sessuali ) sono stati i casi pari al 42%». Forte, l’appello di D’Antini per ripristinare i fondi nazionali per le consigliere regionali – che possono agire, anche in via giudiziale, per risolvere controversie tra lavoratori e lavoratrici discriminati, molestati, licenziati – mentre adesso i fondi sono inseriti nella programmazione economica delle Regioni. «Per questo – ha detto D’Antini – non sempre abbiamo i soldi per assistere in giudizio le vittime di molestie e discriminazioni. E, se per i casi penali di molestie e violenze possiamo accedere ai gratuiti patrocinii, per le cause civili non è possibile. Stiamo cercando anche di ottenere il supporto dell’Avvocatura dello Stato».